Gli argonauti del tempo

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Gli argonauti del tempo
Titolo originaleThe Chronic Argonauts
Altri titoliGli argonauti del tempo
AutoreH. G. Wells
1ª ed. originale1888
Genereracconto
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese

Gli argonauti del tempo (The Chronic Argonauts) è un racconto di fantascienza di Herbert George Wells, pubblicato per la prima volta in tre parti[1] (secondo altre fonti due parti[2]) rispettivamente in aprile, maggio e giugno 1888 sul The Science Schools Journal, giornale scolastico del The Royal College of Science.

Grazie a questa opera a Wells si presentò una grande occasione quando il direttore del National Observer, Ernest Henley, lo contattò per una serie di articoli e quando lo stesso direttore, passato al New Review, gli chiese di revisionare la sua idea sui Viaggi nel tempo, persuadendo William Heineman a pubblicarne la storia su un libro[3][4][5][6], quella che nel 1895 sarebbe diventata la prima edizione de La macchina del tempo.

È una delle prime opere ad aver portato nella fantascienza il concetto del viaggio tra diverse epoche temporali, inteso in una maniera analoga al viaggio tra diversi punti dello spazio inaugurando un intero filone narrativo che ha avuto particolare fortuna nel XX secolo.

Nonostante Wells sia generalmente accreditato come divulgatore del concetto di viaggio nel tempo, utilizzando un veicolo che consente a un operatore di viaggiare intenzionalmente e selettivamente, il breve racconto di Edward Page Mitchell[7][8][9] del 1881, L'orologio che andò al contrario (The Clock that Went Backward) anticipa il concetto incentrando la storia su un orologio che permette una persona di viaggiare indietro nel tempo.[10][11][12]

L'opera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1888, nel periodo in cui Wells si trasferì a Uppark, per far fronte alla sua cagionevole salute incominciò ad abbozzare degli scritti, che in seguito bruciò perché reputati da lui stesso infantili. La svolta decisiva avvenne quando, dopo quattro mesi di permanenza a Uppark, Wells accettò l'invito dell'amico Burton, trasferendosi per un periodo di tre mesi in Etruria.[13]

In questo periodo Wells cominciò a lavorare su alcune bozze, iniziando così i suoi primi racconti fantascientifici. Nello stesso anno pubblicò sul Science School Journal il racconto The Chronic Argonauts, considerata la sua prima opera di rilevanza fantascientifica, nonché anticipazione di quello che sette anni dopo sarebbe diventato il suo primo successo letterario[14][15]; l'opera venne pubblicata in tre episodi tra aprile e giugno e rimase incompleta per volontà dello stesso Wells. Nel racconto è presente l'influenza letteraria - a detta dello stesso Wells - di Nathaniel Hawthorne, uno dei più importanti narratori statunitensi dell'Ottocento, i cui scritti vennero letti dallo scrittore nel suo periodo di permanenza a Uppark.[13] Tale influenza risultò però ridotta: solo l'atmosfera claustrofobica della piccola città gallese e la mentalità ristretta della popolazione nei confronti dello straniero è riconducibile a La lettera scarlatta, mentre il setting e alcuni topoi, come la misteriosa casa colonica in cui si trasferisce il dottor Nebogipfel e attorno alla quale ruota buona parte della vicenda, ricordano La casa dei sette abbaini.[16]

Tali richiami letterari collocano Wells in un filone narrativo di interpretazione simbolica che trova come massimi esponenti proprio Nathaniel Hawthorne, Herman Melville e Henry James,[17] con rappresentazioni sul Modus vivendi, sulla moralità, sul Fantastico e sul Soprannaturale, con i temi evolutisi nel rinascimento americano e nel trascendentalismo.[18]

Anche se il testo wellsiano è saturo di richiami mitologici, l'autore riesce a trasformare l'elemento simbolico in un elemento decisamente funzionale al flusso narrativo, avvicinandosi più ad una prospettiva paradossale, dove il simbolo è soggetto a un maggior numero di interpretazioni portatrici di un certo grado di complessità.[18]

Nella narrazione del racconto, l'autore sfrutta la natura mitologica del viaggio degli argonauti a bordo della loro nave Argo, trasformandola in una narrativa funzionale, dove non solo sottolinea la natura essenziale del viaggio, ma ne giustifica anche l'assoluta necessità, non a caso Wells definisce il Dott. Nebogipfel come depositario di un sapere superiore che gli consente una visione lungimirante e l'abilità artigiana di costruire la macchina.[18]

Wells intreccia alla narrativa del racconto, le tematiche sociali, rendendola appunto funzionale. Tale tematica è riscontrabile nelle future opere wellsiane, ad esempio in uno dei suoi romanzi più famosi, La macchina del tempo. H.G.Wells concepì l'idea di "La macchina del tempo" come un'analisi accurata della società britannica di epoca vittoriana.[19]

