Utente:Cunhal94/Luoghi di interesse di Ruvo di Puglia

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Coordinate: 41°07′00″N 16°29′00″E / 41.116667°N 16.483333°E41.116667; 16.483333
Voce principale: Ruvo di Puglia.
La pianta dei beni architettonici nel centro abitato di Ruvo

«Sta hora [Ruvo] ben fabricata, e tutta piena, con le regolate dispositioni de' Patrizi, de' Popolari, de' Plebei»

I luoghi di interesse di Ruvo di Puglia spaziano dal centro abitato fino all'estesissimo agro ruvestino, il terzo più grande della Provincia di Bari. I beni architettonici di Ruvo comprendono la serie di palazzi nobiliari costruiti tra il XVII e il XIX secolo, le torri da sempre numerose e disseminate nel territorio ruvese e i luoghi di pubblico utilizzo quali teatri e cinema. Costruzioni di interesse storico e architettonico sono diffuse anche nell'aperta campagna, nella quale troneggiano le masserie e gli jazzi.

Edifici di valore storico[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Jatta[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Jatta.
Palazzo Jatta

L'edificio è sito in piazza Bovio, nella zona ottocentesca della città[2]. L'edificio, costruito con finalità abitative e difensive, fu fortemente voluto da Giovanni Jatta senior e poi adibito a museo dalla moglie del fratello Giulio, Giulia Viesti, e suo nipote Giovanni[3]. L'intento di Giovanni Jatta senior infatti era quello di unire i reperti conservati tra la sua residenza napoletana e quella ruvese.

Il palazzo fu costruito tra il 1840 e il 1844 secondo i principi neoclassici e progettato dall'architetto Luigi Castellucci, è dotato di una torre ed è stato fondamentale lo studio delle proporzioni per l'equilibrato effetto prospettico[4]. La facciata si estende per 66 metri e l'ingresso è inserito tra due colonne sormontate da due capitelli corinizi[4]. L'interno è caratterizzato da un ampio numero di stanze e dalla presenza di una cappella[4]. La nuova residenza degli Jatta, costruita all'epoca extra moenia, andò a sostituire l'antica abitazione presente nei pressi della Cattedrale.

Palazzo Spada[modifica | modifica wikitesto]

Ingresso di Palazzo Spada

Il palazzo fu edificato nel XVI secolo e svolse inizialmente il ruolo di palazzo di giustizia[5]. Fu proprietà dei marchesi Rocca, tra i quali si il magistrato Orazio Rocca, costretto a fuggire da Ruvo durante i moti del 1799[5]. L'edificio fu dunque adibito a palazzo comunale, in attesa che fosse adeguato alla stessa funzione il palazzo Avitaia, e poi ceduto alla famiglia Spada[5].

Il palazzo, in stile rinascimentale, presenta un elegante ingresso fiancheggiato da due colonne con capitelli ionici stilizzati e sormontato dallo stemma araldico degli Spada, posto sull'architrave[5]. Ai vari piani dell'edificio si accede tramite l'atrio dove si può ammirare una balaustra del Cinquecento caratterizzata dai sette quadri a bassorilievo a tema mitologico[5]. Spiccano per valore artistico il primo quadro in cui è raffigurata la nascita di Atena e il quarto che presenta la raffigurazione allegorica della Felicità, dell'Invidia e dell'Adulazione[5]. Ogni quadro è accompagnato da delle didascalie e tra una scena e l'altra si inseriscono delle altre figure a bassorilievo[5].

Tramite una rampa di scale si giunge al pianerottolo in cui sono presenti delle finestre orientaleggianti con archi a sesto acuto[5]. Alla fine della rampa si può osservare un bassorilievo in pietra raffigurante un vaso con tre putti[5].

Gli interni presentano una volta a botte[5]. Il palazzo attualmente è di proprietà privata[5].

Fino al 1864, nel larghetto retrostante al palazzo Spada, era presente la chiesa di San Giovanni Rotondo, dotata di un battistero gotico, ritenuta dalla popolazione l'antica cattedrale di Ruvo ma in quell'anno abbattuta poiché rosa dal tempo[6].

