Villa di Corliano
La Villa di Corliano è una villa della prima metà del XV secolo, eretta come residenza estiva alle pendici occidentali dei Monti Pisani nel comune di San Giuliano Terme, lungo la Strada Statale 12 dell'Abetone e del Brennero e le precedenti Via Julia Augusta e Via Æmilia Scauri, a metà strada tra le città di Pisa e Lucca. Fu in origine degli Spini, famiglia di mercanti e banchieri, proprietari dell'omonimo palazzo fiorentino, antistante il Ponte Santa Trinita.
Il fiorentino Vincenzo di Luca Pitti descriveva la Villa di Corliano come "il più bel Palazzo che sia intorno Pisa" nel 1616. [1]
Al 17 giugno 1536 (stile fiorentino) risale l'atto di vendita della proprietà da parte dei fratelli Giovanni e Bernardo di Francesco Spini [2] di un "Palazzo da Signore, con una scala di fuora, con un ballatoio davanti la porta maggiore, con fonte e con terra intorno ad uso di detto palazzo", in favore di Pietro di Niccolao della Seta e dietro esborso di 1500 fiorini fiorentini.
I soffitti del salone e del vestibolo di ingresso, affrescati dal pittore fiorentino Andrea Boscoli tra il 1592 e il 1593, rappresentano scene mitologiche tratte dalle Metamorfosi e dai Fasti di Ovidio ed i segni zodiacali associati a ciascun mese del calendario; al centro del salone il grande affresco "Convivio delle divinità" [3]. Si tratta della raffigurazione di un baccanale [4] di divinità greche, volto a cogliere il favore degli astri per alcuni personaggi, ritratti insieme ai committenti - Pietro della Seta e Laura Lanfranchi - e allo stesso Andrea Boscoli [5]. Sede di numerose Accademie da quella degli Svegliati fino alla Colonia Alfea [6], filiazione pisana dell'Accademia dell'Arcadia [7], ha in facciata i fregi dell'Accademia degli Stravaganti (una tartaruga ed una lepre)[8]. All'esterno graffiti tipici del manierismo fiorentino che rappresentano le virtù Accademiche della “Fortezza, Abbondanza e Fortuna”.
Nel 1755 in occasione del matrimonio di Teresa della Seta Gaetani Bocca (1736-1816) con il conte Cosimo Baldassarre Agostini Fantini Venerosi (1722-1793), la villa fu ristrutturata dall'architetto veronese Ignazio Pellegrini (1715-1790). Il Pellegrini mutò l'approccio scenografico del primitivo vialone d'accesso alla villa che da rettilineo e in asse con l'entrata della villa, trasformò in un duplice percorso anulare, lambito, all'interno, da un parco all'inglese e, verso l'esterno, da boschi e uliveti. Il parco già descritto da Giovanni Targioni Tozzetti nella seconda metà del Settecento, è ispirato al rococò; si estende su 7 ettari con piante secolari e rare specie botaniche, racchiude al suo interno una piccola Kaffeehaus del XVIII secolo [9] con un teatro di verzura, la scuderia, il borgo, la fattoria, il frantoio e la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo [10]. Il frantoio, costruito alla metà del XVIII secolo, produceva l’olio delle olive (coltivate nelle tre tenute di famiglia a Corliano di San Giuliano Terme, a Colleoli di Palaia e a Capannile di Lari) che è stato esportato in Europa e nelle Americhe fino al 1921 con importanti riconoscimenti di numerose esposizioni universali del XIX secolo, ancora oggi conservati nelle cantine della Villa.
Nella villa di Corliano soggiornò nella prima metà del Settecento Enrico Benedetto Stuart, pretendente al trono inglese [11] mentre a metà Ottocento venne messa a disposizione del fisico Carlo Matteucci. Si trovano inoltre menzionate visite di Giacomo I d'Inghilterra, di Cristiano VI di Danimarca, di Gustavo III di Svezia, di Carlo Goldoni, di Vittorio Alfieri, del generale Gioacchino Murat, di Luigi Bonaparte, di Paolina Borghese, di Carlo Alberto di Savoia, dei poeti romantici George Gordon Byron e Percy Bysshe Shelley[12].
