Utente:Jose Antonio/Sandbox2

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Emile De Maere (Sint-Niklaas, 28 gennaio 1825Nizza, 27 maggio 1898) è stato un nobile belga.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Emile De Maere era il figlio maggiore di Charles Louis de Maere e fratello maggiore di August de Maere d'Aertrycke. Nel 1867 è stato ammesso alla nobiltà ereditaria belga, e nel 1885 ha ereditato il titolo barone di suo padre.

Si sposò tre volte: una prima volta nel 1848 a Gand con Leonia Grenier (1823-1857), nel 1859 a Bruges con la Baronessa Laure di Zuylen van Nyevelt (1838-1877), figlia di Guido van Zuylen van Nyevelt e infine nel 1888 a Blankenberge con Marie Le Bègue (1854).

Dal primo e secondo matrimonio ebbe quattro figli. Fernand de Maere (1857-1919) che ebbe tre figli, ma il cui ramo della famiglia si estinse nel 1964. Maurice de Maere (1864-1941) che nel 1897, ottenne la licenza di aggiungere al cognome di famiglia il suffisso d'Aertryckee e nel 1900 ha ereditato il titolo barone da suo zio August de Maere d'Aertrycke. Ebbe sei figli i cui discendenti ai giorni nostri. Charles André Adolphe chiamato Carlos de Maere (1874-1945) fu un maggiore dell'esercito belga, si sposò con Marie Huttenbrinck (1894-1945) nel 1910 ed ebbe cinque figli, discendenti fino ai giorni nostri.

Renato Vanna[modifica | modifica wikitesto]

Renato Vanna
NascitaSan Paolo del Brasile, 14 marzo 1905
MorteTirano, 20 maggio 1945
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armataRegio esercito Esercito Nazionale Repubblicano
CorpoMilizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale - Guardia Nazionale Repubblicana
SpecialitàMilizia Confinaria - Guardia Nazionale Repubblicana di Frontiera
GradoMaggiore
GuerreGrande Guerra-Impresa di Fiume-Seconda guerra mondiale
CampagneGuerra civile in Italia-Ridotto alpino repubblicano
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Renato Vanna (San Paolo del Brasile, 14 marzo 1905Tirano, 20 maggio 1945) è stato un militare italiano. Di presidio nel Ridotto alpino repubblicano, il 27 aprile 1945 guidò la colonna di soccorso che tentò inutilmente di raggiungere Mussolini

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Partì volontario per la Grande Guerra e in seguito prese parte all'impresa di Fiume[1]. Col grado di capitano transitò nella 61ª Legione "Carnaro" della Milizia Confinaria, corpo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale a Fiume dove si trasferì.

Dopo la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, col grado di capitano[2] divenne comandante del terzo battaglione della I Legione GNR di Frontiera "Monviso" della Guardia Nazionale Repubblicana di Frontiera[3]. In servizio a Domodossola nel febbraio 1944 il reparto da lui guidato prese parte allo scontro in cui fu distrutta la formazione partigiana comandata da Filippo Beltrami e ai rastrellamenti della val d'Ossola dove sarebbe poi stata costituita una repubblica partigiana[4].

Promosso maggiore a settembre Vanna fu spostato in Valtellina[5] e posto al comando del secondo battaglione della III Legione GNR di Frontiera "Vetta d'Italia" e fu posto a presidio di Mazzo di Valtellina che rappresentava il perno difensivo del costituendo Ridotto alpino repubblicano[6]. Agli ordini di Vanna furono posti anche tutti i reparti del presidio come la Legione M Guardia del Duce[7].

La marcia verso Sondrio[modifica | modifica wikitesto]

27 aprile 1945, presso il Santuario della Madonna di Tirano i legionari M portano n salvo un ferito

Il 26 aprile 1945 Vanna intercettò una stazione radio che comunicava da parte del CLN la presa di Milano che sancì la caduta della Repubblica Sociale Italiana pertanto dispose la confluenza già in giornata dei reparti di presidio a Grosio che si trovavano a nord a Mazzo di Valtellina e la partenza per Tirano. Uniti i due presidi si spostarono a Tirano ove Vanna assunse il comando di tutti i reparti.

