Antonio Serra (economista)

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Antonio Serra (Dipignano, metà XVI secoloNapoli, primi anni XVII secolo) è stato un economista e filosofo italiano della scuola mercantilista.

Serra è considerato il primo scrittore di economia politica in Italia[1], e uno dei primi in Europa. A Serra va «il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla politica economica».[2] Inoltre è considerato il primo ad aver scritto un'opera di politica economica sul mercantilismo, una forma politica commerciale primitiva del protezionismo, nel 1613 dal titolo Piccolo trattato sulla ricchezza e sulla povertà delle nazioni.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere

Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in utroque, nel 1613 Serra fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella per liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente dietro accusa di falso monetario.[4]

Mentre era in carcere compose il Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade, conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto.[5] Il 6 settembre 1617 riuscì a farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro fu infruttuoso e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente morì.[6][7]

Essendo molto gravi all'inizio del XVII secolo le condizioni finanziarie del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi), Marc'Antonio De Santis (Discorsi, 1605) aveva proposto di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con De Santis è alla base del Breve Trattato di Antonio Serra, che dimostra con esempi tratti dalla storia antica e contemporanea l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi, e da ciò trae occasione per spiegare le vere cause della prosperità delle nazioni.[8]

Serra comincia analizzando le cause della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori che avrebbero potuto invertire questa tendenza economica.[9] Egli fu il primo ad analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i beni visibili che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali). Ha spiegato come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado di respingere l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata nella promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica[10] ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì "lampada di vita".[11]

Sua influenza nella storia del pensiero economico[modifica | modifica wikitesto]

Fu l'abate Ferdinando Galiani (1728-1787) a riscoprire l'opera, tessendone un elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta.[12] "Chiunque leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli rimedi efficaci."[13] Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica.[12]