Palazzo Camerino[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio fu costruito sui resti del castello in piazza Matteotti e ceduto dai Carafa tra il 1809 e il 1811 alla famiglia Montaruli assieme alla Torre del Pilota e al castello stesso[7]. Nel Novecento divenne proprietà della famiglia Camerino[7].

L'edificio, diviso in due piani, è impreziosito dall'imponente portale d'ingresso che regge il balcone del primo piano ed è fiancheggiato da due colonne poggianti su un muraglione al quale si accede tramite un ampia scala[7]. Tuttavia l'ingresso principale porta ad un atrio cieco dal quale non si può accedere a nessun altro vano, infatti la scala per accedere ai vari piani è sita sull'unico fianco visibile del palazzo, ovvero in via Boccuzzi[7].

Palazzo Avitaia[modifica | modifica wikitesto]

Facciata di Palazzo Avitaia

L'edificio, sito in piazza Matteotti, è attualmente il palazzo comunale di Ruvo di Puglia. Il palazzo fu costruito tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento come attestato dalle iscrizioni presenti sulla facciata[8].

La facciata è molto semplice ma anche austera ed è divisa in tre ordini da due cornici e presenta quattro porte al piano terra di cui la principale è inserita tra due paraste culminanti in capitelli e sormontata da un architrave che regge lo stemma familiare[8]. Nei due ordini successivi si inseriscono ben otto finestre architravate[8]. Al primo ordine del prospetto sono inserite due lapidi che ricordano i tre caduti ruvesi durante la seconda guerra mondiale e gli italiani morti durante la battaglia di Dogali[8].

Al primo piano si trova l'aula del sindaco e l'sala consiliare[8], alle quali si accede tramite uno scalone trionfale, decorato a bassorilievo[9].

Palazzo Caputi[modifica | modifica wikitesto]

Costruito nel 1592 per volere di Domenico Caputi, attualmente ospita una collezione di grafiche di Domenico Cantatore e i dipinti ad olio di Michele Chieco[10].

La facciata è divisa in tre ordini caratterizzati dal bugnato liscio e strutturalmente è molto simile a palazzo Avitaia[10]. Il grande portale d'ingresso a forma arcuata sorregge il grande balcone del secondo ordine.

Palazzo Rubini[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente alla famiglia Pirlo-Rubini, il palazzo fu edificato in stile rinascimentale nel 1610[11].

La facciata presenta un ampio e pregevole loggiato decorato a bassorilievi con un basamento a bugnato[11].

Altri palazzi e ville[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Testini in piazza Felice Cavallotti, del XIX secolo.
  • Palazzo Fenicia sito in corso Ettore Carafa, XIX secolo.
  • Palazzo Camerino, corso Ettore Carafa, risalente al XIX secolo.
  • Palazzo Chieco, ex Scuola Media Statale "Giosué Carducci", ubicato in corso Ettore Carafa, XIX secolo.
  • Edificio scolastico "Giovanni Bovio", progettata dall'ingegnere Egidio Boccuzzi nel XX secolo.
  • Villa Fenicia, strada provinciale Ruvo-Bisceglie, XVIII-XIX secolo.
  • Villa Chieffi, zona Padule di Papero, XIX secolo.
  • Villa Valenzano, zona Casino Devito, XVI secolo.
  • Villa Mastrorilli, zona Piscina Mendarulo, XIX secolo.
  • Villa Lojodice, zona Casino Cotugno, XIX secolo.
  • Torre dei Guardiani, contrada Ferrata Jazzo Rosso, XIX secolo.

Torri[modifica | modifica wikitesto]

Torre dell'Orologio[modifica | modifica wikitesto]

La Torre dell'Orologio

La torre fu costruita nel 1604 e poi restaurata nel 1870 quando fu impiantato l'orologio pubblico sulla sommità del bastione. L'edificio ha pianta quadrangolare ed è rivestito da un bugnato liscio ripartito in quattro ordini dalle cornice. In cima alla torre sono presenti due campane che tuttora risuonano allo scoccare delle ore. Sul basamento della torre è stata murata nel 1793 una lapide in onore dell'imperatore Gordiano III, a sempiterno ricordo della potenza e dell'importanza di Ruvo in epoca romana. Tuttavia la lapide è composta da due epigrafi, quella superiore risale al 239 mentre quella inferiore fu dettata dall'epigrafista ruvese, Michele Boccumini, ed illustra l'epigrafe romana[12].

