Carlo Citarella

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Carlo Citarella
NascitaMessina, 16 marzo 1899
MorteSan Gervasio, 4 novembre 1918
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoArditi
Reparto221º Reggimento fanteria "Jonio"
Anni di servizio1917-1918
GradoAspirante ufficiale
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieBattaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Carlo Citarella (Messina, 16 marzo 1899San Gervasio, 4 novembre 1918) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Messina il 16 marzo 1899, figlio di Raffaele e Letteria Cacia.[1] mentre era ancora studente dopo lo scoppio della guerra con l'Impero austro-ungarico, il 24 maggio 1915, tentò di arruolarsi nel Regio Esercito per raggiungere la zona di operazioni, ma la domanda venne respinta a causa della sua giovane età. Nel febbraio 1917 fu chiamato a prestare servizio militare arruolato nel 19º Reggimento fanteria "Brescia", dove fu promosso caporale e si distinse in combattimento tanto da essere destinato a frequentare un corso per allievi ufficiali di complemento presso la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena.[1] Al termine di esso, nell'agosto 1917, fu nominato aspirante ed assegnato al 221º Reggimento fanteria della Brigata Jonio che raggiunse a Zenson sul Piave.[1] Dietro sua domanda fu assegnato come comandante al 1º Reparto arditi reggimentale combattendo nella battaglia del solstizio (15-24 giugno) per l'occupazione dell'Argine Regio tra Fossalta e Casa Gradenigo con lo scopo di impossessarsi dell'ansa di Gonfo, e contrastando efficacemente il ritorno offensivo del nemico.[1] Dopo l'inizio della battaglia di Vittorio Veneto, il 29 ottobre oltrepassò il Piave a Romanziol superando la resistenza degli austriaci e lanciandosi all'inseguimento degli avversari.[1] Il 2 novembre fece parte di una autocolonna formata da arditi e mitraglieri a cui era stato ordinato di occupare i ponti di Latisana, al fine di impedirne la distruzione, e quindi superare il Tagliamento.[3] Arrivati al torrente Stella si ebbe il primo combattimento a Precenicco, dove catturò con i suoi arditi il ponte con i difensori e le loro armi e munizioni, procedendo in direzione di San Giorgio di Nogaro impegnò combattimento a Cà Cossutto, nei pressi di San Gervasio, dove incontrò una forte resistenza sotto forma di nidi di mitragliatrice.[3] Rimase ferito una prima volta alla gamba sinistra, ma continuò a combattere catturando un'arma, poi una seconda e infine una terza, con una raffica di mitragliatrice che gli squarciò l'addome.[3] Morì poco tempo dopo presso la 74ª Sezione Sanità, continuando fino all'ultimo istante ad incitare i suoi arditi.[1] Con Decreto Luogotenenziale del 29 maggio 1919 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In due successivi combattimenti, ammirevole incitatore nelle lotte più cruenti, ardente animatore dei suoi arditi, due volte li portò alla vittoria. Ferito gravemente, non volle allontanarsi, continuando ad infondere nell’animo dei suoi arditi la fede, che in lui non era mai venuta meno. Ferito una seconda volta, seppe ancora trovare nel suo corpo straziato la forza per tornare impavido al nemico e batterlo, finché cadde per una terza gravissima ferita. Morì fra i suoi arditi, fulgido esempio di tenacia e di valore. San Gervasio (Udine), 4 novembre 1918 .[4]»
— Decreto Luogotenenziale 29 maggio 1919.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 204.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]