Oreste Toscano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Oreste Toscano
NascitaMessina, 16 luglio 1915
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Reparto10º Reggimento bersaglieri
Anni di servizio1935 - 1945
GradoTenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Oreste Toscano (Messina, 16 luglio 1915 – ...) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Messina il 16 luglio 1915, figlio di Giuseppe e Giuditta Benicasa.[2] Conseguita la laurea in giurisprudenza e scienze politiche presso l'Università di Messina nel 1935, fu arruolato nel Regio Esercito ed ammesso a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento nella Scuola di Bassano del Grappa e nominato sottotenente di complemento nella specialità bersaglieri fu destinato all'11º Reggimento bersaglieri dove prestò servizio dall'aprile al novembre 1937.[2] Nel maggio 1940 venne richiamato in servizio attivo per mobilitazione generale in forza al 10º Reggimento bersaglieri per esigenze legate alla seconda guerra mondiale, e partì volontario per l'Africa Settentrionale Italiana sbarcando a Tripoli nel giugno dello stesso anno.[2] Rimasto gravemente ferito nel combattimento del 7 febbraio 1941 subendo l'amputazione di una mano, fu ricoverato in diversi ospedali territoriali, e promosso tenente nel luglio 1941.[2] Laureatosi in lettere nell'Università di Catania nel 1941, ottenne anche l'abilitazione all'insegnamento magistrale dal 1940. Dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943 riprese servizio attivo nel Regio Esercito entrando in servizio come volontario nel Gruppo di combattimento "Cremona", prendendo parte alla guerra di liberazione italiana.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un plotone di testa di un battaglione autotrasportato in ripiegamento, sottoposto al tiro di mezzi corazzati nemici, attaccato frontalmente e sui fianchi, balzava a terra e con lancio di bombe a mano muoveva all’assalto di autoblinde avversarie. Ferito da raffica di mitragliatrice alla mano sinistra, non desisteva dalla lotta, animando e rincuorando i dipendenti. Colpito una seconda volta da proiettile d’artiglieria che gli maciullava l’altra mano e lo feriva al viso, si fasciava il braccio per frenare l’emorragia e, agitando il moncherino insanguinato, gridava: "Avanti, bersaglieri d'Italia". Portato all’ospedale sopportava con superbo stoicismo l’amputazione dell’arto, intonando l’inno del corpo. Fulgido esempio di virtù militari. Ghemines-Agedabia (Africa Settentrionale), 5 febbraio 1941.[3]»
— Regio Decreto 2 ottobre 1942.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.563.
  2. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 4 novembre 1942, guerra registro 41, foglio 208.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 563.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al V.M. viventi, Roma, Tipografia regionale, 1952.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]