Il 27 aprile, forte dell'ultimo comunicato giunto da Sondrio, prima che si interrompessero le comunicazioni, Vanna decise di tentare il ricongiungimento con le forze fasciste ancora in armi nel capoluogo[8]. A Tirano furono lasciati di presidio solo i volontari francesi della Milice e un presidio delle Brigate Nere[9]. Fu costituita una colonna di circa mille uomini che in breve tempo si mosse alla volta di Sondrio. Ma giunta presso il Santuario della Madonna, alla periferia di Tirano, un fitto fuoco di fucileria la bloccò per alcune ore e in serata fu costretta a ripiegare nuovamente su Tirano.

Rientrato in serata a Tirano Vanna decise di creare una nuova colonna, più leggera che si aprisse la strada anche combattendo fino a Sondrio.

«Mi occorrono non più di duecento uomini, ma li voglio tutti armati di mitra. Niente armamento pesante: ogni dieci volontari, però, un mitragliatore. Con questi duecento uomini voglio raggiungere Sondrio. Se nel capoluogo si sono già arresi, mi darò alla montagna e cercherò di raggiungere il Lago di Como. Mussolini non è ancora caduto prigioniero. Se ciò fosse avvenuto, la radio l'avrebbe comunicato. Quindi, il Duce è di certo in qualche località tra Milano e la Valtellina. Dovunque sia, voglio raggiugerlo. Signori ufficiali, scegliete gli uomini. Si parte tra un'ora.»

La serata stessa, al comando di circa duecentocinquanta volontari Vanna ritentò una sortita per raggiungere Sondrio[11]. Presso il ponte di Stazzona avvenne un primo scontro con un posto di blocco partigiano. La colonna giunse il mattino del 28 aprile nel comune di Ponte in Valtellina in cui erano già entrati i partigiani. La colonna guidata da Vanna rioccupò il paese e liberò dall'assedio tutto il comando della 3 legione, guidato dal colonnello Marino Fattori, che si era asserragliato nell'ex casa del Fascio. Quì il maggiore Vanna e il colonnello Fattori decisero di riorganizzarsi prima di riprendere insieme la marcia. Verso le 16.30 furono raggiunti dai partigiani con i quali si trovavano il generale Onorio Onori e il federale di Sondrio Rodolfo Parmeggiani che portarono la notizia della prigionia di Mussolini e dell'avvenuta resa del ridotto della Valtellina[12]. Il reparto ancora in armi decise quindi di bruciare tutte le insegne e di rendere inservibili le armi[13]. Il 29 aprile si arrese anche il presidio di Tirano.

La prigionia[modifica | modifica wikitesto]

Il campo di concentramento di Sondrio in via Caimi

Dopo la resa del 28 aprile 1945, Vanna fu detenuto a Sondrio all'interno del carcere di via Caimi[14] ed ebbe come vicino di cella proprio Giorgio Pisanò che ne raccontò in maniera dettagliata le vicende. Il 9 maggio 1945 fu processato e assolto dopo che una giovane partigiana aveva testimoniato a suo favore dicendo di essere stata da lui salvata durante un rastrellamento[15]. Trasferito nel campo di concentramento di Tirano fu ugualmente ucciso alla fine del mese da partigiani giunti da Domodossola[16].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Pisanò, "Io, fascista", Il saggiatore, Milano, 2003
  • Giuseppe D. Jannaci, "I lager dei vinti", Roberto Scocco Edizioni, 2011
  • Paolo Leone, I campi dei vinti, Cantagalli, 2012

Note[modifica | modifica wikitesto]

Pier Cristoforo Bussi[modifica | modifica wikitesto]

Pier Cristoforo Bussi (Varallo Sesia, 1896 1905Castellaro (Italia), 12 aprile 1945) è stato un militare italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pier Cristoforo Bussi prese parte alla prima guerra mondiale come sottotenente in un reggimento di artiglieria.

Fu legionario con D'Annunzio a Fiume [1].

Onorificienze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Amedeo Verger[modifica | modifica wikitesto]

Amedeo Verger (Pofi, ...) è un militare italiano.

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Graziano Sardu[modifica | modifica wikitesto]

Graziano Sardu (Nurachi, 18 novembre[1] 1899Zapkovo, 18 dicembre 1942) è stato un militare italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Onorificienze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Passerone[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]


Francesco Bellini[modifica | modifica wikitesto]

Template:Membro delle istituzioni italiane

Francesco Bellini (Cecina, 5 gennaio 1899) è un prefetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si diplomò fisico matrematico presso il Regio Istituto Tecnico Superiore[1]. Fu prefetto di Imperia dal 1° ottobre 1943 al al 22 giugno 1944[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bandiera dell'Italia Italia
Reggenza Italiana del Carnaro

Bandiera della Germania Germania