Aldo Quarantotti

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Aldo Quarantotti
NascitaNapoli, 23 gennaio 1910
MorteCielo di Malta, 12 luglio 1942
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàBombardamento
Caccia
Reparto11ª Squadriglia
Anni di servizio1933-1942
GradoTenente colonnello
GuerreGuerra d'Etiopia
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di mezzo giugno
Comandante di2º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare [1]
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Aldo Quarantotti (Napoli, 23 gennaio 1910Cielo di Malta, 12 luglio 1942) è stato un militare e aviatore italiano, che dopo aver partecipato alla guerra d'Etiopia e alla guerra civile spagnola, come maggiore della Regia Aeronautica durante il corso della seconda guerra mondiale fu comandante del 2º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre equipaggiato con i Reggiane Re.2001 Falco I. Decorato con una Medaglia d'oro, quattro d'argento e una di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un bombardiere Savoia-Marchetti S.M.81.

Nacque a Napoli il 23 gennaio 1910,[1] e dopo aver conseguito la maturità classica presso il locale Liceo Vittorio Emanuele II si arruolò nella Regia Aeronautica iniziando a frequentare, a partire dall’ottobre 1929, la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, Corso Grifo. Uscitone nell’agosto 1932 con il grado di sottotenente pilota, venne promosso tenente nel 1933, quando entrò in servizio nel 9º Stormo Bombardamento Terrestre di stanza sull'aeroporto di Roma-Ciampino.[2] Nel dicembre 1935 partì per l’Africa Orientale Italiana per combattere nella guerra d'Etiopia[3] in forza alla 11ª Squadriglia,[2] 26º Gruppo[4] del 9º Stormo,[2] equipaggiata con i bombardieri Savoia-Marchetti S.M.81.[5] Promosso capitano e decorato con una Medaglia d’argento e una di bronzo al valor militare, ritornò in Patria alla fine del 1936, offrendosi successivamente volontario per combattere nella guerra civile spagnola. Arrivato in terra di Spagna nel gennaio 1938, si distinse durante le operazioni contro la città di Barcellona,[6] arrivando a comandare una squadriglia da bombardamento notturna. Ritornato in Italia nel gennaio 1939, decorato con una seconda Medaglia d’argento al valor militare, entrò in servizio presso il Centro Sperimentale di Guidonia. Promosso qualche tempo dopo maggiore per meriti straordinari, con l’entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prese parte nel luglio successivo a un'azione contro la base di Gibilterra per cui fu decorato con una terza Medaglia d’argento al valor militare.

Promosso tenente colonnello,[1] nel maggio 1942 si trasferì in Sicilia[7] al comando dei 2º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre, equipaggiato con i nuovi caccia Reggiane Re.2001.[7] Nei due mesi successivi partecipò, con la 150ª Squadriglia, a numerose azioni contro l’isola di Malta,[7] abbattendo tre aerei[N 1] avversari durante la battaglia di mezzo giugno, venendo per questo decorato con la quarta Medaglia d'argento al valor militare.

Un Reggiane Re.2001 della 150ª Squadriglia, 2º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre.

Scomparve in mare con il suo aereo il 12 luglio 1942. Quel giorno tutta la 238ª Squadriglia prese parte ad un'operazione su Malta, da cui non rientrò un pilota,[8] il tenente Francesco Vichi. Il comandante del Gruppo, organizzò una missione di ricerca con quattro aerei, due dei quali fecero subito ritorno alla base per problemi tecnici. Mentre effettuava un volo sul mare a bassa quota insieme al tenente Carlo Seganti, nel tentativo di localizzare il pilota disperso, i due velivoli furono sorpresi da uno Spitfire[8] del No. 249 Squadron[N 2] pilotato dall'asso George Beurling,[9] che arrivando da dietro li abbatte rapidamente entrambi.[N 3]

