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XVII Quadriennale nazionale d'arte di Roma[modifica | modifica wikitesto]

Voce principale: Quadriennale di Roma.

La Quadriennale d'arte 2020, dal titolo « FUORI », si è inaugurata il 30 ottobre 2020 presso Palazzo delle Esposizioni di Roma.

La mostra muove dall'intento di restituire, anche a livello internazionale, un'immagine inedita dell'arte contemporanea italiana. Emblematico il titolo dato dai due curatori, Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, che offre suggestioni in merito alla poliedricità dello sguardo adottato. Il tratto essenziale è da rintracciarsi nel carattere multidisciplinare, transgenerazionale e trandisciplinare che fornisce un'occasione per ripensare al passato e guardare alla contemporaneità svincolandosi da una narrazione legata a tradizioni artistiche ormai superate.

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie ai finanziamenti da parte della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT, dei due soggetti promotori - Quadriennale di Roma e Azienda Speciale Palaexpo - e il supporto di Intesa Sanpaolo e Gucci nel ruolo di main partner.

Mostra[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto espositivo è frutto di un triennio di lavoro preparatorio. Oggetto d'indagine di questa edizione è il dialogo che intercorre tra le arti visive e discipline come la moda, la musica, il design, il cinema, nonché l'arricchimento dato dalle visioni decoloniali, queer, femminili e femministe della società.

Tre le linee di ricerca: il Palazzo, per ragionare sulla relazione tra arte e potere, il Desiderio, «per la necessità di sedurre che sempre accompagna l'arte»[1] e l'Incommensurabile, la necessità degli artisti di riconoscersi come tali, di arricchire la percezione della realtà con nuovi immaginari.

Commissari e allestimento[modifica | modifica wikitesto]

L'ideazione della mostra è ad opera dei curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, coadiuvati dagli assistenti curatori Michele Bertolino e Matteo Binci. Inoltre, si sono avvalsi del supporto di professionisti quali l'architetto Alessandro Bava - invitato ad ideare il progetto di allestimento della mostra -, e lo scrittore Luca Scarlini, il quale si è occupato di realizzare appuntamenti performativi volti a instaurare un dialogo con i protagonisti che avevano animato la Quadriennale nelle edizioni passate.

Il percorso della mostra è stato disposto su 35 sale del Palazzo delle Esposizioni, andando a coprire una superficie di quasi 4000 mq², ospitando i lavori di 43 artisti.

Elenco degli artisti[modifica | modifica wikitesto]

Alessandro Agudio, Micol Assaël, Irma Blank, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Sylvano Bussotti, Chiara Camoni, Lisetta Carmi, Guglielmo Castelli, Giuseppe Chiari, Isabella Costabile, Giulia Crispiani, Cuoghi Corsello, DAAR - Sandi Hilal - Alessandro Petti, Tomaso De Luca, Caterina De Nicola, Bruna Esposito, Simone Forti, Anna Fraceschini, Giuseppe Gabellone, Francesco Gennari, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Diego Gualandris, Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, Luisa Lambri, Lorenza Longhi, Diego Marcon, Raffaella Nardi Rossano, valerio Nicolai, Norma Jeane, Alessandro Pessoli, Amedeo Polazzo, Cloti Ricciardi, Michele Rizzo, Cinzia Ruggeri, Salvo, Lydia Silvestri, Romeo castellucci - Socìetas, Davide Stucchi, TOMBOYS DON'T CRY, Maurizio Vetrugno, Nanda Vigo, Zapruder Filmmakersgroup.

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Il progetto è documentato da un catalogo che si offre come approfondimento dei temi affrontati nel progetto espositivo e nei workshop Q-RATED. Il volume si apre con gli interventi di Sarah Cosulich, Stefano Collicelli Cagol, Alessandro Bava, Luca Scarlini, Michele Bertolino, Matteo Binci.[2]

Mostre correlate[modifica | modifica wikitesto]

Come evento collaterale della Quadriennale, è stata inaugurata il 30 ottobre 2020 la mostra « Domani Qui Oggi » presso la Sala Fontana. Per l'occasione, sono stati presentati i lavori di dieci artisti emergenti provenienti dalle Accademie di Belle Arti, vincitori del Premio AccadeMibact. La mostra, a cura di Ilaria Gianni, ha lo scopo di offrire visibilità ai giovani talenti italiani, nonché di «valorizzare le Accademie di Belle Arti quali centri di alta formazione artistica».[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Intervista all'arch. Alessandro Bava [1]
  2. ^ Catalogo della mostra [2]
  3. ^ [3]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]