Malattia da virus Ebola: differenze tra le versioni

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La febbre emorragica da Ebola (EVD) è causata da quattro dei cinque virus classificati nel genere Ebolavirus, famiglia Filoviridae, ordine Mononegavirales. I quattro virus che causano malattie sono il virus Bundibugyo (BDBV), il virus Sudan (SUDV), il virus Taï Forest (TAFV), ed infine un virus chiamato semplicemente, virus Ebola (il virus EBOV, ex Zaire Ebola).
La febbre emorragica da Ebola (EVD) è causata da quattro dei cinque virus classificati nel genere Ebolavirus, famiglia Filoviridae, ordine Mononegavirales. I quattro virus che causano malattie sono il virus Bundibugyo (BDBV), il virus Sudan (SUDV), il virus Taï Forest (TAFV), ed infine un virus chiamato semplicemente, virus Ebola (il virus EBOV, ex Zaire Ebola).
Il virus Ebola è l'unico membro della specie ebolavirus Zaire, ed è anche il più pericoloso nel causare la nota malattia da virus Ebola, oltre ad essere responsabile del maggior numero di focolai epidemici. Il quinto virus, virus Reston (RESTV), si ritiene non possa causare malattia nell'essere umano. I cinque virus Ebola sono strettamente correlati ai [[Marburg (virus)|virus Marburg]].
Il virus Ebola è l'unico membro della specie ebolavirus Zaire, ed è anche il più pericoloso nel causare la nota malattia da virus Ebola, oltre ad essere responsabile del maggior numero di focolai epidemici.<ref name=KuhnArch>{{cita pubblicazione |autore= Kuhn JH |coautori= Becker S, Ebihara H, Geisbert TW, Johnson KM, Kawaoka Y, Lipkin WI, Negredo AI, Netesov SV, Nichol ST, Palacios G, Peters CJ, Tenorio A, Volchkov VE, Jahrling PB |titolo= Proposal for a revised taxonomy of the family Filoviridae: Classification, names of taxa and viruses, and virus abbreviations |rivista= Archives of Virology |volume= 155 |numero= 12 |pagine= 2083–103 |anno= 2010 |id= PMID 21046175 |pmc= 3074192 |doi= 10.1007/s00705-010-0814-x }}</ref> Il quinto virus, virus Reston (RESTV), si ritiene non possa causare malattia nell'essere umano. I cinque virus Ebola sono strettamente correlati ai [[Marburg (virus)|virus Marburg]].


== Note ==
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Versione delle 11:20, 16 ago 2014

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La febbre emorragica Ebola (acronimo inglese EHF), conosciuta anche come malattia da virus Ebola (acronimo inglese EVD) è una malattia degli esseri umani e di altri primati causata dal virus Ebola. I sintomi della malattia iniziano da due giorni a tre settimane dopo aver contratto il virus, con febbre, faringodinia (mal di gola), dolori muscolari e cefalea (mal di testa). A questi primi sintomi fanno in genere seguito nausea, vomito, e diarrea, unitamente a segni di alterazione della funzionalità epatica e renale. In questa fase della malattia, alcune persone possono cominciare a presentare emorragie che si possono manifestare verso l'esterno (emorragie esterne) oppure interessare alcune cavità corporee (emorragie interne). Il rischio di morte tra le persone infette è estremamente alto.[1]

Il virus può essere acquisito entrando a contatto con sangue o fluidi corporei di un animale infetto (comunemente le scimmie o pipistrelli della frutta).[1] Ad oggi non pare possibile che possa esistere un contagio tra animali ed uomo attraverso l'aria, in un ambiente naturale.[2] Le volpi volanti sono ritenute in grado di trasportare e diffondere il virus senza esserne colpite, ovvero senza sviluppare la malattia.[1]

Una volta che si sia verificata l'infezione umana, la malattia può diffondersi attraverso gli esseri umani. Coloro che sopravvivono alla malattia possono essere in grado di trasmettere il virus attraverso lo sperma per quasi due mesi.[1] la diagnosi richiede l'esclusione di altre malattie caratterizzate da sintomi simili, come la malaria, il colera, e altre febbri emorragiche virali. Per confermare la diagnosi, i campioni di sangue del caso sospetto vengono testati con la ricerca di anticorpi anti-virus, RNA virale, o del virus stesso.[1]

La prevenzione comprende tutte le misure che favoriscono la riduzione della diffusione della malattia dalle scimmie infette e dai maiali agli esseri umani. Queste misure comprendono un attento controllo di questi animali per una possibile infezione, noché la loro uccisione ed il corretto smaltimento dei corpi in caso di positività per i test di malattia.

