Bisettrice

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In geometria, la bisettrice è il nome dato a un piano o linea, semiretta o retta, utilizzati per la bisezione di un'entità geometrica, come un segmento, triangolo, poligono in generale o un angolo, in due parti congruenti (come dice la radice del nome bi, cioè due).

Retta bisettrice[modifica | modifica wikitesto]

Nella geometria euclidea, la retta bisettrice si può caratterizzare anche come il luogo dei punti del piano equidistanti da una coppia di rette. Se queste sono incidenti, si hanno due bisettrici perpendicolari fra loro; se, invece, sono parallele, si avrà allora un'unica bisettrice anch'essa parallela alle due e ivi compresa a metà strada.

In un riferimento cartesiano, date le equazioni identificative delle due rette

abbiamo che rappresenta l'equazione della/delle bisettrice/i, con:

Bisettrice dell'angolo[modifica | modifica wikitesto]

In geometria, la bisettrice è la semiretta che divide l'angolo in due settori congruenti.

Può essere idealmente considerata come l'asse di simmetria dell'angolo, che divide l'angolo iniziale di ampiezza in due angoli di eguale ampiezza .

Alcune proprietà geometriche della bisettrice:

  • Le bisettrici di due angoli opposti al vertice sono semirette opposte, che giacciono sulla stessa retta.
  • Analogamente, le bisettrici di due angoli esplementari sono semirette opposte.
    (Due angoli esplementari hanno ampiezza e quindi le due bisettrici formano un angolo di ampiezza ).
  • Le bisettrici di due angoli supplementari adiacenti sono perpendicolari.
    (Due angoli supplementari hanno ampiezza e quindi le due bisettrici formano un angolo di ampiezza ).

Costruzione con riga e compasso[modifica | modifica wikitesto]

Il problema di trovare la retta bisettrice dell'angolo formato da due rette date è un problema che si può risolvere con delle costruzioni con riga e compasso. La bisettrice di un angolo può essere infatti costruita, così come mostra Euclide[1], con riga e compasso secondo i seguenti passaggi:

  1. Puntando il compasso nel vertice con raggio a piacere, con un arco si individuano due punti e sui lati dell'angolo.
  2. Tracciando due circonferenze centrate in e in sempre con raggio si trovano i punti e di intersezione fra le due.
  3. Si traccia infine una retta da passante per : questa è la bisettrice.

La bisettrice in pratica viene trovata come la perpendicolare del punto medio di (punti 2 e 3) i cui estremi sono equidistanti dal vertice (punto 1).

Il problema analogo in cui date due rette si cercano altre due rette che dividano l'angolo compreso in tre parti uguali (il problema della trisezione dell'angolo) si può dimostrare essere insolubile mediante costruzioni con riga e compasso.

Angolo concavo[modifica | modifica wikitesto]

La bisettrice ovviamente esiste e può essere costruita anche per gli angoli concavi: è la semiretta opposta alla bisettrice costruita per l'angolo esplementare a quello dato.

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

Luogo dei punti equidistanti[modifica | modifica wikitesto]

La bisettrice di un angolo convesso è il luogo dei punti equidistanti dai lati.
Dimostrazione
Se individuiamo due generici punti e sui lati dell'angolo tali per cui le relative distanze dalla bisettrice si intersechino in sulla bisettrice, per verificare il teorema occorre che i segmenti e siano congruenti.
Per loro definizione una distanza forma un angolo retto con la base, ragione per cui e sono anche i cateti di due distinti triangoli rettangoli, aventi come ipotenusa e un angolo all'origine; essendo quindi le ipotenuse e, per la dimostrazione di sopra, almeno uno degli angoli acuti congruenti, per il terzo criterio di congruenza dei triangoli rettangoli, anche i cateti e , ossia le distanze, risultano

Talvolta questo teorema viene espresso in maniera generica senza precisare la natura dell'angolo, lasciando con ciò intendere che sia valido anche per gli angoli concavi, cosa però impossibile in quanto le distanze dei lati vengono proiettate in modo da essere divergenti rispetto alla bisettrice. Ovviamente esiste comunque un luogo dei punti equidistanti dal lati ma è esterno alla porzione di piano dell'angoli interessato, in quanto si trova nell'angolo esplementare a quest'ultimo, dove le distanze risultano convergenti.

La bisettrice nel triangolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel triangolo, per bisettrice di un angolo non s'intende solitamente più la semiretta che lo divide, ma il tratto di questa retta che congiunge il vertice col lato opposto; si tratta dunque di un segmento di cui è possibile determinare lunghezza.

Si è soliti, poi, distinguere la bisettrice a seconda se cada fuori o dentro al perimetro del triangolo considerando "interna" la bisettrice che giace internamente al perimetro, ed "esterna" quella che invece congiunge il vertice al prolungamento del lato opposto, in altre parole la bisettrice dell'angolo esterno, che è sempre esterna al perimetro del triangolo.

Vi sono inoltre diverse proprietà legate alle bisettrici:

  • La bisettrice interna ed esterna del medesimo vertice formano tra loro un angolo retto, e sono entrambe equidistanti dai lati adiacenti o dai loro prolungamenti[2].
  • In qualsiasi triangolo, le bisettrici interne si congiungono tutte e tre in un unico punto, incentro, interno al poligono ed equidistante dai lati del triangolo, mentre le bisettrici esterne si congiungono a coppie, assieme al prolungamento della bisettrice interna del terzo vertice, in un punto esterno (ex-centro) al perimetro equidistante dal loro lato comune e dai prolungamenti degli altri due lati.
  • la bisettrice interna e quella esterna del medesimo vertice incontrano il lato opposto e il suo prolungamento in due punti, le cui distanze dagli estremi di quest'ultimo stanno fra loro come i lati adiacenti, questa proprietà è in parte riassunta nel teorema della bisettrice.