L'assetto attuale del giardino è fatto risalire alla fine dell'Ottocento: nel 1884, in occasione delle nozze tra il conte Alfredo Agostini Venerosi della Seta e la contessa Teresa Marcello il parco fu rinnovato abbandonando la rigida assialità della disposizione precedente, il prato di fronte alla villa fu unificato e rialzato nella zona centrale in modo da creare un lieve declivio.
Una parte del complesso monumentale è riservata ad attività ricettiva extralberghiera di Residenza d'Epoca ai sensi della Legge Regionale 42/2000 (art.58) per la salvaguardia di immobili storici, vincolati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Bibliografia
- A.Baldassari, E.Forconi, A.Panajia, M.Zalum Cardon, a cura di A.Panajia, Villa di Corliano "Il più bel Palazzo che sia intorno Pisa", Felici Editore, Pisa, 2007
- A.Addobbati, S.Renzoni, C.Balbarini, Estate in villa - Il Lungomonte sangiulianese luogo di villeggiatura della nobiltà pisana, ETS, Pisa, 2007.
- M.Marchetti, "Il giardino di villa Agostini a Corliano: restauro e valorizzazione", tesi di laurea, Pisa: Università degli Studi, anno accademico 2006-07
- Toscana Esclusiva X edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane, 2005.
- Mary J. Cryan, Travels to Tuscany, Davide Ghaleb Editore, Vetralla, 2005.
- C. M. Sicca, a cura di R. P. Ciardi, Settecento Pisano, Pacini, Pisa, 1990, pag. 230.
- G. Rasario in M. A. Giusti, G. Rasario, Un itinerario per le ville pisane, Pisa 1986, pp. 40-41.
- Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana - 1833.
- Giovanni Targioni Tozzetti, Relazione d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, Firenze, Stamperia Granducale, 1768-1777.
Collegamenti esterni
- Pisa: ville private visitabili ADSI
- M.Marchetti, "Il giardino di villa Agostini a Corliano: restauro e valorizzazione", tesi di laurea
Note
- ^ G. RASARIO in M. A. Giusti, G. Rasario, Un itinerario per le ville pisane, Pisa 1986, pp. 40-41
- ^ l'atto del notaio Pietro di ser Andrea de' Macarii, stipulato a Palermo poiché entrambe le famiglie si trovavano nell'isola per seguire le loro attività commerciali, è conservato nell'Archivio storico della famiglia Agostini Venerosi della Seta insieme alle mappe della proprietà
- ^ il Convivio delle divinità è un grande affresco di Andrea Boscoli lungo 15 metri e largo 7 metri che si trova al centro della volta del Salone
- ^ vi è stata dipinta una misteriosa epigrafe esoterica nel banchetto "AMI IN D .. ROMA R ... SIC IN MANO CUM G ..." , che la tradizione familiare vuole essere stata tradotta solo da Marc Bédarride alla fine del settecento
- ^ inusuale nel periodo immediatamente successivo alla Controriforma, diffondeva la credenza ermetica nell'immaginario dell'epoca che le sette divinità planetarie Selene, Elio, Marte, Giove, Saturno, Mercurio e Venere avevano un influsso sulla vita umana, come dipinto anche nel Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia (Ferrara)
- ^ C.M.SICCA, a cura di R.P.Ciardi, Settecento Pisano, Pacini, Pisa, 1990, pag. 230
- ^ fondata a Roma nel 1690
- ^ Fondata nel 1621, questa accademia aveva per motto "Tarde alteretur et velociter currat"
- ^ in omaggio alla più famosa Kaffeehaus del Giardino di Boboli
- ^ GIOVANNI TARGIONI TOZZETTI, Relazione d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, Firenze, Stamperia Granducale, 1768-1777
- ^ MARY J. CRYAN, Travels to Tuscany, Davide Ghaleb Editore, Vetralla, 2005
- ^ Rasario in M. A. Giusti, G. Rasario, Un itinerario per le ville pisane, Pisa 1986, pp. 40-41
Il portale Pisa non esiste