Bacche di goji: differenze tra le versioni

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*[[Luteina]]
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La presenza di betaina e luteina rende sconsigliabile l'assunzione di queste bacche in gravidanza<ref name="medline">{{cita web|url=http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/druginfo/natural/1025.html|sito=Medline Plus|editore=U.S. National Library of Medicine|lingua={{lingue|en|es}}|titolo=Lycium|data=22 aprile 2013|accesso=13 novembre 2014}}</ref>.
La presenza di betaina e luteina rende sconsigliabile l'assunzione di queste bacche in gravidanza<ref name="medline">{{cita web|url=https://www.nlm.nih.gov/medlineplus/druginfo/natural/1025.html|sito=Medline Plus|editore=U.S. National Library of Medicine|lingua={{lingue|en|es}}|titolo=Lycium|data=22 aprile 2013|accesso=13 novembre 2014}}</ref>.


Le foglie della pianta sono ricche di [[flavonoidi]], in particolare di [[rutina]], ma i frutti contengono queste sostanze solo in misura molto ridotta<ref>{{cita pubblicazione|url=http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs11130-009-0128-x|titolo=Analysis of Flavonoids from Leaves of Cultivated Lycium barbarum L.|lingua=en|autore=Jing Z.Dong, Da Y.Lu, Y.Wang|data=5 agosto 2009|rivista=Plant Foods for Human Nutrition|accesso=13 novembre 2014|volume=64|abstract=si}}</ref>.
Le foglie della pianta sono ricche di [[flavonoidi]], in particolare di [[rutina]], ma i frutti contengono queste sostanze solo in misura molto ridotta<ref>{{cita pubblicazione|url=https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs11130-009-0128-x|titolo=Analysis of Flavonoids from Leaves of Cultivated Lycium barbarum L.|lingua=en|autore=Jing Z.Dong, Da Y.Lu, Y.Wang|data=5 agosto 2009|rivista=Plant Foods for Human Nutrition|accesso=13 novembre 2014|volume=64|abstract=si}}</ref>.


100 grammi di prodotto contengono:<ref name="Potterat">{{cita pubblicazione|url=https://www.thieme-connect.de/products/ejournals/html/10.1055/s-0029-1186218|titolo=Goji (Lycium barbarum and L. chinense): Phytochemistry, Pharmacology and Safety in the Perspective of Traditional Uses and Recent Popularity|lingua=en|autore=O.Potterat|data=2010|volume=76|rivista=Planta Medica|accesso=13 novembre 2014}}</ref>
100 grammi di prodotto contengono:<ref name="Potterat">{{cita pubblicazione|url=https://www.thieme-connect.de/products/ejournals/html/10.1055/s-0029-1186218|titolo=Goji (Lycium barbarum and L. chinense): Phytochemistry, Pharmacology and Safety in the Perspective of Traditional Uses and Recent Popularity|lingua=en|autore=O.Potterat|data=2010|volume=76|rivista=Planta Medica|accesso=13 novembre 2014}}</ref>

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Fiori di goji
Bacche di goji
Bacche di goji raccolte
Bacche di goji essiccate

Più comunemente dette bacche di goji, ve ne sono di due specie: il Lycium barbarum L. e il Lycium chinense, entrambe della famiglia delle Solanaceae (che include tra le altre la patata, il pomodoro, la melanzana, il tabacco, il peperoncino e la belladonna).

Etimologia

Lycium, il nome del genere, deriva dalla Licia (Λυκία), una regione dell'Anatolia meridionale. Il frutto è conosciuto nella medicina tradizionale cinese come Frutto di Licia ovvero in latino: Fructus Lycii.

La parola Goji, invece è un’approssimazione della pronuncia cinese gǒuqǐ (枸杞), nome cinese per bacca. Potrebbe derivare dalla stessa radice che ha la parola persiana gojeh (گوجه) che significa anch'essa bacca.

Origine

Il nome goji è stato creato nel 1973 dall'etnobotanico nord-americano Bradley Dobos. Queste bacche rosse crescono spontaneamente nelle valli himalayane, nella Mongolia, nel Tibet, nelle province della Cina dello Xinjiang, dello Ningxia, e nella regione autonoma della Mongolia Interna. Vengono coltivate da migliaia di anni e sono considerate un elemento essenziale nella medicina tradizionale cinese[senza fonte]. La più alta densità produttiva si riversa nelle terre attraversate dal fiume Huang He, dove con il passare del tempo le sedimentazioni dei suoi bacini alluvionali hanno dato origine a un terreno fertile. Le piante di Goji possono facilmente utilizzare i minerali grazie alla struttura a grana fine dei sedimenti, mentre altri componenti del silt mantengono il terreno soffice e ben aerato.