Teoremi legati alle bisettrici interne[modifica | modifica wikitesto]

Primo teorema[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le bisettrici interne s'intersecano in un unico punto, detto incentro, equidistante da ciascun lato del triangolo.

Il teorema afferma che le bisettrici interne sono segmenti concorrenti in quanto si incontrano in un unico punto all'interno del triangolo. L'unicità di tale punto è poi avvalorata anche dal fatto di essere l'incentro del triangolo, ossia il centro della circonferenza inscritta nel poligono (unica per sua definizione) e quindi equidistante da tutti i lati del triangolo, condizione necessaria per appartenere contemporaneamente tutte e tre le bisettrici, i punti delle quali però sono equidistanti soltanto rispetto ai due lati dell'angolo che bisecano (e non necessariamente al terzo lato del triangolo).

Il prolungamento della bisettrice, oltre il lato opposto, e quindi all'infuori dell'area poligonale, permette poi a quest'ultima di congiungersi sempre con le bisettrici, ma esterne, degli altri vertici in un secondo punto, detto ex-centro, che ha questa volta la proprietà di essere equidistante dal lato opposto e dai prolungamenti degli altri due lati.

Teorema della bisettrice[modifica | modifica wikitesto]

In un triangolo i lati adiacenti stanno fra loro come le parti distinte dalla bisettrice sul lato opposto.

Dato il triangolo e la sua bisettrice interna in deve valere la seguente proporzione:

Dimostrazione

Si considerino i triangoli e componenti avendo la stessa altezza, le loro aree staranno nel medesimo rapporto delle basi e [3], i due segmenti evidenziati dalla bisettrice; date, però, le proprietà di quest'ultima, anche che in i due triangoli avranno la medesima altezza[4], ragione per cui le loro aree staranno ancora nello stesso rapporto delle basi ora rappresentate da e lati del triangolo iniziale.
Essendo dunque costante entrambe le volte il rapporto ed essendo sempre le stesse aree possiamo scrivere che:

Corollario

Ogni bisettrice è divisa dalle altre interne in due segmenti che stanno fra loro come i lati del vertice alle porzioni omolaterali[5] che individua sul lato opposto.

Poiché le bisettrici si incontrano in un unico punto e ognuna di queste evidenzi due triangoli complementari, il precedente corollario non è niente di più che una semplice applicazione del teorema ai triangoli da loro creati, e permette di evidenziare i seguenti rapporti:

Formulario[modifica | modifica wikitesto]

Formule geometriche:

Formule trigonometriche:

Teoremi legati alle bisettrici esterne[modifica | modifica wikitesto]

Primo Teorema[modifica | modifica wikitesto]

Due bisettrici esterne s'intersecano in un punto, detto ex-centro, equidistante dal lato comune e dai prolungamenti dei lati rimanenti del triangolo.

Proprio come le bisettrici interne anche le esterne sono equidistanti da entrambi i lati del vertice, anche se uno di questi è rappresentato da un suo prolungamento, è quindi ovvio che, in analogia all'incentro, pure il punto d'incontro di due bisettrici esterne sia dunque equidistante dal lato comune ai vertici ed ai prolungamenti dei lati rimanenti; così come non deve stupire il fatto che per tale punto passi pure la bisettrice interna del terzo vertice.

Teorema della bisettrice (esterna)[modifica | modifica wikitesto]

È un teorema simile a quello della bisettrice interna, che afferma che data la bisettrice esterna del vertice questa incontra il prolungamento del lato opposto, in un punto tale che e stanno tra loro come i lati e Ossia:

[7]

Il teorema non è, però, sempre applicabile, mentre, infatti, la sua validità può essere verificata per tutti e tre vertici di un triangolo scaleno, nel caso dei triangoli isosceli si limita ai soli angoli congruenti (in genere quelli alla base), poiché le due bisettrici esterne del terzo vertice sono parallele[8] al lato opposto, ed è addirittura inapplicabile per i triangoli equilateri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La costruzione della bisettrice è spiegata alla IX proposizione del I libro degli Elementi
  2. ^ Le bisettrici di un triangolo sono segmenti di bisettrici di angolo e perciò sono implicite le stesse proprietà di cui sopra.
  3. ^ e hanno la stessa altezza del triangolo originario rispetto alle basi e considerando quindi e le loro basi si ha
  4. ^ Siccome la bisettrice è equidistante dai lati in ogni sui punto, in la distanza del vertice dai lati e ora basi di e deve essere la stessa
  5. ^ Il lato e il segmento che si trovano dalla stessa parte, destra o sinistra, rispetto alla bisettrice
  6. ^ Il teorema è applicabile solamente alla bisettrice esterna dalla parte del lato più corto del vertice, in quanto solo da questa parte la bisettrice e il prolungamento sono convergenti.
  7. ^ Nell'impostazione della relazione, occorre prestare attenzione a quale dei due lati è quello più corto, onde evitare di invertire erroneamente il rapporto fra le coppie di segmenti.
  8. ^ Nel triangolo isoscele la bisettrice interna del vertice avente i lati uguali corrisponde con l'altezza; le bisettrici esterne dunque, essendo perpendicolari all'altezza, risultano parallele al lato opposto.

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