Invasione anglosassone della Britannia: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nuova pagina: {{T|inglese|storia|novembre 2013}} frameless|260px|right L''''invasione anglosassone della Britannia''', anche indicata come ...
(Nessuna differenza)

Versione delle 12:41, 29 nov 2013

L'invasione anglosassone della Britannia, anche indicata come la colonizzazione anglosassone della Britannia, è l'insieme delle migrazioni di parecchie genti germaniche dalle coste occidentali dell'Europa continentale per insediarsi in Gran Bretagna avvenute nel V secolo d.C..

Non sono note date precise, ma si sa che l'invasione iniziò al principio del V secolo, dopo che le truppe romane lasciarono la Britannia nel 410, e proseguì per i decenni successivi.

Il loro arrivo è chiamato Adventus Saxonum nei testi latini, una definizione utilizzata per la prima volta da Gildas verso il 540[1].

L'Adventus Saxonum è considerato il punto di inizio della Storia dell'Inghilterra ed è tradizionalmente ritenuto un'invasione piuttosto che una colonizzazione, con date che differiscono e circostanze solamente ipotizzate. Qualunque possa essere la migliore data di inizio, una misura del successo iniziale che gli Anglosassoni ebbero giunse nel 441, quando la Cronica gallica del 452 registrò che la Britannia cadde sotto la dominazione sassone dopo aver subito molti disastri[1], intendendosi con questo che per quella data tutti i contatti con la costa britannica erano stati interrotti.

Vi è un dibattito tuttora aperto, sia fra gli studiosi sia in altri ambiti, relativamente alle modalità e alle ragioni per le quali gli insediamenti anglosassoni ebbero successo, così come quali fossero i rapporti fra Anglosassoni e Britanni romanizzati, in particolare in che misura i nuovi venuti cacciarono o sostituirono gli abitanti già presenti. I Britanni non romanizzati che vivevano nell'ovest e nel nord della Britannia restarono in gran parte estranei all'insediamento degli Anglosassoni.

Popoli

Il Venerabile Beda traduce Giovanni, J. D. Penrose, 1902 circa.

L'unica fonte scritta affidabile e utile riguardante le genti note con il nome di Anglosassoni e i luoghi da cui provenivano è la Historia ecclesiastica gentis Anglorum, scritta verso il 731 da Beda.

Essa identifica i migranti come Angli, Sassoni e Juti; inoltre afferma che[2] i Sassoni venivano dalla Antica Sassonia e gli Angli dall'Anglia, che si trovava tra le terre di origine di Sassoni e Juti[3][4].

Si ritiene ragionevolmente che l'Anglia corrisponda all'antico Schleswig-Holstein (lungo l'attuale confine tra Germania e Danimarca), includendo l'attuale Angeln. Lo Jutland era la patria degli Juti e la costa tra i fiumi Elba e Weser è il punto di origine dei Sassoni.


Fattori della migrazione

Crisi ambientale

Fino a circa il 200 a.C., la bassa costa continentale europea era scarsamente popolata, dopodichè il clima migliorò e l'ambiente divenne più adatto al popolamento umano[5][6]. Le condizioni rimasero favorevoli all'incirca dal 200 a.C. al 250 d.C., cosa che comportò una notevole crescita demografica, tanto da rendere la regione densamente popolata[7][8].

La regione subì comunque una serie di trasgressioni marine (definite Dunkirk 0 fino a Dunkirk IIIb), che erano caratterizzate dall'innalzamento della falda freatica e da alluvioni che lasciarono strati di argilla sul terreno. La più pesante fu la "trasgressione Dunkirk II", che iniziò nel III secolo e imperversò continuamente all'incirca dal 350 al 700 d.C., lasciando vaste aree costiere non abitabili.

Le popolazioni furono obbligate ad abbandonare le loro abitazioni e ad emigrare.

Debolezza britannica

L'occupazione romana della Britannia si era concentrata in larga parte sulle aree di interesse commerciale a meridione e a oriente. Queste regioni si integrarono nella società romana, governata da un'amministrazione civile e dalle leggi romane, divenendo nel tempo romanizzate[9].

Quando le truppe romane abbandonarono la Britannia nel 407[10], le regioni romanizzate del sud e dell'est si trovavano in uno stato di collasso economico[11], accompagnato da una deromanizzazione della popolazione[12].

