Euphydryas cynthia

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Euphydryas cynthia
Euphydryas cynthia
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Papilionoidea
Famiglia Nymphalidae
Sottofamiglia Nymphalinae
Tribù Melitaeini
Sottotribù Euphydryina
Genere Euphydryas
Specie E. cynthia
Nomenclatura binomiale
Euphydryas cynthia
(Denis & Schiffermüller, 1775)
Sinonimi

Papilio cynthia
Denis & Schiffermüller, 1775
Papilio mysia
Hübner, 1799
Papilio maturna
Hübner, 1805
Melitaea cynthia ab. leucophryne
Ochsenheimer, 1816
Melitaea cynthia ab. impunctata
Hoffmann, 1911
Melitaea cynthia ab. brunneomarginata
Kiefer, 1912
Melitaea aurinoides
(Kiefer, 1918)
Melitaea cynthia ab. obscurior
Hofer, 1920
Melitaea cynthia ab. tricolor
Schawerda, 1926
Melitaea latevittata
(Pionneau, 1936)

Euphydryas (Hypodryas) cynthia (Denis & Schiffermüller, 1775), talvolta riportata come eufidriade di Cinzia, è un lepidottero diurno appartenente alla famiglia Nymphalidae, diffuso in Europa, essenzialmente sull'arco alpino e in Bulgaria.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Adulto[modifica | modifica wikitesto]

La farfalla raggiunge un'apertura alare da 35 a 40 millimetri. I maschi sono inconfondibilmente colorati: le punte delle ali, sulle quali è possibile vedere un motivo bianco e diverse macchie arancioni, sono marrone scuro tendenti al nero. Vicino al bordo posteriore dell'ala corre all'esterno una fila di punti bianchi e all'interno una arancione, con punti leggermente più grandi e anneriti. Le femmine assomigliano al Golden Fritillary (Euphydryas aurinia), anche loro con una colorazione di base marrone scuro, ma leggermente bluastro e un modello graduato, quasi rettangolare, di colore arancione chiaro e scuro. La parte inferiore delle ali posteriori è arancione sia nei maschi che nelle femmine e presenta una fascia luminosa al bordo e al centro. Attorno alla radice alare si trovano altre macchie luminose. Tra le due fasce corre una serie di piccoli puntini neri, che, a differenza della Euphydryas aurinia, non presentano un bordo luminoso.[2]

Larva[modifica | modifica wikitesto]

I bruchi sono lunghi circa 30 millimetri e sono di colore nero, ma hanno il bordo posteriore di colore giallo brillante e diverse macchie gialle molto ravvicinate sul retro di ogni segmento.[2]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Le farfalle sono solitarie quando fa caldo; nelle giornate fresche o ventose si posano, specialmente al mattino, con le ali aperte su pietre calde o sterco di vacca per riscaldarsi.[2]

Le femmine depongono le uova in piccoli gruppi sul lato inferiore delle foglie delle loro piante nutrici. I giovani bruchi vivono assieme in una tela, ma in seguito conducono vita solitaria. Vanno in letargo due volte prima di trasformarsi, di solito adagiati su pietre, in pupe maculate di bianco e nero. Occasionalmente si osserva una proliferazione di massa, ma gli insetti vengono poi decimati dall'infestazione da parassiti anche prima della metamorfosi.[2]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

I bruchi si nutrono di piantaggine alpina (Plantago alpina) e viola di monte (viola calcarata); presumibilmente si nutrono di altre piante erbacee. L'allevamento può essere fatto con piantaggine lanciuola (Plantago lanceolata).[2]

Periodo di volo[modifica | modifica wikitesto]

Presenta una sola generazione annuale, con sfarfallamento da fine giugno a metà luglio, con il tempo di volo fortemente dipendente dalle condizioni atmosferiche.[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale di questa specie si trova nelle Alpi a un'altitudine compresa tra 1.500 e 3.000 metri su pascoli alpini e superfici pietrose;[2] a quote inferiori si trovano anche su prati umidi, brughiere e colline.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Euphydryas
  2. ^ a b c d e f Bellmann, p. 180.
  3. ^ a b Tolman, p. 176.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Heiko Bellmann, Der Neue Kosmos Schmetterlingsführer, Schmetterlinge, Raupen und Futterpflanzen, Franckh-Kosmos Verlags-GmbH & Co, 2003, ISBN 3-440-09330-1.
  • (DE) Tom Tolman e Richard Lewington, Die Tagfalter Europas und Nordwestafrikas, Stoccarda, Franckh-Kosmos Verlags-GmbH & Co, 1998, ISBN 3-440-07573-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]