Enchisthenes hartii

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Enchisthenes hartii
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Famiglia Phyllostomidae
Sottofamiglia Stenodermatinae
Genere Enchisthenes
Andersen, 1906
Specie E.hartii
Nomenclatura binomiale
Enchisthenes hartii
Thomas, 1892

Enchisthenes hartii (Thomas, 1892) è un pipistrello della famiglia dei Fillostomidi, unica specie del genere Enchisthenes (Andersen, 1906), diffuso nell'America centrale e meridionale.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine generico deriva dalla combinazione delle due parole greche Eγχεος-, ovvero lancia e -σθένος, armato, con riferimento alla presenza di una foglia nasale lanceolata, mentre l'epiteto specifico deriva dal cognome di J.H.Hart, allora sovrintendente del giardino botanico dell'isola di Trinidad e raccoglitore dell'olotipo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 55 e 68 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 38 e 42 mm, la lunghezza del piede tra 11 e 14 mm, la lunghezza delle orecchie tra 14 e 18 mm e un peso fino a 18 g.[3]

Caratteristiche craniche e dentarie[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio è corto e largo, con il profilo tra la cresta sagittale e le ossa nasali concavo. Il palato è corto. Gli incisivi interni superiori sono semplici, il terzo molare superiore è disposto lungo la linea alveolare. La seconda falange del terzo dito della mano è relativamente corta, circa meno di una volta e mezzo la lunghezza della prima falange.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 2 1 2 2 1 2 3
3 2 1 2 2 1 2 3
Totale: 32
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è corta, densa e vellutata. Le parti superiori sono marroni scure, quasi nere sulla testa e le spalle. Le parti ventrali sono più chiare. Sono presenti su ogni lato della testa due sottili strisce bruno-giallastre. La prima si estende sopra l'occhio, dal naso fino a sopra la fronte, mentre l'altra scorre sotto l'occhio dall'angolo del muso alla base anteriore dell'orecchio. I due terzi dell'avambraccio, la superficie superiore della tibia e il piede sono densamente ricoperti di peli. Un ciuffo di corti peli è presente alla base del metacarpo del pollice. La foglia nasale è relativamente corta, larga, lanceolata e nerastra. I bordi di entrambe le labbra sono ricoperti di papille coniche, mentre una verruca ben distinta è presente sul labbro inferiore. Le orecchie sono separate e nerastre. Il trago presenta una proiezione appuntita sotto l'estremità sul margine interno. Le membrane alari sono attaccate posteriormente lungo le anche. È privo di coda, mentre l'uropatagio è ridotto ad una sottile membrana lungo la parte interna degli arti inferiori, ricoperto di una fitta peluria, a forma di V e con il margine libero frangiato di peli. Il cariotipo è 2n=30-31 FN=56.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di piccoli frutti di specie native di Ficus.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si riproduce durante tutto l'anno, sebbene possa essere presente un periodo di inattività.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nell'America centrale, dagli stati messicani di Michoacán, Jalisco e Tamaulipas attraverso il Guatemala, Honduras, Nicaragua ed El Salvador settentrionali, Costa Rica e a Panama fino all'America meridionale, dalla Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù fino alla Bolivia centro-occidentale. Un individuo, probabilmente vagante, è stato catturato anche nei pressi di Tucson, in Arizona. È inoltre presente sull'isola di Trinidad.

Vive in ambienti umidi e foreste tropicali a multistrato fino a 2.400 metri di altitudine. Può inoltrarsi anche in foreste pluviali e foreste decidue secche.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione presumibilmente numerosa, classifica E.hartii come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Muños, A., Lew, D., Sampaio, E., Lim, B., Peters, S., Arroyo Cabrales, J., Alvarez Castaneda, S.T., Cuarón, A.D. & de Grammont, P.C. 2008, Enchisthenes hartii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Enchisthenes hartii, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Reid, 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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