Bacche di goji: differenze tra le versioni
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100 grammi di prodotto contengono:<ref name="Potterat">{{cita pubblicazione|url=https://www.thieme-connect.de/products/ejournals/html/10.1055/s-0029-1186218|titolo=Goji (Lycium barbarum and L. chinense): Phytochemistry, Pharmacology and Safety in the Perspective of Traditional Uses and Recent Popularity|lingua=en|autore=O.Potterat|data=2010|volume=76|rivista=Planta Medica|accesso=13 novembre 2014}}</ref> |
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Più comunemente dette bacche di goji, ve ne sono di due specie: il Lycium barbarum L. e il Lycium chinense, entrambe della famiglia delle Solanaceae (che include tra le altre la patata, il pomodoro, la melanzana, il tabacco, il peperoncino e la belladonna).
Etimologia
Lycium, il nome del genere, deriva dalla Licia (Λυκία), una regione dell'Anatolia meridionale. Il frutto è conosciuto nella medicina tradizionale cinese come Frutto di Licia ovvero in latino: Fructus Lycii.
La parola Goji, invece è un’approssimazione della pronuncia cinese gǒuqǐ (枸杞), nome cinese per bacca. Potrebbe derivare dalla stessa radice che ha la parola persiana gojeh (گوجه) che significa anch'essa bacca.
Origine
Il nome goji è stato creato nel 1973 dall'etnobotanico nord-americano Bradley Dobos. Queste bacche rosse crescono spontaneamente nelle valli himalayane, nella Mongolia, nel Tibet, nelle province della Cina dello Xinjiang, dello Ningxia, e nella regione autonoma della Mongolia Interna. Vengono coltivate da migliaia di anni e sono considerate un elemento essenziale nella medicina tradizionale cinese[senza fonte]. La più alta densità produttiva si riversa nelle terre attraversate dal fiume Huang He, dove con il passare del tempo le sedimentazioni dei suoi bacini alluvionali hanno dato origine a un terreno fertile. Le piante di Goji possono facilmente utilizzare i minerali grazie alla struttura a grana fine dei sedimenti, mentre altri componenti del silt mantengono il terreno soffice e ben aerato.
Frutto
Il frutto è una bacca rossa leggermente allungata e contenente diversi semini appiattiti.
Principi attivi
Alcune delle principali sostanze contenute nelle bacche di Goji:
La presenza di betaina e luteina rende sconsigliabile l'assunzione di queste bacche in gravidanza[1].
Le foglie della pianta sono ricche di flavonoidi, in particolare di rutina, ma i frutti contengono queste sostanze solo in misura molto ridotta[2].
100 grammi di prodotto contengono:[3]
- Grassi totali 5,7 g
- Grassi saturi 1,1 g
- Proteine 10,6 g
- Carboidrati 21 g
- Zuccheri 17,3 g
- Sodio 24 mg
- Calcio 112,5 mg
- Ferro 8,4 mg
- Fibre crude 7,70 g
- Vitamina C 306 mg
- Carotene 7,38 mg
- Amminoacidi 8,48 mg
- Vitamina B1 0,15 mg
- Polisaccaridi 46,5 mg
Proprietà farmacologiche
La medicina tradizionale cinese attribuisce alle bacche di goji, nonché alla corteccia, alle radici e alle foglie della stessa pianta, numerose proprietà curative e preventive[3]. Già nell'antico manuale di erboristeria Shennong Ben Cao Jing la pianta viene citata come curativa per una serie di mali e anche efficace per fortificare muscoli e ossa e rallentare l'invecchiamento[4].
Tuttavia gli studi scientifici in merito sono carenti[3]. Per questo motivo, si ritiene che gli effetti benefici non siano sufficientemente provati, anche se è riconosciuta la presenza di sostanze potenzialmente utili[1].
Uno studio cinese condotto sui topi ha riscontrato che le bacche di goji potenziano la capacità antiossidante dell'organismo come dimostrato dall'innalzamento degli enzimi superossido dismutasi (SOD), catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GSH-Px). L'attività antiossidante è risultata essere comparabile a quella della vitamina C.[5]
Uno studio condotto ad Hong Kong nei primi anni duemila ha evidenziato come la zeaxantina contenuta nelle bacche di Goji sia ben assorbibile dall'organismo umano; gli autori suggerivano, nel 2004, la necessità di ulteriori studi su strategie dietetiche per contrastare la degenerazione maculare senile.
I possibili effetti avversi sono considerati improbabili, eccetto per specifiche casistiche[1]. In particolare, l'atropina, una sostanza velenosa presente nei frutti di varie specie della stessa famiglia, è presente in quantità minime[3].
Uso
Si può consumare fresca, appena raccolta. Oggi le bacche di goji sono presenti anche nel mercato occidentale, essiccate o in concentrato miscelato con altri prodotti quali succhi di frutta, yogurt, tè, merendine, barrette, marmellate. Il loro sapore è paragonabile a quello del mirtillo, uva passa, lampone e fragola.
Coltivazione
Note
- ^ a b c (EN, ES) Lycium, su Medline Plus, U.S. National Library of Medicine, 22 aprile 2013. URL consultato il 13 novembre 2014.
- ^ (EN) Jing Z.Dong, Da Y.Lu, Y.Wang, Analysis of Flavonoids from Leaves of Cultivated Lycium barbarum L. (abstract), in Plant Foods for Human Nutrition, vol. 64, 5 agosto 2009. URL consultato il 13 novembre 2014.
- ^ a b c d (EN) O.Potterat, Goji (Lycium barbarum and L. chinense): Phytochemistry, Pharmacology and Safety in the Perspective of Traditional Uses and Recent Popularity, in Planta Medica, vol. 76, 2010. URL consultato il 13 novembre 2014.
- ^ Si può leggere il testo nella traduzione inglese (cercare: "Gou Qi") in: (EN) The Divine Farmer's Materia Medica: A Translation of the Shen Nong Ben Cao Jing, su Google, Blue Poppy, 1998, p. 93. URL consultato il 13 novembre 2014.
- ^ Li XM, Ma YL, Liu XJ, Effect of the Lycium barbarum polysaccharides on age-related oxidative stress in aged mice, in J Ethnopharmacol, vol. 111, n. 3, 2007, pp. 504–11, DOI:10.1016/j.jep.2006.12.024, PMID 17224253.
Altri progetti
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