Diocesi di Tabe

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Tabe
Sede vescovile titolare
Dioecesis Tabena
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Tabe
Mappa della diocesi civile di Asia (V secolo)
Vescovo titolarePaolo Bizzeti, S.I.
IstituitaXIX secolo
StatoTurchia
Diocesi soppressa di Tabe
Suffraganea diStauropoli
Erettacirca V secolo
Soppressacirca XII secolo
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Tabe (in latino: Dioecesis Tabena) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tabe, identificabile con Tavas nell'odierna Turchia, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Caria nella diocesi civile di Asia. Faceva parte del patriarcato di Costantinopoli ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Stauropoli.

La diocesi è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli fino al XII secolo.[1]

Le Quien attribuisce a Tabe tre vescovi: Ruffino, che partecipò al concilio di Efeso del 431;[2] Severo, che intervenne al secondo concilio di Costantinopoli nel 553;[3] e Basilio, che prese parte al secondo concilio di Nicea nel 787.[4] È documentata l'esistenza di un vescovo di Tabe, il cui nome è ignoto, vissuto all'epoca del patriarca Alessio I Studita (1025-1043).[5]

Dal XIX secolo Tabe è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 14 agosto 2015 il vescovo titolare è Paolo Bizzeti, S.I., vicario apostolico dell'Anatolia.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

  • Ruffino † (menzionato nel 431)
  • Severo † (menzionato nel 553)
  • Basilio † (menzionato nel 787)
  • Anonimo † (all'epoca del patriarca Alessio I Studita)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, indice p. 515, voce Tabai.
  2. ^ Questo vescovo, oltre che da Le Quien, è ammesso anche da Ruggieri (A historical Addendum to the episcopal Lists of Caria, p. 234). Nella sua prosopographie invece, Destephen esclude che un vescovo di nome Ruffino, appartenente ad una qualsiasi delle sedi della diocesi civile di Asia, abbia preso parte al concilio efesino del 431.
  3. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, p. 848.
  4. ^ (FR) Jean Darrouzès, Listes épiscopales du concile de Nicée (787), in Revue des études byzantines, 33 (1975), p. 45.
  5. ^ (EN) Ruggieri, A historical Addendum to the episcopal Lists of Caria, p. 232.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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