Si possono notare infatti le condizioni degli Eloi, i discendenti della classe dirigente di età vittoriana, dipinti come creature paradisiache a cui non mancha nulla, che vivono nel loro mondo fittizio di agio e benessere, ma nella realtà accuditi in veri e propri allevamenti, mostrando agli occhi del lettore il decadentismo borghese e viceversa, i Morlocchi, discendenti degli operai sfruttati della medesima epoca, che vivono ancora nelle viscere della Terra, uscendo la notte per raccogliere gli Eloi migliori da usare per nutrirsi, mostrando il riscatto operaio sulla classe borghese.[19]

Nonostante il riscatto sulla borghesia, Wells sembra voler sottolineare le differenze tra i due schieramenti sociali, come se la classe operaia di fosse riscattata solo in parte. Infatti se da un lato i Morlocchi allevano gli Eloi, e hanno una grande agilità, dall'altra sono mostruosi e vulnerabili alla luce solare, stesso vale per gli Eloi, candidi e delicati ma allo stesso tempo assoggettati dai loro opposti. Ancora una volta l'evoluzionismo darwiniano si mostra agli occhi del lettore, dividendo le due specie sul piano biologico per cause di vita in differenti ambienti.[19]

Similitudini con la cittadina di Holt (1887)[modifica | modifica wikitesto]

Un anno prima della pubblicazione dell'opera, Wells si trasferì in Galles aderendo al corpo docente di una scuola, la Holt Academy, nella cittadina di Holt, vicino a Wrexham. Sulla carta la Holt Academy sembrava la meta migliore per Wells rispetto a tutte quelle proposte. Offriva la possibilità di guadagnare dalle quaranta alle cinquanta sterline durante l'anno scolastico, inoltre l'idea di una vasta biblioteca, di vari campi da gioco e di una stanza tutta per sé incoraggiò la scelta del giovane. La scuola era strutturata in un'organizzazione complessa, una scuola maschile più una scuola femminile più un college per la preparazione di giovani per il ministero calvinista metodista, promettevano varietà di insegnamento e possibilità di parlare ed esercitarsi con studenti dell'età di Wells.[20] Quando Wells giunse a Holt trovò solo i resti in decomposizione di un'istituzione un tempo prospera, incastonata in una squallida strada di case in un piatto paesaggio ormai malridotto, un piccolo centro storico ridotto alle dimensioni di un villaggio. La casa della scuola era un'abitazione disordinata con quella che sembrava essere una piccola ex cappella bianca, con finestre rotte e sporche e un pavimento di mattoni. La scuola delle ragazze era forse una ventina di bambini e ragazze in crescita in una piccola villetta in fondo alla strada. I candidati al ministero erano tre giovani di colore apparentemente appena fuori dai campi, e la scuola dei ragazzi contava una manciata di alunni, figli di contadini e di commercianti.[21]

Possibili fonti di ispirazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo di frequentazione della Debating Society degli studenti, Wells senti parlare dell'idea di una cornice quadridimensionale per una nuova apprensione dei fenomeni fisici, che in seguito portò lo scrittore a redigere un manoscritto, The Universe Rigid.[13][22]

Nell'inverno del 1890-91, dopo essersi laureato, Wells riprese un periodo di piacevole serenità intellettuale in cui la mente poteva permettersi di elaborare un'idea per giorni e giorni, in questo periodo scrisse il saggio The Rediscovery of the Unique che venne stampato da Frank Harris allora editore della rivista Fortnightly Review (luglio 1891).[13][22][23]

Il successo ebbe l'effetto di stuzzicare l'appetito per la stampa, portando Wells a sottoporre all'attenzione di Harris, un secondo articolo, L' Universo Rigido, che l'editore spedì immediatamente alle stampanti, leggendone il contenuto soltanto nella stampa di prova. L'opera fu giudicata da Harris incomprensibile, cosa che diede modo a Wells di scartare l'idea della possibile teoria scientifica, rielaborandola sul piano fantascientifico.[13][22]

