Isoenzima: differenze tra le versioni

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Gli '''isoenzimi''', o isozimi, sono [[enzimi]] che catalizzano la stessa reazione, ma hanno una struttura chimica differente e diverse proprietà [[chimica fisica|chimico fisiche]] quali il [[pH]], il [[punto isoelettrico]], la [[conducibilità elettrica]] e la [[mobilità elettroforetica]].
Gli '''isoenzimi''', o isozimi, sono [[enzimi]] che catalizzano la stessa reazione, ma hanno una struttura chimica differente e diverse proprietà [[chimica fisica|chimico fisiche]] quali il [[pH]], il [[punto isoelettrico]], la [[conducibilità elettrica]] e la [[mobilità elettroforetica]].
Possono essere presenti in una stessa [[specie]] animale o vegetale, in individui diversi, o anche in un stesso [[organismo]] a livello di distretti cellulari differenti.
Possono essere presenti in una stessa [[specie]] animale o vegetale, in individui diversi, o anche in un stesso [[organismo]] a livello di distretti cellulari differenti.

Gli isoenzimi possono derivare o da geni differenti o da modificazioni post-traduzionali diverse oppure dall'assemblaggio alternativo delle differenti subunità.
Gli isoenzimi possono derivare o da [[gene|geni]] differenti o da modificazioni post-traduzionali diverse oppure dall'assemblaggio alternativo delle differenti subunità.
Ad esempio cinque differenti isoenzimi caratterizzano la [[lattato deidrogenasi]] (LDH), tutti tetramerici quindi quattro catene polipeptidiche ma due tipi differenti, M ed H. Dalle diverse combinazioni delle due catene si hanno i cinque isoenzimi: M4, M3H, M2H2, MH3, H4. Poiché gli isoenzimi sono distribuiti in maniera differente nei vari organi, l'analisi quantitativa di questi consente di risalire all'organo bersaglio della patologia. Dunque livelli alterati di questi sono indici specifici di alcune malattie come quelle cardiache, muscolari, ossee etc. per questo sono di grande utilità [[diagnosi|diagnostica]].
Ad esempio cinque differenti isoenzimi caratterizzano la [[lattato deidrogenasi]] (LDH), tutti [[tetramero|tetramerici]] quindi quattro catene polipeptidiche ma due tipi differenti, M ed H.<ref> {{cita libro|autore=Costantino Salerno|titolo=Appunti di Biochimica Clinica|anno=2007|editore=Scripta Web|pagine=256|id = ISBN 978-88-89543-18-4}}</ref> Dalle diverse combinazioni delle due catene si hanno i cinque isoenzimi: M4, M3H, M2H2, MH3, H4. Poiché gli isoenzimi sono distribuiti in maniera differente nei vari organi, l'[[analisi quantitativa]] di questi consente di risalire all'[[organo (anatomia)|organo]] bersaglio della [[patologia]]. Dunque livelli alterati di questi sono indici specifici di alcune malattie come quelle cardiache, muscolari, ossee etc. per questo sono di grande utilità [[diagnosi|diagnostica]].
Inoltre, soprattutto nel regno vegetale, sono stati per lungo tempo usati (oggi in parte abbandonati per l'avvento dei marcatori a DNA) come marcatori molecolari, con lo scopo cioè di caratterizzare singoli individui facenti parte di un gruppo tassonomico (es. distinzione tra cultivar di una stessa specie o tra individui singoli di una popolazione).

Inoltre, soprattutto nel regno vegetale, sono stati per lungo tempo usati (oggi in parte abbandonati per l'avvento dei [[marcatori genetici|marcatori a DNA]]) come [[marcatore molecolare|marcatori molecolari]], con lo scopo cioè di caratterizzare singoli individui facenti parte di un gruppo tassonomico (es. distinzione tra [[cultivar]] di una stessa specie o tra individui singoli di una popolazione).<ref>{{cita libro|autore=S.M. Jain|coautori= P.K. Gupta; R.J. Newton|titolo=Somatic Embryogenesis in Woody Plants: Volume 6|anno=2000|editore=Springer|pagine=496|id = ISBN 978-0792364191}}</ref>


==Esempi di isoenzimi==
==Esempi di isoenzimi==
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**[[elettroforesi]] (su gel non denaturante)
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**[[cromatografia a scambio ionico]]
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**separazione per punto isoelettrico
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*''metodi selettivi''
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**[[immunologia|immunologici]]
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***[[titolazione]] con [[anticorpi]] specifici
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==Note==
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==Bibliografia==
*{{cita libro|autore=Rajan Katoch|titolo=Analytical Techniques in Biochemistry and Molecular Biology|anno=2011|editore=Springer|id = ISBN 978-1-4419-9784-5}}


==Voci correlate==
==Voci correlate==

Versione delle 14:02, 16 nov 2012

Gli isoenzimi, o isozimi, sono enzimi che catalizzano la stessa reazione, ma hanno una struttura chimica differente e diverse proprietà chimico fisiche quali il pH, il punto isoelettrico, la conducibilità elettrica e la mobilità elettroforetica. Possono essere presenti in una stessa specie animale o vegetale, in individui diversi, o anche in un stesso organismo a livello di distretti cellulari differenti.

Gli isoenzimi possono derivare o da geni differenti o da modificazioni post-traduzionali diverse oppure dall'assemblaggio alternativo delle differenti subunità. Ad esempio cinque differenti isoenzimi caratterizzano la lattato deidrogenasi (LDH), tutti tetramerici quindi quattro catene polipeptidiche ma due tipi differenti, M ed H.[1] Dalle diverse combinazioni delle due catene si hanno i cinque isoenzimi: M4, M3H, M2H2, MH3, H4. Poiché gli isoenzimi sono distribuiti in maniera differente nei vari organi, l'analisi quantitativa di questi consente di risalire all'organo bersaglio della patologia. Dunque livelli alterati di questi sono indici specifici di alcune malattie come quelle cardiache, muscolari, ossee etc. per questo sono di grande utilità diagnostica.

Inoltre, soprattutto nel regno vegetale, sono stati per lungo tempo usati (oggi in parte abbandonati per l'avvento dei marcatori a DNA) come marcatori molecolari, con lo scopo cioè di caratterizzare singoli individui facenti parte di un gruppo tassonomico (es. distinzione tra cultivar di una stessa specie o tra individui singoli di una popolazione).[2]

Esempi di isoenzimi

Esempi importanti di isoenzimi umani sono rappresentati:

  • dal citocromo P-450, tutti di origine epatica;
  • dagli isoenzimi della creatinchinasi (nota anche come creatin fosfochinasi) (CK o CPK) CK-MB, CK-MM, CK-BB;
  • della fosfatasi alcalina (ALP) ALP1, ALP2, ALP3, ALP4;
  • dalle amilasi pancreatica e salivare;

Metodiche analitiche

Le metodiche di laboratorio comunemente utilizzate per identificare e quantificare i singoli isoenzimi possono essere così schematizzate:

Note

  1. ^ Costantino Salerno, Appunti di Biochimica Clinica, Scripta Web, 2007, p. 256, ISBN 978-88-89543-18-4.
  2. ^ S.M. Jain, P.K. Gupta; R.J. Newton, Somatic Embryogenesis in Woody Plants: Volume 6, Springer, 2000, p. 496, ISBN 978-0792364191.

Bibliografia

  • Rajan Katoch, Analytical Techniques in Biochemistry and Molecular Biology, Springer, 2011, ISBN 978-1-4419-9784-5.

Voci correlate


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