Serra, che in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato finalmente riscoperto.[14] L'opera di Serra ed il suo breve trattato[12] figurano con molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert[15][16].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Friedrich List, National system of political economy, J.B. Lippincott & Co., 1856, p. 407.
  2. ^ Joseph Alois Schumpeter (1959), p. 236.
  3. ^ Friedrich List, The National System of Political Economy, A.M. Kelley, 1916, p. 265.
  4. ^ Luca Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo tre millenni, Rubbettino Editore, 2001, p. 105, ISBN 88-498-0127-0.
  5. ^ Francesco Martelloni, Regno di Napoli e Terra d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una "crisi", in C. Perrotta (a cura di), La scienza è una curiosità. Scritti in onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, 2004, p. 117, ISBN 88-8176-605-1.
  6. ^ Rodolfo Benini (1892), p. 222.
  7. ^ Benedetto Croce, Storia del Regno di Napoli, Editori Laterza, 1972.
    «Avendo ottenuto di parlare al viceré duca di Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito, presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e chiacchiere senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.»
  8. ^ Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 92, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
  9. ^ (ES) Manuel Serra Moret, Diccionario Económico de Nuestro Tiempo, su eumed.net, 1944.
  10. ^ Theodore A. Sumberg (1991).
  11. ^ Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno, 2013, Ecra, ISBN 978-88-6558-082-0.
  12. ^ a b c Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Volume 1, Antonio Serra, Destefanis, 1803, p. XXVIII
  13. ^ Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta, Opere di Ferdinando Galiani, Milano-Napoli 1975.
  14. ^ (EN) Rosario Patalano e Sophus A. Reinert (a cura di), Antonio Serra and the Economics of Good Government, Palgrave Macmillan, 2016, ISBN 978-1137539953.
  15. ^ (EN) Erik S. Reinert, How Rich Countries Got Rich and Why Poor Countries Stay Poor, PublicAffairs, 2008, ISBN 978-1586486686.
  16. ^ (EN) Erik S. Reinert, Giovanni Botero (1588) and Antonio Serra (1613): Italy and the birth of development economics, in Handbook of Alternative Theories of Economic Development, Edward Elgar Publishing, 2016, pp. 3-41.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ferdinando Galiani, Della moneta, Napoli 1780, pp. 409 s.;
  • Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio Serra primo scrittore di economia civile (1802), in Luca Addante, Patriottismo e libertà. L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza 2009, pp. 133–233;
  • Pietro Custodi, Notizie degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano 1803, pp. XXVII-XLV;
  • Giuseppe Pecchio, Storia della economia pubblica in Italia, Lugano 1829, pp. 57–65, 72, 297;
  • Narrazioni tratte dai giornali del governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli scritti da Francesco Zazzera (1616-1620), in Archivio storico italiano, IX (1846), p. 520;
  • Giacomo Savarese, Trattato di economia politica, I, Napoli 1848, p. 177;
  • Francesco Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del secolo XVIII, Torino 1852, pp. V-LXX;
  • Lodovico Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e degli Stati, Napoli 1857, pp. 154 s., 225;
  • Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli 1869, pp. 284, 363 s.;
  • Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza 1870, pp. 186–191;
  • Tommaso Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia 1879;
  • Luigi Amabile, Fra Tommaso Campanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, III, Napoli 1882, pp. 646 s.;
  • Antonio De Viti de Marco, Le teorie economiche di Antonio Serra, in Memorie del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali, XVIII (1891), pp. 103–130;
  • Rodolfo Benini, Sulle dottrine economiche di Antonio Serra Appunti critici, in Giornale degli economisti, vol. 5, settembre 1892, pp. 222-248, JSTOR 23219988.
  • Economisti del Cinque e Seicento, a cura di A. Graziani, Bari 1913, pp. 388 s.;
  • G. Arias, Il pensiero economico di Antonio Serra, in Politica, XVI (1923), pp. 129–146; B. Croce, Storia del Regno di Napoli (1925), Bari 1967, pp. 127, 139 s., 149;
  • Economisti napoletani dei sec. XVII e XVIII, a cura di Giorgio Tagliacozzo, Bologna 1937, pp. V, IX s., XXIX s., LVIII, LXV;
  • Luigi Einaudi, Saggi bibliografici e storici intorno alle dottrine economiche, Roma 1953, pp. 132 s.;
  • Joseph Alois Schumpeter, Storia dell'analisi economica, Torino, 1959 [1954], pp. 236 s.
  • Luigi De Rosa, Antonio Serra e i suoi critici, in Atti del 3º Congresso storico calabrese, Napoli 1964, pp. 551–576;
  • Giuseppe Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Guida Editori, 1992, p. 226, 257 s., ISBN 9788878350489.