Per onorarne il coraggio venne decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare[1] alla memoria. Una via di Roma porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di gruppo da caccia portava il suo reparto, ogni giorno, al combattimento sul mare e sul cielo di munita base nemica. Sempre primo ad attaccare, conseguiva personalmente ed in collaborazione numerose vittorie. Animatore instancabile, capo audace ed esperto, incurante del pericolo, destava l'ammirazione dei gregari e dei nemici, per l'impeto e la perizia dei suoi attacchi. Appena rientrato da una vittoriosa azione di guerra, ripartiva in volo, in un supremo tentativo di salvare un gregario caduto in mare, e, con ammirevole spirito di abnegazione e di sacrificio, insisteva nelle ricerche, nonostante le proibitive condizioni atmosferiche. Non faceva ritorno alla base, sopraffatto, non dal nemico, ma dall'avverso destino. Espressione purissima di eroismo e di fede, riaffermava le sue altissime virtù militari lasciando un retaggio luminoso di sublime ardimento. Cielo di Malta e del Mediterraneo, maggio-luglio 1942.[10]»
— Regio Decreto 23 novembre 1942[11]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ardito pilota di apparecchio plurimotore, volontario per l’A.O., dimostrava in tutti i voli compiuti, alcuni dei quali spinti oltre i 600 km dal campo di partenza, perizia e sprezzo del pericolo. Volontario nell’eseguire le missioni più difficili in azioni di volo rasente, noncurante della reazione antiaerea, ha dato prova del suo coraggio e della sua aggressività. Durante un combattimento e uno spezzonamento a bassa quota su forti gruppi di armati nella zona di Atzalà, fatto segno a reazione antiaerea che colpiva l’apparecchio in una parte vitale, restava sulla zona fino al completo esaurimento delle munizioni, infliggendo al nemico perdite. Portava la sua ala in tutte le battaglie che infransero la resistenza del nemico; inseguiva le colonne nemiche in rotta, con reiterati attacchi a volo rasente, contribuendo efficacemente alla vittoria terrestre. Cielo di Atzalà, 17 febbraio 1936; Cielo di Debra Marcos, 10 marzo 1936; Cielo di Gorgorà, 2 maggio 1936
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia di bombardamento notturno, in numerose azioni di guerra, superando valide difese avversarie, portava con impeto e coraggio la sua formazione contro importanti basi, che colpiva efficacemente. Noncurante della reazione che due volte colpiva parti vitali del suo apparecchio, confermava in ogni circostanza le sue belle doti di valoroso combattente. Cielo di Spagna, settembre-dicembre 1938
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava in qualità di pilota ad un bombardamento su Gibilterra. Superando grandi difficoltà derivanti dall’impiego di un velivolo di nuovo tipo, affrontava vittoriosamente, dopo sette ore di volo notturno alturiero, la difesa contraerea della munita piazzaforte avversaria. Portava così a distanza fino ad oggi mai raggiunta, un forte carico offensivo sorprendeva il nemico per la potente efficacia dell’azione e che riaffermava sulle estreme rive del Mediterraneo il domino dell’ala fascista. Cielo di Gibilterra, 26 luglio 1940
— Regio Decreto 3 luglio 1942[12]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava quale Comandante di Gruppo, alla luminosa vittoria dell’Ala d’Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942, nel Mediterraneo. In aspri combattimenti su mare aperto, contro caccia nemici incrocianti sul cielo della battaglia, abbatteva personalmente tre velivoli avversari e concorreva all’abbattimento ed al danneggiamento di molti altri. Cielo del Mediterraneo, 14-15 giugno 1942
— Regio Decreto 28 gennaio 1943[13]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo equipaggio di un velivolo da bombardamento incaricato di portare rifornimenti alla capitale dell’impero, nonostante che le condizioni atmosferiche veramente proibitive rendessero il volo oltremodo rischioso, minacciando più volte di infrangere il velivolo contro le rocce, spinto dal più alto senso del dovere, non desisteva dal compito affidatogli riuscendo a raggiungere la meta dopo una lunga e pericolosa navigazione strumentale. Ammirevole esempio di perizia, di cosciente ardimento e di alto senso del dovere. Cielo di Addis Abeba, 25 giugno 1936

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In quel periodo al suo reparto venne accreditato complessivamente l’abbattimento di 64 velivoli nemici in 34 missioni.
  2. ^ Si trattava dello Spitfire matricola BR565/U.
  3. ^ I due Re.2001 furono avvistati da Beurling e dal suo comandante, il Flg. Off. Hetherington, mentre a loro volta erano alla ricerca del collega Berkeley-Hill che non era rientrato da una missione precedente.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 240.
  2. ^ a b c Brotzu, Caso, Cosolo 1972, p. 37.
  3. ^ Lioy 1965, p. 43.
  4. ^ Dunning 1988, p. 37.
  5. ^ Dunning 1988, p. 35.
  6. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1972, p. 51.
  7. ^ a b c Dunning 1988, p. 20.
  8. ^ a b Shores, Cull, Malizia 1991, pp. 405-409.
  9. ^ Apostolo 2000, p.31.
  10. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  11. ^ Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 50, pag. 2720 e Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 6, pag.357.
  12. ^ Bollettino ufficiale 1940, dispensa 41ª, p. 1437, registrato alla Corte dei conti addì 12 agosto 1942, registro n.4 Aeronautica, foglio n.223.
  13. ^ Bollettino ufficiale 1942, supplemento 9, registrato alla Corte dei conti addì 16 aprile 1943, registro n.19 Aeronautica, foglio n.333.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Giorgio Apostolo e Giovanni Massimello, Italian Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing, 2000, ISBN 1-84176-078-1.
  • Emilio Brotzu, Michele Caso e Gherardo Cosolo (a cura di), Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale, Caccia-Assalto Vol.3, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1972.
  • Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo e Michele Caso (a cura di), Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale, Bombardieri-Ricognitori Vol.4, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1972.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
  • (EN) Cristopher Shores, Brian Cull e Nicola Malizia, Malta: the Spitfire year 1942, London, Grubb Street, 1991, ISBN 0-948817-16-X.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Marin, Un grazie a di riconoscenza a Frontini, Ammannato e Grassi, in L’Incontro, Roma, Associazione Italiana Ciechi di Guerra, gennaio-aprile 1969.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]