Utente:Vitodinoi/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Salvature Ciullo
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Allenatore (ex Seconda punta)
Carriera
Squadre di club1
1986-1988Lecce4
1988-1989Nola28
1989-1990Matino21
1990-1992Matera75
199?-1998Aradeo-
1999-2000Taurisano62
Carriera da allenatore
2010-2011Melfi-
2012-2013Martina-
2013-2014Brindisi-
2014-2015Martina31
2015-2015Juve Stabia9
2017-2017Juve Stabia15
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Salvatore Ciullo (Thalwill, 19 febbraio 1968) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

La carriera calcistica di Salvatore Ciullo inizia nelle giovanili dell’U.S.Lecce, in un periodo storico di primaria importanza in cui il sodalizio giallorosso sforna calciatori del calibro di Antonio Conte, Francesco Moriero, Gianluca Petrachi, Luigi Garzya, Alessandro Morello e Walter Monaco.

Tra il 1986 ed il 1988 (anno della promozione in Serie A), Ciullo colleziona diverse presenze in prima squadra con la maglia del Lecce, prima di diventare perno d’attacco di diverse compagini quali il Nola (Serie C2), il Matino (Serie D) e per ben tre anni del Matera (tra Serie D e Serie C2).

Conclude la carriera da calciatore con le casacche di Aradeo e Taurisano, dove ottiene due promozioni dall’Eccellenza pugliese in Serie D e dove vince (in quel di Taurisano), la Coppa Italia Nazionale.

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Salvatore Ciullo inizia ad allenare in quel di Taurisano, salvo poi spostarsi in diverse piazze, con esperienze più significative tra Nardò, Locorotondo e Tricase.

Nel 2010 ottiene il patentino per poter allenare tra i Professionisti: torna così al Melfi [1] (dove nella stagione 2006-07 ricoprì il ruolo di vice-allenatore), conducendo i lucani a ridosso della zona play-off. Dopo un breve periodo di inattività, nella stagione 2012-13 si lega al Martina [2], dimettendosi dopo il turno di Coppa Italia per divergenze con la società itriana. Nel corso della stessa stagione, sostituisce Mino Francioso al Brindisi [3](Serie D) e conduce i biancazzurri ad una miracolosa salvezza. Il campionato successivo parte sotto i migliori auspici: i risultati proiettano il Brindisi di Ciullo a ridosso del primo posto, ma dopo il ko di Matera il presidente Flora decide per l’inaspettato esonero del tecnico salentino. Il Brindisi concluderà il campionato al sesto posto, fuori dalla zona play-off.

Nella stagione 2014-15, Ciullo ritorna a Martina[4], allenando la compagine biancazzurra ripescata in Lega Pro. Dopo un iniziale periodo di difficoltà la truppa itriana, la quale presenta in rosa calciatori del calibro di Carretta, Bleve, Montalto, Arcidiacono e De Risio, colleziona risultati importanti (tra i quali il successo di Lecce ed il 2-1 rifilato al Foggia) che, difatti, consegnano la salvezza virtuale ai biancazzurri. A sette giornate dalla fine, però, con la permanenza tra i professionisti quasi aritmetica, viene clamorosamente esonerato.

I risultati ottenuti in quel di Martina catturano l’attenzione del presidente Manniello che, nella stagione 2016-17, gli consegna le chiavi della panchina della Juve Stabia[5]: con le vespe campane, però, Ciullo ottiene un solo successo a seguito di una serie di infortuni che condizionano l’andamento della squadra. L’11 Ottobre 2015, proprio in seguito alla sconfitta di Martina, è esonerato.

Il 4 Febbraio 2017 subentra al duo Fabio Prosperi-Pantaleo De Gennaro e diventa allenatore del Taranto[6], con il compito di condurre alla salvezza il sodalizio ionico. Con Ciullo al timone, i rossoblù conquistano otto punti in quattro giornate (vincendo con Foggia e Catanzaro e pareggiando con Catania e Fondi), ma inaspettatamente, nel post ko di Messina, è vittima insieme alla squadra rossoblù di una violenta aggressione: dal 22 Marzo, giorno del fattaccio, il tecnico dovrà rinunciare a Roberto Maurantonio, Mariano Stendardo ed Errico Altobello, che non faranno più ritorno nel capoluogo ionico. Per il Taranto inizia un periodo di lungo declino verso la Serie D, anche se nell’ambiente rossoblù il tecnico continua ad essere apprezzato per le profonde doti umane e tecniche.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]