Tito Acerbo

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Tito Acerbo
Foto in uniforme con le mostrine del 152º Reggimento fanteria "Sassari"
NascitaLoreto Aprutino, 4 marzo 1890
MorteCroce di Piave, 16 giugno 1918
Cause della morteMorto in battaglia
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Unità152º Reggimento fanteria "Sassari"
Anni di servizio1915 - 1918
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
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Tito Acerbo (Loreto Aprutino, 4 marzo 1890Croce di Piave, 16 giugno 1918) è stato un militare italiano, capitano del 152º Reggimento di Fanteria, Brigata Sassari, caduto sul Piave durante la prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il padre Olinto appartiene ad una nobile famiglia della vecchia borghesia e la madre Mariannina de Pasquale alla nobiltà abruzzese: i baroni de Pasquale di Caprara d'Abruzzo (frazione di Spoltore in provincia di Pescara), discendenti da una illustre famiglia originaria dei Balcani da cui fuggono in seguito all'invasione dei Turchi. Compiuti i primi studi nel suo paese natale e nel seminario arcivescovile di Chieti, proseguitili presso i regi licei di Fermo e Teramo, nel 1914 conseguì la laurea in Scienze sociali a Firenze.[1]

Arruolato nell'esercito con il grado di sottotenente, prese parte alla I guerra mondiale distinguendosi nei combattimenti sul Carso e nella battaglia dell'Ortigara, ottenendo sul campo la promozione a tenente prima, e poi a capitano: venne anche insignito di due medaglie d'argento al valore militare per i meriti di guerra conseguiti sulla Bainsizza e sul Col del Rosso[2] e della Croce di Guerra francese.

Istituto tecnico commerciale di Pescara, dedicato a Tito Acerbo

Quando, nella notte del 15 giugno 1918, le truppe austro-ungariche riuscirono a varcare il Piave, Acerbo, benché ferito, fu una delle guide carismatiche della tenace resistenza che fece fallire il tentativo di penetrazione nemica. Morì sul campo di battaglia la mattina del 16 giugno, vicino alla chiesa di Croce. Venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria (R.D. 11 marzo 1924).

Gli fu dedicato il Cimitero Militare di Croce di Piave, anche se la sua salma era stata tumulata in quello parrocchiale. La salma venne poi traslata a Loreto nell'estate del 1932. Nella frazione è rimasto il monumento a lui dedicato (una colonna spezzata) inaugurato nell'ottobre 1927.

Il fratello Giacomo, uomo politico del ventennio fascista, dedicò alla sua memoria la Coppa Acerbo, gara automobilistica che si svolse a Pescara dal 1924 al 1961.

In suo onore è stata intitolata la scuola elementare di Loreto Aprutino, suo luogo di nascita, la scuola elementare di Caprara d'Abruzzo (Spoltore), la scuola primaria di Croce di Piave, luogo della sua morte, e la scuola superiore Tito Acerbo di Pescara. Sempre a Caprara d'Abruzzo si trova "Villa Acerbo", che il nostro ereditò dalla madre Mariannina De Pasquale, donata dalla famiglia Acerbo all'ONPI (Opera Nazionale Pensionati d'Italia).

A Pescara il fratello Giacomo gli fece intitolare l'Istituto tecnico commerciale, un tempo villa dei Convittori di Chieti, e l'omonimo premio automobilistico "Coppa Acerbo" (1924-1961).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso fra i valorosi di una gloriosa brigata, animatore impareggiabile, fulgido esempio di bravura, di abnegazione e di fede incrollabile, eccezionalmente dotato di capacità e di slancio, sempre e dovunque eroicamente condusse il suo reparto nelle più sanguinose azioni, sul Carso, sugli altipiani e sul Piave. Quivi nella turbinosa battaglia, benché ferito, alla testa dei suoi reparti proseguiva nel violento attacco contro preponderanti forze avversarie. Impegnata una accanitissima mischia, minacciato di accerchiamento, con impeto travolgente riusciva ad aprirsi un varco, liberandosi dalla stretta nemica e trascinando seco numerosi prigionieri. Poco dopo, colpito a morte da proiettile nemico incitava ancora i dipendenti a persistere nella lotta e spirava sul campo, inneggiando alla Patria. Croce di Piave, 16 giugno 1918.[3]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una compagnia, con la parola e con l'esempio trascinava i suoi dipendenti alla conquista di una importante posizione, giungendo tra i primi e facendo numerosi prigionieri. Altopiano della Bainsizza, 15 settembre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa della sua compagnia, accorreva prontamente sulla linea del fuoco, respingendo un contrattacco nemico e catturando numerosi prigionieri. Col del Rosso, 28 gennaio 1918
Croce al merito di guerra - Secondo conferimento - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - Quattro anni di campagna - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Croix de guerre 1914-1918 con stella di bronzo (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Capitano TITO ACERBO, su crocedipiave.netsons.org/TitoAcerbo.htm. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  2. ^ C. Chimenton, San Donà di Piave e le succursali di Chiesanuova e Passarella, Stavolta Editore - prima edizione - Treviso 1928; seconda edizione - Pordenone 1981, vol. 1, p. 410 s..
    «Al combattimento della Frasche, e dei Razzi, sul Carso, l'ottobre del 1915 comandò una sezione di mitragliatrici; nel giugno 1917, con un plotone di fucilieri, prese parte alla battaglia sanguinosa dell'Ortigara. Fu arditissimo nella campagna di Bainsizza, dove si meritò la medaglia d'argento (…) Ancora più ardito nell'azione per la conquista di Col del Rosso, dove comandò una compagnia d'assalto, e dove meritò la seconda medaglia d'argento (…) Durante la grande battaglia del Piave, nel giugno 1918, comandava un battaglione nella sua qualità di capitano»
  3. ^ Assegnazione onorificenze, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica - Quirinale.it.

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