La corretta cottura della carne e l'indossare indumenti protettivi quando si maneggia la carne possono essere due misure ugualmente uutili, così come l'indossare un abbigliamento adeguato e lavarsi le mani quando si accudisce una persona malata. I campioni di fluidi corporei e tessuti da parte di persone con la malattia devono essere trattati con particolare cautela.[1]

Non esiste una terapia specifica per la malattia. Il trattamento dei pazienti affetti è sostanzialmente un trattamento di supporto che comprende una adeguata reidratazione orale (semplice acqua leggermente zuccherata e addizionata di una modica quantità di sale) o l'infusione di fluidi per via endovenosa. La malattia ha un tasso di mortalità molto elevato, e spesso va incontro a morte una percentuale compresa tra il 50% e il 70% delle persone infettate dal virus.[1][3] La febbre emorragica da virus dell'Ebola (EVD) è stata identificata per la prima volta in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo. La malattia si verifica in genere in focolai epidemici che interessano regioni tropicali dell'Africa sub-sahariana. Dal 1976 (data nella quale è stato identificato per la prima volta)]].[4] fino a tutto il 2013, meno di 1.000 persone all'anno sono state contagiate.[1][5] La più grande epidemia di Ebola è avvenuta a partire dai primi mesi del 2014 ed è tuttora in corso in Africa Occidentale, interessante in particolare la Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria.[6][7] Ad agosto 2014 sono stati riportati circa 2000 casi sospetti.[8] Sono attualmente in atto tentativi per la ricerca di un vaccino efficace.

Segni e sintomi

I pazienti affetti da febbre emorragica da Ebola possono essere stati esposti al virus a seguito di un'esposizione primaria (evento che tipicamente coinvolge i residenti in un'area endemica, oppure coloro che vi si recano per motivi di lavoro o di turismo) oppure a seguito di esposizione secondaria. In quest'ultimo caso il contagio è spesso di tipo inter-umano e coinvolge gli operatori sanitari (medici,infermieri, assistenti familiari) oppure gli operatori addetti alla preparazione dei cadaveri per la sepoltura. È anche possibile un contagio umano direttamente ad opera dei primati affetti dal virus nei veterinari e negli addetti alla assistenza agli animali stessi, così come in coloro che manipolano e preparano carni destinate al consumo umano.

Dopo un periodo di incubazione variabile tra 2-8 giorni (che in alcuni pazienti può prolungarsi fino a 21 giorni), la malattia si viene a manifestare improvvisamente, in genere con uno stadio simil-influenzale.[9][10] In una fase precoce il quadro clinico è caratterizzato da affaticamento, febbre (anche elevata, 38,5°C e oltre), cefalea, faringite, dolori articolari, muscolari e dolori addominali, cui possono associarsi vomito, diarrea e perdita di appetito. Alcuni soggetti possono presentare sintomi meno comuni che includono dolore toracico, singhiozzo, difficoltà respiratoria e difficoltà alla deglutizione di solidi e liquidi (disfagia). In circa il 50% dei casi si possono evidenziare alcune manifestazioni cutanee. Tra queste la più tipica è la comparsa di un rash maculopapulare. I primi sintomi della malattia possono essere confusi con quelli di esordio della malaria, della febbre tifoide, della dissenteria, della febbre dengue, o altre febbri tropicali, prima che la malattia progredisca fino alla fase finale di sanguinamento.

Nel 40-50% dei casi, il paziente è affetto da emorragie nei siti di iniezione e da emorragie mucose: in particolare emorragie gastrointestinali (feci scure o sanguinolente, melena), emorragie dal naso (epistassi), dalla vagina e dalle gengive. Questa è la tipica fase emorragica, che inizia in genere da 5 a 7 giorni dopo l'esordio dei primi sintomi. Alcuni pazienti possono presentare anche gravi emorragie interne e sottocutanee, che si manifestano con vomito ematico e gravi emorragie congiuntivali.[11] Il sanguinamento che interessa la cute può comportare l'insorgenza di petecchie, porpora, ecchimosi e ematomi, soprattutto in prossimità di eventuali siti di iniezione intramuscolare o endovenosa. Come visto i tipi di sanguinamento che si verificano in corso di malattia da virus Ebola possono essere estremamente vari, ma i più frequenti includono il vomito sanguinolento, la tosse con presenza di sangue (emoftoe) e la presenza di sangue nelle feci (ematochezia).

Il verificarsi di un sanguinamento di importante entità è raro e di solito è limitato al tratto gastrointestinale.[12][13] In generale, lo sviluppo di sintomi emorragici indica spesso una prognosi peggiore. Non è raro che siano le perdite ematiche a morte il paziente. Tutte le persone infette presentano alcuni sintomi di coinvolgimento del sistema circolatorio, ed in particolare alterazioni della coagulazione del sangue.[12] Alcuni soggetti possono presentare miocardite e edema polmonare. Se il soggetto infetto non recupera molto spesso evolve sviluppando dispnea e tachipnea, tachicardia e ipotensione arteriosa. Con l'evolvere della malattia si verificano danni a diversi organi, soprattutto ai reni (con conseguente proteinuria e anuria) e a milza e fegato, come risultato di una necrosi sistemica disseminata. Nelle fasi terminali il paziente scivola in coma. L'intervallo tra l'insorgenza dei sintomi e la morte è breve, generalmente compreso tra 1-2 settimane. A partire dalla seconda settimana di infezione si assiste ad una riduzione dell'iperpiressia ma la morte si verifica a causa dell'instaurarsi di una sindrome da disfunzione multiorgano (Multiple Organ Dysfunction Syndrome - MODS).[14][11]

