Adelaide Borghi-Mamo

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Adelaide Borghi-Mamo

Adelaide Borghi-Mamo (Bologna, 9 agosto 1829Bologna, 27 settembre 1901) è stata un mezzosoprano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Allieva di M. Festa, esordì a Urbino nel 1846 nel Giuramento di Mercadante. Sposatasi a Malta (1849) col tenore spagnolo Miguel Mamo, aggiungendo il suo cognome a quello del marito,[1] il 27 dicembre 1851 è Malvina nella prima assoluta di Malvina di Scozia di Giovanni Pacini con Achille De Bassini al Teatro San Carlo di Napoli dove torna nel 1853 come la protagonista della prima assoluta di Statira di Mercadante con Raffaele Mirate, Azucena ne Il trovatore con Rosina Penco e Gaetano Fraschini e canta nella prima assoluta di Romilda di Provenza di Pacini con Fraschini e nel 1854 è Tremacoldo nel successo della prima assoluta di Marco Visconti di Errico Petrella con la Penco e Fraschini.

Al Teatro del Fondo di Napoli nel 1853 è Alina di Gaetano Braga e canta nella prima assoluta di L'alchimista di Lauro Rossi, e cantò a Vienna, fu quindi a Parigi al Théâtre-Italien (1854-56) il 23 dicembre 1854 è Azucena ne Il trovatore con Erminia Frezzolini e Francesco Graziani e il 30 gennaio 1855 è Leodato nella prima di L'ultimo dei Clodovei (seconda versione di Gli arabi nelle Gallie) di Pacini e all'Opéra (1856-60); in quest'ultimo anno cantò a Londra.

Il 24 dicembre 1854 a Parigi al termine del Trovatore ebbe la figlia Erminia con parto urgente, anche lei futura cantante lirica. Nel 1859 creò la parte d'Olympia nel capolavoro di Félicien David, l'Herculanum.

In seguito s'esibì per due stagioni alla Scala, dove prese parte alla prima rappresentazione dell'Espiazione (1861) e del Rienzi (1862) di Achille Peri; a Madrid, Genova e Venezia. Ritiratasi dalle scene nel 1875, si stabilì a Firenze, quindi a Bologna, nel nobile Palazzo Lupari in Strada Maggiore 11. Fra le sue maggiori interpretazioni: Favorita; Traviata, Trovatore; Semiramide, Cenerentola, Barbiere, Matilde di Shabran, Otello di Rossini; La reine de Chypre di Halévy.

Monumento Borghi-Mamo di Enrico Barbieri.

È sepolta insieme alla figlia alla Certosa di Bologna, nella tomba di famiglia opera di Enrico Barberi, nella Galleria degli Angeli.[2]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

A Bologna, una lapide la ricorda sulla facciata della sua casa in Strada Maggiore 11, e le è intitolata una via nel quartiere Murri.

Un busto in gesso è conservato al Museo internazionale e biblioteca della musica.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Adelaide Borghi-Mamo, su treccani.it. URL consultato il 10 gennaio 2019.
  2. ^ Borghi Mamo Adelaide, Storia e Memoria di Bologna.
  3. ^ Museo internazionale e biblioteca della musica - Iconoteca, su www.bibliotecamusica.it. URL consultato il 14 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Chiara Mazzi, La cantante Adelaide Borghi Mamo, in Vedere Oltre, Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, dicembre 2015. URL consultato il 4 aprile 2021.
  • Serena Bersani, "Adelaide Borghi Mamo, la cantante ammirata da Boito", 101 donne che hanno fatto grande Bologna, Roma, Newton Compton, 2012
  • Giorgio Apollonia, Ugole felsinee per Wolfango, in Piero Mioli (a cura di), L'idillio di Amadeus. Musica, arte e società a Bologna attorno alla luminosa permanenza di Mozart nel 1770, Bologna, A. Forni, 2008, p. 404
  • Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 3., p. 130
  • Franca Varignana (a cura di), Coscienza urbana e urbanistica tra due millenni. 1., Fatti bolognesi dal 1796 alla prima guerra mondiale, Bologna, San Giorgio in Poggiale, 11 dicembre 1993-13 febbraio 1994, , Bologna, Grafis, 1993, p. 167 (ill.)
  • Tiziano Costa, Donne da prima pagina nel passato di Bologna, Bologna, Costa, 2017, pp. 134–135
  • Tiziano Costa, Grande libro dei personaggi di Bologna. 420 storie, Bologna, Costa, 2019, p. 56
  • Giancarlo Roversi (a cura di), Donne celebri dell'Emilia-Romagna e del Montefeltro. Dal Medioevo all'Ottocento, Casalecchio di Reno, Grafis, 1993, p. 191
  • Giancarlo Landini, Tre cantatrici petroniane: Gabussi, Borghi-Mamo, Galletti-Gianoli, in Piero Mioli (a cura di), Bologna in musica. Musica e poesia, teatro e polemica, arte e costume nella Bologna del Seicento e dell'Ottocento, atti delle Giornate di studio, Bologna, Conservatorio di musica G. B. Martini, 2003, pp. 132–155
  • Francesco Vatielli, Cinquant'anni di vita musicale a Bologna (1850-1900). Parte prima, in: L'Archiginnasio, 15 (1920), p. 141

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