Note

  1. ^ a b John Haywood, Dark Age Naval Power: Frankish & Anglo-Saxon Seafaring Activity (revised ed.), Anglo-Saxon Books, Frithgarth, 1999, ISBN 1-898281-43-2, pag. 80, Dark Age Naval Power, "Anglo-Saxon Piracy and the Migration to Britain". Nota a piè di pagina 32.
  2. ^ Beda, Historia ecclesiastica, Libro I, Capitolo 15
  3. ^ Giles, John Allen, ed. (1843a), "Ecclesiastical History, Books I, II and III", The Miscellaneous Works of Venerable Bede, II, Whittaker and Co., Londra, 1843, pagg. 72-73
  4. ^ Beda, Historia ecclesiastica, Libro I, Capitolo 15.
  5. ^ Louwe Kooijmans, L. P., The Rhine/Meuse Delta. Four studies on its prehistoric occupation and holocene geology (tesi di dottorato), Leiden University Press, Leida, 1974, pagg. 44-45, The Rhine/Meuse Delta.
  6. ^ Bo Ejstrud et. al., Bo Ejstrud, Thijs J. Maarleveld (a cura di), The Migration Period, Southern Denmark and the North Sea, Maritime Archaeology Programme, Esbjerg, 2008, ISBN 978-87-992214-1-7, pagg.17-19, The Migration Period.
  7. ^ Otto S. Knottnerus, Cultural History, in M. Vollmer et. al., LANCEWAD: Landscape and Cultural Heritage in the Wadden Sea Region—Project Report (12), Common Wadden Sea Secretariat, Wilhelmshaven, 2001, pagg. 29–63; pagg.30-31, LANCEWAD 2001: Cultural History.
  8. ^ Dirk Meier, Man and environment in the marsh area of Schleswig-Holstein from Roman until late Medieval times, Elsevier, Quaternary International, 112, 2004, pagg. 55–70, Man and Environment in Schleswig-Holstein.
  9. ^ Barri Jones, David Mattingly, An Atlas of Roman Britain, Blackwell Publishers, Cambridge, 1990 (pubblicato nel 2007), ISBN 9781842170670, pag. 151. Il grado di romanizzazione fu massimo nel sudest, diminuendo via via ci si spostava verso nord ed ovest, terminando al raggiungimento di una linea che si estendeva approssimativamente dall'East Riding of Yorkshire al Galles sudorientale.
  10. ^ Sheppard Sunderland Frere, Britannia: A History of Roman Britain (III ed. rivista), Routledge & Kegan Paul, Londra, 1987, ISBN 0-7102-1215-1, pag. 357, Britannia.
  11. ^ Chris Wickham, Kings Without States: Britain and Ireland, 400–800, The Inheritance of Rome: Illuminating the Dark Ages, 400–1000, Penguin Books, Londra, 2009 (pubblicato nel 2010), pagg. 150-169, ISBN 978-014-311742-1.
  12. ^ Chris Wickham, Framing the Early Middle Ages: Europe and the Mediterranean, 400–800, Oxford University Press, Oxford, 2005 (pubblicato nel 2006), ISBN 978-0-19-921296-5, pag. 47, Framing the Early Middle Ages, Geography and Politics.

Bibliografia

Ambiente tra il 250 e il 500 d.C.

Storia

  • Jos Bazelmans, Ethnic Constructs in Antiquity: The Role of Power and Tradition, Amsterdam University, 2009, pp. 321–337.
  • Mercia: An Anglo-Saxon Kingdom in Europe, Leicester University Press, 2001.
  • After Rome, Oxford University Press, 2003.
  • Mercian Studies, Leicester University Press, 1977.
  • Charles Isaac Elton, Origins of English History, Bernard Quaritch, 1882.
  • Sheppard Sunderland Frere, Britannia: A History of Roman Britain, Routledge & Kegan Paul, 1987.
  • The Works of Gildas and Nennius, James Bohn, 1841.
  • The Miscellaneous Works of Venerable Bede, II, Whittaker and Co., 1843a.
  • The Miscellaneous Works of Venerable Bede, III, Whittaker and Co., 1843b.
  • John Haywood, Dark Age Naval Power: Frankish & Anglo-Saxon Seafaring Activity, Anglo-Saxon Books, 1999.
  • Nicholas Higham, Rome, Britain and the Anglo-Saxons, B. A. Seaby, 1992.
  • Nicholas Higham, The Kingdom of Northumbria AD 350–1100, Alan Sutton Publishing, 1993.
  • An Atlas of Roman Britain, Blackwell Publishers, 1990.
  • D. P. Kirby, The Earliest English Kings, Routledge, 2000.
  • Celtic Britain and Ireland, c. 200–800, St. Martin's Press, 1990.
  • Maritime Celts, Frisians and Saxons, Council for British Archaeology, 1988, pp. 1–16.
  • David Mattingly, An Imperial Possession: Britain in the Roman Empire, Penguin Books, 2006.
  • Francis Pryor, Britain AD, Harper Perennial, 2004.
  • Daniel G. Russo, Town Origins and Development in Early England, c. 400–950 A.D., Greenwood Publishing Group, 1998.
  • Christopher A. Snyder, An Age of Tyrants: Britain and the Britons A.D. 400–600, Pennsylvania State University Press, 1998.
  • Christopher A. Snyder, The Britons, Blackwell Publishing, 2003.
  • Chris Wickham, Framing the Early Middle Ages: Europe and the Mediterranean, 400–800, Oxford University Press, 2005.
  • Chris Wickham, The Inheritance of Rome: Illuminating the Dark Ages, 400–1000, Penguin Books, 2009, pp. 150–169.
  • Ian Wood, Maritime Celts, Frisians and Saxons, Council for British Archaeology, 1988, pp. 93–99.
  • Barbara Yorke, Kings and Kingdoms of Early Anglo-Saxon England, B. A. Seaby, 1990.
  • Barbara Yorke, Wessex in the Early Middle Ages, Leicester University Press, 1995.
  • Barbara Yorke, The Conversion of Britain: Religion, Politics and Society in Britain c.600–800, Pearson Education Limited, 2006.
  • Mercia: The Anglo-Saxon Kingdom of Central England, Logaston, 2001.

Voci correlate