Frutto

Il frutto è una bacca rossa leggermente allungata e contenente diversi semini appiattiti.

Principi attivi

Alcune delle principali sostanze contenute nelle bacche di Goji:

La presenza di betaina e luteina rende sconsigliabile l'assunzione di queste bacche in gravidanza[1].

Le foglie della pianta sono ricche di flavonoidi, in particolare di rutina, ma i frutti contengono queste sostanze solo in misura molto ridotta[2].

100 grammi di prodotto contengono:[3]

  • Grassi totali 5,7 g
  • Grassi saturi 1,1 g
  • Proteine 10,6 g
  • Carboidrati 21 g
  • Zuccheri 17,3 g
  • Sodio 24 mg
  • Calcio 112,5 mg
  • Ferro 8,4 mg
  • Fibre crude 7,70 g
  • Vitamina C 306 mg
  • Carotene 7,38 mg
  • Amminoacidi 8,48 mg
  • Vitamina B1 0,15 mg
  • Polisaccaridi 46,5 mg

Proprietà farmacologiche

La medicina tradizionale cinese attribuisce alle bacche di goji, nonché alla corteccia, alle radici e alle foglie della stessa pianta, numerose proprietà curative e preventive[3]. Già nell'antico manuale di erboristeria Shennong Ben Cao Jing la pianta viene citata come curativa per una serie di mali e anche efficace per fortificare muscoli e ossa e rallentare l'invecchiamento[4].

Tuttavia gli studi scientifici in merito sono carenti[3]. Per questo motivo, si ritiene che gli effetti benefici non siano sufficientemente provati, anche se è riconosciuta la presenza di sostanze potenzialmente utili[1].

Uno studio cinese condotto sui topi ha riscontrato che le bacche di goji potenziano la capacità antiossidante dell'organismo come dimostrato dall'innalzamento degli enzimi superossido dismutasi (SOD), catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GSH-Px). L'attività antiossidante è risultata essere comparabile a quella della vitamina C.[5]

Uno studio condotto ad Hong Kong nei primi anni duemila ha evidenziato come la zeaxantina contenuta nelle bacche di Goji sia ben assorbibile dall'organismo umano; gli autori suggerivano, nel 2004, la necessità di ulteriori studi su strategie dietetiche per contrastare la degenerazione maculare senile.

I possibili effetti avversi sono considerati improbabili, eccetto per specifiche casistiche[1]. In particolare, l'atropina, una sostanza velenosa presente nei frutti di varie specie della stessa famiglia, è presente in quantità minime[3].

Uso

Si può consumare fresca, appena raccolta. Oggi le bacche di goji sono presenti anche nel mercato occidentale, essiccate o in concentrato miscelato con altri prodotti quali succhi di frutta, yogurt, tè, merendine, barrette, marmellate. Il loro sapore è paragonabile a quello del mirtillo, uva passa, lampone e fragola.

Coltivazione

Note

  1. ^ a b c (ENES) Lycium, su Medline Plus, U.S. National Library of Medicine, 22 aprile 2013. URL consultato il 13 novembre 2014.
  2. ^ (EN) Jing Z.Dong, Da Y.Lu, Y.Wang, Analysis of Flavonoids from Leaves of Cultivated Lycium barbarum L. (abstract), in Plant Foods for Human Nutrition, vol. 64, 5 agosto 2009. URL consultato il 13 novembre 2014.
  3. ^ a b c d (EN) O.Potterat, Goji (Lycium barbarum and L. chinense): Phytochemistry, Pharmacology and Safety in the Perspective of Traditional Uses and Recent Popularity, in Planta Medica, vol. 76, 2010. URL consultato il 13 novembre 2014.
  4. ^ Si può leggere il testo nella traduzione inglese (cercare: "Gou Qi") in: (EN) The Divine Farmer's Materia Medica: A Translation of the Shen Nong Ben Cao Jing, su Google, Blue Poppy, 1998, p. 93. URL consultato il 13 novembre 2014.
  5. ^ Li XM, Ma YL, Liu XJ, Effect of the Lycium barbarum polysaccharides on age-related oxidative stress in aged mice, in J Ethnopharmacol, vol. 111, n. 3, 2007, pp. 504–11, DOI:10.1016/j.jep.2006.12.024, PMID 17224253.

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