Tunica (abbigliamento)

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Un antico Romano che indossa una tunica.

La tunica è un indumento per il corpo, solitamente di stile semplice, che si estende dalle spalle fino a una lunghezza compresa tra i fianchi e le ginocchia. Il nome deriva dal latino tunica, l'indumento base indossato sia dagli uomini che dalle donne nell'antica Roma, che a sua volta era basato su indumenti greci che coprivano la vita di chi lo indossava. Il termine è probabilmente preso in prestito dalla parola semitica *kittan con metatesi; la parola chitone (dal greco antico: χιτών?, chitṑn) ha la stessa origine.[1]

Utilizzato sia dai Vichinghi che dai Normanni, l'indumento continuò come indumento maschile generale fino al Medioevo, essendo ancora utilizzato in Norvegia fino al XVII secolo.

Una tunica famosa è quella che ha indossato Cristo prima della sua crocifissione e che, secondo il Vangelo di San Giovanni, i soldati romani preposti alla sorveglianza del patibolo si disputarono tirandola a sorte.[2]

La civiltà della valle dell'Indo[modifica | modifica wikitesto]

Le produzioni della civiltà della valle dell'Indo raffigurano sia donne che uomini che indossano un indumento simile a una tunica.

Un modello in terracotta chiamato signora del trono stellato raffigura due uomini in piedi che indossano un turbante e indossano quello che sembra essere un abito conico segnato da una fitta serie di sottili incisioni verticali che potrebbero suggerire un tessuto irrigidito; un disco d'oro simile nella Collezione al-Sabah del Museo Nazionale del Kuwait sembra provenire dalla civiltà della valle dell'Indo e raffigura uomini simili che indossano una tunica conica che tengono due tori per la coda sotto un fico delle pagode.[3] Una statuetta della dea madre del Museo Nazionale di Nuova Delhi mostra una donna che indossa una tunica corta e attillata.

Nell'antica Grecia[modifica | modifica wikitesto]

Nel mondo celtico e germanico[modifica | modifica wikitesto]

Le tuniche indossate dai Celti furono documentate dallo storico greco Diodoro Siculo: indossavano tuniche dai colori vivaci e ricamate, con pantaloni detti braccae e mantelli fissati sulle spalle con una spilla, pesanti d'inverno, leggeri d'estate, con un disegno a strisce o a quadretti ravvicinati e in vari colori.[4]

I vari popoli celtici e germanici che vivevano nelle zone più fredde del Medio e del Nord Europa indossarono tuniche a maniche lunghe fin dai tempi antichi, come testimoniano le testimonianze pittoriche; tali tuniche si trovano spesso raffigurate sui vari monumenti romani raffiguranti vittorie su questi popoli e mostrano la tunica come un semplice capo che arriva fino a metà coscia o alle ginocchia.

Tuniche simili furono infine adottate dai romani e continuarono ad essere utilizzate nel periodo bizantino.

Nell'antica Roma[modifica | modifica wikitesto]

Veniva indossata sia da cittadini che da non-cittadini, ma i cittadini di solito la indossavano sotto la toga, soprattutto in occasioni formali. La presenza o assenza di strisce colorate, come pure lo spessore e gli ornamenti, permettevano di distinguere lo status nella società romana di chi la indossava.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente si continuò ad indossare la tunica celto-germanica a maniche lunghe. La costruzione era più elaborata rispetto al precedente indumento greco-romano, con un collo aderente con uno spacco sul davanti per tirarlo sopra la testa, e un tassello sotto le braccia e inserito attorno alla metà inferiore per dare una gonna svasata.

La tunica dei legionari romani[modifica | modifica wikitesto]

Sotto la corazza, il legionario romano indossava una tunica[5], di lana o lino. Diverse raffigurazioni artistiche e o testimonianze letterarie testimoniano l'uso di colorazioni diverse della tunica militare comprendendo anche il bianco, ma non ci sono elementi a sufficienza per pensare alla presenza di una regola o di una codifica.
In origine, la tunica indossata dai legionari romani consisteva semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa rettangolari cuciti tra loro, con i buchi per la testa e le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura; le tuniche più preziose erano tessute in un unico pezzo..

In seguito, venne di moda per le tuniche essere prodotte con le maniche e indossate insieme alle braccae.

Tunica molesta[modifica | modifica wikitesto]

Usata nella pratica della tortura, veniva impregnata di sostanze infiammabili e avvolta intorno al corpo del condannato.[6]

Nella Chiesa Cattolica[modifica | modifica wikitesto]

Nnella Chiesa cattolica, prima della soppressione degli ordini minori con il Concilio Vaticano II, la tunica o tunicella era il vestimento sacro dei suddiaconi; essa era una veste che veniva indossata sopra il camice e l'amitto nella celebrazione della messa e di altre azioni liturgiche. Essa era assolutamente indistinguibile rispetto alla dalmatica ad eccezione delle maniche e della banda singola orizzontale sia di fronte che sul retro, rispetto alla doppia banda della dalmatica.

Il Vescovo può indossarne una sotto la casula durante una messa pontificale.

Usi contemporanei[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paul Haupt, The Book of Canticles, in The American Journal of Semitic Languages and Literatures, vol. 18, n. 4, 1902, pp. 193–245. URL consultato il 26 febbraio 2024.
  2. ^ Vangelo secondo Giovanni, 19, 24-24
  3. ^ Massimo Vidale, La signora del trono stellato. Il potere di un rituale perduto (PDF), a cura di Paolo Biagi, Con il contributo di Emanuela Sibilia, Trieste, 2011.
  4. ^ (EN) Diodorus Siculus, Library of History | Exploring Celtic Civilizations, su exploringcelticciv.web.unc.edu. URL consultato il 26 febbraio 2024.
  5. ^ La tunica, su The Roman Hideout, 12 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2016).
  6. ^ Giovenale, Satire, VIII, 235.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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