  • Oscar Nuccio, Sul significato storico del «Breve trattato» di Antonio Serra, in Rivista storica del Mezzogiorno, 1967, n. 1-2, pp. 46–71;
  • Raffaele Colapietra, Introduzione, in Problemi monetari negli scrittori napoletani del Seicento, a cura di R. Colapietra, Roma 1973, pp. 5–84;
  • Antonio Aquino, Antonio Serra e l'approccio monetario all'analisi della bilancia dei pagamenti, in Studi economici, XIV (1981), pp. 121–136;
  • Raffaele Colapietra, Genovesi in Calabria nel Cinque e Seicento, in Rivista storica calabrese, n.s., II (1981), pp. 15–89;
  • Manoscritti napoletani di Paolo Mattia Doria, a cura di Giulia Belgioioso, I, Galatina 1981, pp. 119, 146;
  • Tullio Toscano, Il "Breve trattato" di Antonio Serra e la disputa sui cambi esteri del Regno di Napoli, in Rivista di politica economica, LXXV (1985), pp. 205–217;
  • Clemente Secondo Rije, Notizie biografiche su Antonio Serra, in A. Serra, Breve trattato (1613), ed. anast., introduzione di Sergio Ricossa, Napoli 1986, pp. XV-XXIV;
  • Peter Groenewegen, Serra, Antonio in The New Palgrave: a dictionary of economics, a cura di John Eatwell, Murray Milgate, Peter Kenneth Newman, IV, London 1987, pp. 313 s.;
  • Sergio Ricossa, Cento trame di classici dell’economia, Milano 1991, pp. 24–26;
  • Theodore A. Sumberg, Antonio Serra: A Neglected Herald of the Acquisitive System, in American Journal of Economics and Sociology, vol. 50, n. 3, 1991, pp. 365–373, DOI:10.1111/j.1536-7150.1991.tb02304.x, JSTOR 3487279.
  • Oscar Nuccio, Il pensiero economico italiano, II, 2, Sassari 1992, pp. 1265–1340;
  • Antonio Serra und sein Breve trattato: Vademecum zu einem Unbekannten Klassiker, a cura di Bertram Schefold, Düsseldorf 1994;
  • Il Mezzogiorno agli inizi del Seicento, a cura di L. De Rosa, Roma-Bari 1994, pp. XXXVIII s., 320 s. e passim;
  • Alle origini del pensiero economico in Italia, I, Moneta e sviluppo negli economisti napoletani dei secoli XVII-XVIII, a cura di A. Roncaglia, Bologna 1995 (in partic. E. Zagari, Moneta e sviluppo nel «Breve trattato» di Antonio Serra, pp. 15–36; A. Rosselli, Antonio Serra e la teoria dei cambi, pp. 37–58);
  • Antonio Landolfi, Domenico Luciano, Prefazione, in A. Serra, Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d’oro e argento..., a cura di Antonio Landolfi, Domenico Luciano, Vibo Valentia 1999, pp. 5–22;
  • Augusto Placanica, Storia della Calabria dall’antichità ai giorni nostri, Roma 1999, pp. 208, 233;
  • Alessandro Roncaglia, Antonio Serra, in Rivista italiana degli economisti, IV (1999), pp. 421–437;
  • Luca Addante, Repubblicanesimo e mito di Venezia nel Breve trattato di Antonio Serra, in Clio, XXXVII (2001), pp. 117–154;
  • Erik S. Reinert, Sophus A. Reinert, An early national innovation system: the case of Antonio Serra's 1613 Breve trattato, in Institutions and economic development / Istituzioni e sviluppo economico, I (2003), pp. 87–119;
  • Alessandro Roncaglia, La ricchezza delle idee. Storia del pensiero economico, Roma-Bari 2006, pp. 49 s., 53 s., 122, 215;
  • Enzo Grilli, Serra visto da Enzo Grilli, Roma 2006;
  • Rosario Villari, Politica barocca. Inquietudini, mutamento e prudenza, Roma-Bari 2010, pp. 6, 11, 91, 151, 207, 264, 269, 271;
  • Sophus A. Reinert, Introduction, in A. Serra, A short treatise on the wealth and poverty of nations, a cura di Sophus A. Reinert, London 2011, pp. 1–93;
  • Alessandro Roncaglia, Antonio Serra, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, Roma 2012, pp. 412–419;
  • Rosario Villari, Un sogno di libertà. Napoli nel declino di un impero (1585-1648), Milano 2012, pp. 103 s., 118, 303, 407;
  • Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno, Roma 2013;
  • Cosimo Perrotta, Antonio Serra's development economics: mercantilism, backwardness, dependence, in History of economic thought and policy, II (2013), pp. 5–19;
  • Luca Addante, La politica del Breve trattato, in A. Serra, Breve trattato..., trad. in italiano moderno di Giuseppe Nicoletti, Soveria Mannelli 2015, pp. 15–24;
  • Antonio Serra and the economics of good government, a cura di Rosario Patalano, Sophus A. Reinert, Basingstoke-New York 2016 (in partic. Rosario Patalano, Serra's Brief treatise in a world-system perspective: the Dutch miracle and Italian decline in the early 17th century, pp. 63–88);
  • Gaetano Sabatini, The influence of Portuguese economic thought on the Breve trattato: Antonio Serra and Miguel Vaaz in Spanish Naples, pp. 89–111;
  • Luca Addante, The republic of wealth and liberty: the politics of Antonio Serra, pp. 143–165;
  • André Tiran, Real and monetary factors in the de Santis-Serra controversy, pp. 191–213;
  • Cosimo Perrotta, Serra and underdevelopment, pp. 214–233;
  • Francesco Di Battista, Serra's discovery and ill fate in the liberal 19th century, pp. 281–298;
  • Alessandro Roncaglia, The heritage of Antonio Serra, pp. 299–314.

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