Filippo Marini

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Filippo Marini
NascitaMessina, 1906
MorteZallalò, 4 ottobre 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoGranatieri
Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica
Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana
RepartoI Battaglione, 2º Raggruppamento arabo-somalo
GradoSottotenente in s.p.e.
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneRiconquista della Libia
Arbegnuoc
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di fanteria e Cavalleria di Modena
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Filippo Marini (Messina, 1906Zallalò, 4 ottobre 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Messina nel 1906, figlio di Ludovico e Monica Savignani.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito a novembre del 1927, come allievo sottufficiale nel 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna", a maggio del 1928 fu ammesso, con il grado di caporale maggiore, a frequentare la Scuola allievi ufficiali di complemento di Spoleto, conseguendo la nomina a sottotenente il 1º aprile 1929, assegnato al 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna".[1] Posto in congedo a settembre del 1930, l'anno successivo venne richiamato in servizio attivo e posto a disposizione del Ministero delle colonie per essere trasferito nel Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica.[1] Sbarcato a Bengasi il 1º agosto 1930, raggiunse il XVI Battaglione eritreo con il quale partecipò alle operazioni di grande polizia coloniale, guadagnandosi due encomi solenni.[1] Rientrato in patria a ottobre del 1933 perché fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Militare di fanteria e Cavalleria di Modena, conseguì la nomina a sottotenente in servizio permanente effettivo dal 1º ottobre 1934, assegnato all'arma di fanteria. Nel 1935, con l'approssimarsi delle ostilità contro l'Impero d'Etiopia, fu trasferito al Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana. Sbarcato a Mogadiscio nel mese di aprile, fu assegnato al I Battaglione del 2º Raggruppamento arabo-somalo. Prese parte alle operazioni belliche della guerra d'Etiopia e fu decorato con una medaglia di bronzo e una croce di guerra al valor militare.[1] Cadde in combattimento il 4 ottobre 1936 a Zallalò, nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone mitraglieri, avuta una mano devastata da proiettile esplosivo fino dall'inizio di aspro combattimento contro soverchianti forze ribelli, rimaneva al suo posto di comando disdegnando ogni soccorso. Con singolare fermezza d'animo e bravura concorreva a respingere, col ben diretto fuoco delle sue armi, tre successivi attacchi in forze. Visto cadere il capo arma ed i serventi di una mitragliatrice, accorreva per sostituirli. Colpito mortalmente al petto, cadeva da eroe incitando i suoi ascari al combattimento al grido di " Viva l'Italia, Viva il Re, Viva il Duce" . Luminoso esempio di elevate virtù militari e di indomito valore. Zallalò, 4 ottobre 1936.[3]»
— Regio Decreto 29 novembre 1937.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un plotone mitraglieri assegnato ad una compagnia avanzata, durante l'attacco di posizioni fortemente difese da mitragliatrici e cannoncini, appoggiava brillantemente col fuoco delle sue armi l'azione dei fucilieri. Noncurante della violenta reazione avversaria che produceva perdite ai serventi, con successivi abili cambiamenti di posizione, giungeva sulle trincee abissine insieme con i plotoni fucilieri, dando magnifica prova di coraggio e di perizia. Birgot, 24-25 aprile 1936
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un plotone mitraglieri coordinava in modo lodevole e con efficaci risultati il fuoco delle sue armi. Fatto segno ad intense raffiche di fuoco, continuava serenamente l'azione dando prova di ammirevole coraggio. Pendici di Monte Conduda, 25 giugno 1936

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 198.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Marini, Filippo, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 198.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]