L'idea della quarta dimensione venne elaborata in un saggio del 1880 di Charles Howard Hinton intitolato Che cosa è la quarta dimensione?, l'autore suggerì che i punti che si muovono nello spazio a tre dimensioni potrebbero essere immaginati come intersezioni successive di una statica disposizione quadridimensionale delle linee passanti attraverso un piano tridimensionale, un'idea che ha anticipato le nozioni di linea oraria (world line) e di quarta dimensione assimilabile al tempo presenti nella teoria della relatività di Albert Einstein, nonostante Hinton non se lo sarebbe aspettato e l'articolo fosse soprattutto incentrato sulle possibilità di una quarta dimensione spaziale. Nello scritto Hinton si occupa dell'idea della quarta dimensione come spazio piuttosto che come tempo. L'argomento mostrato geometricamente[24] propone che un'estensione da un quadrato a un cubo sia essenzialmente lo stesso tipo di estensione che da una linea a un quadrato, Wells lavora da queste idee sulla prima pagina di The Macchina del tempo.[25] Nel 1934 Wells scrisse nella sua autobiografia che mentre studiava per diventare uno scienziato, sentì parlare e impose l'idea di una cornice quadridimensionale per una nuova apprensione dei fenomeni fisici,[26] che successivamente diede una cornice per la sua prima fantasia scientifica.[27] Nella prefazione curata da Wells nell'edizione del 1931,[28] Wells afferma che l'idea sviluppatasi nella Macchina del tempo non è mai stata una sua peculiare idea,[29][30] il che suggerisce che Wells avesse sentito parlare del lavoro di Hinton sul tempo come una dimensione. Le prime pagine dell'opera di Wells mostrano chiaramente lo stesso modo di pensare di Hinton. Il protagonista spiega la quarta dimensione in termini di geometria, ma questa è sviluppata in modo che la quarta dimensione sia vista come temporale piuttosto che spaziale. Gli effetti sono gli stessi, come afferma Hinton che "un corpo a quattro dimensioni apparirebbe all'improvviso come un corpo completo e finito, e come all'improvviso scomparirà, non lasciando alcuna traccia di se stesso, nello spazio...".[31][32]

Hinton in seguito introdusse un sistema di cubi colorati attraverso lo studio del quale era possibile imparare a visualizzare lo spazio quadridimensionale (Casting out the Self, 1904). Il sistema richiedeva molto esercizio, e in seguito qualcuno sostenne che questi cubi avevano portato più persone brillanti alla follia.

I racconti scientifici[33] di Hinton, compreso Che cosa è la quarta dimensione? e Un mondo piatto, furono pubblicati in una serie di nove opuscoli da Swan Sonnenschein & Co., tra il 1884 e il 1886. Nell'introduzione a Un mondo piatto, Hinton si riferì al recente Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni di Edwin Abbott Abbott, spiegando che aveva un disegno simile ma un'intenzione differente. Secondo Hinton, Abbot usava le storie come un palcoscenico su cui mettere la sua satira e le sue lezioni, mentre Hinton nel suo lavoro diceva di volere soprattutto ragionare sui fatti concreti. Il mondo di Hinton esisteva più sulla superficie di una sfera che sulla superficie di un piano. Strinse ancor più il suo collegamento ad Abbott scrivendo Un episodio su Flatlandia: o come un semplice quadrato scoprì la terza dimensione, del 1907.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto ha inizio in un'immaginaria cittadina del Galles dall’astruso nome di Llyddwdd, dove la popolazione è ancora turbata da un misterioso delitto avvenuto poco tempo prima, in una casa lontana dal centro abitato. Situata a circa mezzo miglio dal centro abitato, la casa era un grande edificio agricolo noto come Manse, adibito ad abitazione nel corso dei decenni.

Luoghi[modifica | modifica wikitesto]