Di seguito il testo italiano delle epigrafi:

(LA)

«IMP CAE
M ANTONI
GORDI
ANO PIO
FEL AVG
PONT MAX
TRIB P II
COS PROC
DECVRIONES
ET AVGVST
EX AERE COL
LATO»

(IT)

«All'imperatore Cesare
Marco Antonino
Gordiano
Pio,
felice Augusto,
pontefice massimo,
tribunicia potestà II
console, proconsole,
i Decurioni
e gli Augustali
a spese comuni.»

L'epigrafe di Gordiano III
(LA)

«LAPIS
GORDIANI III MEMORIAE
OB MERITA ERECTVS
TEMPORIS INIVRIA PARIETINIS OBRVTVS
NVPERRIMEQVE EFFOSSVS
ECCE INCOLVMIS IN APRICVM REDIT
AVTONOMIAE PRIMVM IVRE
DECVRIONVM INDE ATQVE AVGVSTALIVM
CONLEGIO
CAESARVM DENIQVE BENEFICIIS
HANC FLORENTEM RUBORUM VRBEM DITATAM
SAT RETEGIT
RVBESTINI CIVES
AD DIVTVRNVM PATRIAE SPLENDOREM
LOCO HOC SPECTATISSIMO
EXPONI EVNDEM DECREVERE
R.A.S. clɔ lɔ cc xclll»

(IT)

«La lapide
in onore di Gordiano III,
fatta per i suoi benefici,
coperta di rottami per l'ingiuria del tempo,
e da poco disotterrata,
ecco incolume rivede la luce.
Essa ci fa abbastanza conoscere
che questa fiorente città di Ruvo fu dotata
dapprima del privilegio dell'autonomia,
indi del collegio dei Decurioni e degli Augustali,
infine dei benefici dei Cesari.
I Cittadini ruvestini
ad eterno splendore della patria
decretarono che la medesima fosse esposta
in questo luogo alla vista di tutti.
R.S.A. 1793»

La lapide era stata ritrovata nel suddetto anno, durante gli scavi nel sottano di proprietà del canonico don Giacomo Ursi, nei pressi di Largo Annunziata[14]. Si suppone dunque che la lapide fosse alla base di una statua eretta in onore di Gordiano III e fosse ubicata proprio in Largo Annunziata, dove trovava posto il foro romano dell'antica Rubi[15]. Questa epigrafe testimonia l'esistenza nella Ruvo romana del collegio degli Augustali, oltre alla presenza dei Decurioni, il che avvalla l'ipotesi di una antica città popolosa e florida[14].

Torre di Villa Fenicia[modifica | modifica wikitesto]

Come emerge da un documento del 1292, a Ruvo era presente una ricca domus templare da sempre bramata dai nobili signori della zona[16]. Tra le varie ipotesi formulate per dare una collocazione a questa domus, rientra anche la villa e masseria della nobile famiglia ruvese dei Fenicia[16]. L'ipotesi è dovuta alla presenza della torre-bussola-osservatorio (alta 8 metri) che si affaccia sulla Piana dei Templari e risale all'XI-XII secolo: essa aveva funzione di avvistamento ma fungeva anche come osservatorio astronomico ed inoltre era possibile tenere sotto controllo tutta la costa del Golfo di Manfredonia e buona parte della Terra di Bari[16]. All'interno della torre è presente una scala a chiocciola in pietra che conduce dal piano terra fin sulla cima del bastione[16]. La scala è molto particolare in quanto costituisce uno dei più antichi esempi di scala a chiocciola con il montante centrale ed composta stranamente non da gradini triangolari con il giro di salita disposto in senso orario ma da gradini rettangolari con il giro di salita in senso antiorario[16]. All'interno della torre è inoltre presente una cisterna interrata per la raccolta dell'acqua piovana[16].

Teatri[modifica | modifica wikitesto]

Teatro Comunale[modifica | modifica wikitesto]

Il Teatro Comunale fu istituito nel 2008 durante la ristrutturazione dei locali dell'ex Salone Polivalente, sito in via Sandro Pertini[17]. Il teatro è costituito da una sala da 120 posti con gradinata, camerini, attrezzeria, uffici e foyer[17].