Cause

La febbre emorragica da Ebola (EVD) è causata da quattro dei cinque virus classificati nel genere Ebolavirus, famiglia Filoviridae, ordine Mononegavirales. I quattro virus che causano malattie sono il virus Bundibugyo (BDBV), il virus Sudan (SUDV), il virus Taï Forest (TAFV), ed infine un virus chiamato semplicemente, virus Ebola (il virus EBOV, ex Zaire Ebola). Il virus Ebola è l'unico membro della specie ebolavirus Zaire, ed è anche il più pericoloso nel causare la nota malattia da virus Ebola, oltre ad essere responsabile del maggior numero di focolai epidemici.[15] Il quinto virus, virus Reston (RESTV), si ritiene non possa causare malattia nell'essere umano. I cinque virus Ebola sono strettamente correlati ai virus Marburg.

Note

  1. ^ a b c d e f g h Ebola virus disease Fact sheet N°103, su who.int, World Health Organization, marzo 2014. URL consultato il 15 agosto 2014.
  2. ^ 2014 Ebola Virus Disease (EVD) outbreak in West Africa, su who.int, WHO, 21 aprile 2014. URL consultato il 15 agosto 2014.
  3. ^ C.M. Fauquet, Virus taxonomy classification and nomenclature of viruses; 8th report of the International Committee on Taxonomy of Viruses, Oxford, Elsevier/Academic Press, 2005, p. 648, ISBN 9780080575483.
  4. ^ Isaacson, M, Sureau, P; Courteille, G; Pattyn, SR;, Clinical Aspects of Ebola Virus Disease at the Ngaliema Hospital, Kinshasa, Zaire, 1976. URL consultato il 15 agosto 2014.
  5. ^ Ebola Viral Disease Outbreak — West Africa, 2014, su cdc.gov. URL consultato il 15 agosto 2014.
  6. ^ CDC urges all US residents to avoid nonessential travel to Liberia, Guinea, and Sierra Leone because of an unprecedented outbreak of Ebola., su wwwnc.cdc.gov, 31 luglio 2014. URL consultato il 15 agosto 2014.
  7. ^ Outbreak of Ebola in Guinea, Liberia, and Sierra Leone, su cdc.gov, 4 agosto 2014. URL consultato il 15 agosto 2014.
  8. ^ Ebola virus disease, West Africa – update 13 August 2014, su afro.who.int, 8 agosto 2014. URL consultato il 15 agosto 2014.
  9. ^ Gatherer D, The 2014 Ebola virus disease outbreak in West Africa, in J. Gen. Virol., vol. 95, Pt 8, 2014, pp. 1619–1624, DOI:10.1099/vir.0.067199-0, PMID 24795448.
  10. ^ Ebola Hemorrhagic Fever Signs and Symptoms, su cdc.gov, 28 gennaio 2014. URL consultato il 15 agosto 2014.
  11. ^ a b Simpson DIH, Marburg and Ebola virus infections: a guide for their diagnosis, management, and control (PDF), su whqlibdoc.who.int, WHO Offset Publication No. 36, 1977, 10f.
  12. ^ a b Hoenen T, Groseth A, Falzarano D, Feldmann H, Ebola virus: unravelling pathogenesis to combat a deadly disease, in Trends in Molecular Medicine, vol. 12, n. 5, May 2006, pp. 206–215, DOI:10.1016/j.molmed.2006.03.006.
  13. ^ Fisher-Hoch SP, Platt GS, Neild GH, Southee T, Baskerville A, Raymond RT, Lloyd G, Simpson DI, Pathophysiology of shock and hemorrhage in a fulminating viral infection (Ebola), in J. Infect. Dis., vol. 152, n. 5, 1985, pp. 887–894, DOI:10.1093/infdis/152.5.887.
  14. ^ Bray M, Geisbert TW, Ebola virus: the role of macrophages and dendritic cells in the pathogenesis of Ebola hemorrhagic fever, in Int. J. Biochem. Cell Biol., vol. 37, n. 8, 2005, pp. 1560–6, DOI:10.1016/j.biocel.2005.02.018, PMID 15896665.
  15. ^ Kuhn JH, Becker S, Ebihara H, Geisbert TW, Johnson KM, Kawaoka Y, Lipkin WI, Negredo AI, Netesov SV, Nichol ST, Palacios G, Peters CJ, Tenorio A, Volchkov VE, Jahrling PB, Proposal for a revised taxonomy of the family Filoviridae: Classification, names of taxa and viruses, and virus abbreviations, in Archives of Virology, vol. 155, n. 12, 2010, pp. 2083–103, DOI:10.1007/s00705-010-0814-x, PMC 3074192, PMID 21046175.
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