Masserie[modifica | modifica wikitesto]

Posizione delle masserie nel territorio di Ruvo

Masseria Coppa[modifica | modifica wikitesto]

La masseria prende il nome dalla famiglia Coppa che fece costruire il complesso (fornito anche di una cappella) nel 1735[18]. Nei primi decenni del XIX secolo, la masseria passò in mano alla famiglia Jatta ed i fratelli Giovanni e Filippo la ristrutturarono costruendovi il piano superiore[18]. Negli anni '70, la struttura fu rilevata dalla famiglia Caputi che l'ha trasformata in azienda agricola[19].

Masseria Torre del Monte[modifica | modifica wikitesto]

La masseria fu costruita in pietra locale nel 1791 in contrada Torre Monte. È costituita da due vani, che anticamente fungevano da stalle e depositi, e dalla casa del massaro[20]. Attualmente la masseria è stata trasformata in sala ricevimenti[20].

Masseria Modesti[modifica | modifica wikitesto]

La masseria Modesti, sita in contrada Lama d'Ape, è sorta nel XIV secolo ed ha costituito da sempre un punto di riferimento per le attività agricole nell'agro ruvestino[21]. La masseria è dotata anche di un forno e di una chiesetta[21].

Masseria Ferrata[modifica | modifica wikitesto]

La masseria risale al XVII secolo, sorge a 15 km da Ruvo ed è stata a lungo un possedimento della famiglia Camerino[22]. La struttura prende il nome dalla lama Ferrata e dal 1988 è diventata una azienda agrituristica[22].

Jazzi[modifica | modifica wikitesto]

Jazzo Pagliara[modifica | modifica wikitesto]

Jazzo Pagliara

Lo jazzo è ubicato a sud di Ruvo in una radura in lieve pendenza. Questa struttura era uno dei principali punti di approvvigionamento dei pastori e delle greggi durante il periodo della transumanza[23]. Inoltre lo jazzo Pagliara rappresenta uno dei punti di maggior interesse del Parco Nazionale dell'Alta Murgia ed è perciò tutelato dalle istituzioni seppur in condizioni di degrado[23].

Il complesso nasce originariamente come un stabilimento di allevamento ovino e lo jazzo compare solo nel XVII secolo[23]. Gli ovili sono divisi in tre comparti che fungevano da stalla, da ambiente di lavorazione del latte e da mungitoi[23]. A sud della struttura è ubicata la casa del massaro costituita da due semplici vani[23]. Tutto lo jazzo è circondato dal muro a secco, coronato da lastre di pietra, che fuoriescono dal muro, al fine di evitare l'intrusione di predatori come volpi, lupi e faine, nel quale sono state ricavate alcune nicchie, utilizzate come mangiatoie[23].

Jazzo Pilella[modifica | modifica wikitesto]

La sala di Jazzo Pilella

Lo jazzo Pilella fu costruito nel 1819 a ridosso di una collina a sud di Ruvo, con un dislivello di quattro metri rispetto alla valle[24]. La struttura, abbastanza vasta, è circondata da imponenti muretti a secco e presenta un'ampia costruzione adibita a residenza (come si evince dalla ripartizione dell'edificio in quattro ambienti di cui due utilizzati come sala e bagno)[24]. Sono collegati all'edificio una stalla con mangiatoie e un deposito. Nello jazzo sono presenti due ulteriori stalle[24]. L'intero complesso è in stato di degrado sebbene utilizzato attualmente solo come deposito[24].

Jazzo Cortogigli[modifica | modifica wikitesto]

Lo jazzo Cortogigli è ubicato in cima ad una collina a sud dal centro abitato di Ruvo e nel cuore del territorio comunale[25]. Il complesso è delimitato da muretti a secco ed è composto da recinti e due costruzioni, l'edificio più grande era adibito ad abitazione mentre il secondo era utilizzato come ricovero per gli animali e stalla[25]. Abbandonato negli '70 è attualmente in stato di abbandono[25].

Jazzo del Termite[modifica | modifica wikitesto]

Costruito nel 1919 a ridosso di una lama a sud-est dal centro di Ruvo, lo jazzo è composto da tre corpi ovvero la casa del massaro, alcuni vani adibiti a magazzino e centro di lavorazione di prodotti caseari e una stalla destinata alle greggi[26]. Lo jazzo è in stato di degrado[26].

Jazzo Jatta[modifica | modifica wikitesto]

Appartenuto alla famiglia Jatta, lo jazzo è situato a sud-ovest dal centro abitato di Ruvo ed è stato costruito a ridosso di una lama nei pressi di alcune cave[27]. La struttura è composta da una abitazione completamente crollata e da tre ambienti adibiti ad ovile[27].

Casini[modifica | modifica wikitesto]

  • Casino Altamura, zona Casino Rubini, XIX-XX secolo.
  • Casino Cotugno, XIX secolo.
  • Casino Serrapetrallo, zona Casino Caputi, XIX secolo.

Acquedotti[modifica | modifica wikitesto]

Acquedotto del Sele-Calore[modifica | modifica wikitesto]

Il tratto dell'Acquedotto Pugliese immerso nell'agro ruvestino

L'acquedotto del Sele-Calore fa parte dell'Acquedotto Pugliese e attraversa per gran parte il terriotorio del comune di Ruvo, tagliandolo in due. Il tratto che si immerge nel agro ruvestino è costituito da numerose fornici, costruite per valicare le lame che solcano il territorio. Esso costituisce anche un punto panoramico di Ruvo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (italiano) Filippo Jatta, Sintesi storica della città di Ruvo, Ruvo di Puglia, Speranza & de Rosellis, 1930. Lingua sconosciuta: italiano (aiuto)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I domenicani a Ruvo: dall'ospizio al convento, su rilievo.stereofot.it, 2000.
  2. ^ Palazzo Jatta, chi siamo, su palazzojatta.org, 2009.
  3. ^ Palazzo Jatta, il Museo, su palazzojatta.org, 2009.
  4. ^ a b c Palazzo Jatta, il palazzo, su palazzojatta.org, 2009.
  5. ^ a b c d e f g h i j k Palazzo Spada, su ruvolive.it, 2011.
  6. ^ F. Jatta, pag. 85
  7. ^ a b c d Palazzo Melodia, su ruvolive.it, 2011.
  8. ^ a b c d e Palazzo Avitaia, su ruvolive.it, 2011.
  9. ^ PUG-Vincoli architettonici (PDF), su comune.ruvodipugliaweb.it, 2010.
  10. ^ a b Palazzo Caputi, su ruvolive.it, 2011.
  11. ^ a b Palazzo Rubini, su ruvolive.it, 2011.
  12. ^ F. Jatta, pag. 19
  13. ^ a b F. Jatta, pag. 20
  14. ^ a b F. Jatta, pag. 21
  15. ^ Sulle orme di... Caius Oratus, su itctannoia.it, 2010.
  16. ^ a b c d e f Pina Catino, La Torre Templare di Ruvo di Puglia, su ilportaledelsud.org, 2009.
  17. ^ a b teatrocomunaleruvo.it, 2011, http://www.teatrocomunaleruvo.it/pagina.php?ID=20.
  18. ^ a b Agriturismo Coppa, aspetti storici, su xeniaplus.it, 2011.
  19. ^ Agriturismo Coppa, l'azienda, su agriturismocoppa.it, 2011.
  20. ^ a b Tenuta Torre del Monte, su torredelmontericevimenti.it, 2008.
  21. ^ a b Poggio Ferrata, su masseriamodesti.it, 2011.
  22. ^ a b Poggio Ferrata, su poggioferrata.it, 2011.
  23. ^ a b c d e f PUG Ruvo di Puglia: Jazzo Pagliara (PDF), su comune.ruvodipugliaweb.it, 2010.
  24. ^ a b c d PUG Ruvo di Puglia: Jazzo Pilella (PDF), su comune.ruvodipugliaweb.it, 2010.
  25. ^ a b c PUG Ruvo di Puglia: Jazzo Cortogigli (PDF), su comune.ruvodipugliaweb.it, 2010.
  26. ^ a b PUG Ruvo di Puglia: Jazzo del Termite (PDF), su comune.ruvodipugliaweb.it, 2010.
  27. ^ a b PUG Ruvo di Puglia: Jazzo Jatta (PDF), su comune.ruvodipugliaweb.it, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]


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