Manse: Situata a circa mezzo miglio fuori dalla cittadina di Llyddwdd lungo la strada che sale sul fianco orientale della montagna chiamata Pen-y-pwll a Rwstog, si tratta di un grande edificio agricolo. Il nome della struttura deriva dal fatto che era un tempo la residenza del ministro dei metodisti calvinisti. Si tratta di un'erezione bizzarra, bassa, irregolare, che si trova a qualche centinaio di metri dalla ferrovia. Dalla sua costruzione nella seconda metà del XVIII secolo la struttura ha subito molti cambiamenti di fortuna, in seguito al lungo periodo di abbandono per la cessata attività agricola degli ettari circostanti. Tra gli altri Miss Carnot, The Gallic Shappo un tempo la fece diventare la sua casa, e in seguito un vecchio uomo di nome Williams divenne il suo occupante. Il terribile omicidio di questo inquilino da parte dei suoi due figli fu la causa di un considerevole periodo di disabitazione con l'inevitabile conseguenza di generale degrado.[34]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Herbert George Wells (The Chronic of Argonauts), Strange Signposts: An Anthology of the Fantastic, Roger Elwood, Sam Moskowitz, I ed., Holt, Rinehart and Winston, giugno 1966.[36]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) John R. Hammond, Text - The chronic argonauts, in H.G. Wells's the Time Machine: A Reference Guide, Greenwood Press, 30 ottobre 2004, p. 36, ISBN 978-0313330070. URL consultato il 5 marzo 2017.
  2. ^ (EN) Isfdb The Chronic Argonauts, su isfdb.org. URL consultato il 5 marzo 2017.
  3. ^ (EN) James Gunn, The Science of Science Fiction Writing, Scarecrow Press, 31 ottobre 2000, p. 256, ISBN 978-1-57886-011-1.
  4. ^ (EN) James Gunn, Centre for the study of science fiction-The man who invented tomorrow, su sfcenter.ku.edu. URL consultato il 2 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2012).
  5. ^ (EN) Robert M. Philmus, David Y. Hughes, H.G. Wells: Early Writings in Science and Science Fiction, Berkeley, Los Angeles, and London: University of California Press, 1975, ISBN 978-0-520-02679-7.
  6. ^ Fabio Giovannini, Marco Minicangeli, Storia del romanzo di Fantascienza, guida per conoscere (e amare) l'altra letteratura, I ed, Castelvecchi, 1998, p. 251, ISBN 978-88-8210-062-9. URL consultato il 21 luglio 2013.
  7. ^ (EN) Toomey, David, The New Time Travelers: A Journey to the Frontiers of Physics, p. 26. URL consultato il 5 marzo 2017.
  8. ^ (EN) The Time Chronicles, p. 5. URL consultato il 5 marzo 2017.
  9. ^ (EN) The Science Fiction Handbook, p. 15. URL consultato il 5 marzo 2015.
  10. ^ (EN) Time Machines: Time Travel in Physics, Metaphysics, and Science Fiction, su books.google.com, p. 55. URL consultato il 1º aprile 2014.
  11. ^ (EN) Pickover, Time: A Traveler's Guide, p. xiv. URL consultato il 5 marzo 2017.
  12. ^ Alessandra Calcani, Il viaggio nel tempo al crocevia dei generi: percorsi angloamericani, su ledonline.it, 2002. URL consultato il 12 marzo 2017.
  13. ^ a b c d e (EN) H.G. Wells, Experiment in Autobiography - Discoveries and Conclusions of a Very Ordinary Brain (Since 1866) (PDF), I°ª ed., Londra, Victor Gollancz Ltd, settembre 1934, p. 840. URL consultato il 22 febbraio 2013.
  14. ^ H.G. Wells, Avventure di fantascienza - Il bacillo rubato, a cura di Renato Prinzhofer, 4ª ed., Milano, Mursia, 2011 [1966], p. 619.
  15. ^ (EN) Sciencefiction Quality - The Chronic Argonauts by H.G. Wells, su sciencefiction-quality.com. URL consultato il 28 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2014).
  16. ^ Maria Teresa Franza, Gli Argonauti del Tempo (PDF), Roma, Aracne Editrice, maggio 2001, ISBN 978-88-548-4125-3. URL consultato il 28 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2014).
  17. ^ (EN) Bernard Bergonzi, The early H. G. Wells. A study of the scientiftc romances, Manchester, Manchester University Press, 1961, p. 35.
  18. ^ a b c Gli Argonauti del tempo - Introduzione, p. 10.
  19. ^ a b c Gli Argonauti del tempo - Introduzione, p. 11.
  20. ^ Experiment in Autobiography, capitolo 6 - Sixth Start in Life or Thereabouts (1887) p. 240.
  21. ^ Experiment in Autobiography, capitolo 6 - Sixth Start in Life or Thereabouts (1887) p. 241.
  22. ^ a b c (EN) Robert M. Philmus e David Y. Hughes, H. G. Wells: Early Writings in Science and Science Fiction (PDF), 1975. URL consultato il 30 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2019).
  23. ^ (EN) Isfdb - The Rediscovery of the Unique, su isfdb.org. URL consultato il 23 maggio 2019.
  24. ^ (EN) Charles Howard Hinton, The fourth dimension by Hinton, Charles Howard, 1853-1907, G. Allen & Unwin Ltd, 1912, pp. 11-13, OCLC 256735699. URL consultato il 10 maggio 2019.
  25. ^ (EN) What is the Fourth Dimension?, su bl.uk. URL consultato il 10 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2021).
  26. ^ (EN) David Toomey, Chapter 1, in The New Time Travelers: A Journey to the Frontiers of Physics, W. W. Norton & Company, 14 febbraio 2011, p. 28. URL consultato il 10 maggio 2019.
    «heard about and laid hold of the idea of a four-dimensional frame for a fresh apprehension of physical phenomena, which afterwards»
  27. ^ (EN) Robert M. Philmus, Robert Michael Philmus e David Yerkes Hughes, Introductions - Outline, in H. G. Wells: Early Writings in Science and Science Fiction, University of California Press, 1 gennaio 1975, p. 5, ISBN 9780520026797. URL consultato il 10 maggio 2019.
    «Gave me a frame for my first scientific fantasia, The Time Machine»
  28. ^ (EN) The Time Machine Publication, 1931, Random House, su isfdb.org. URL consultato il 10 maggio 2019.
  29. ^ (EN) Nicholas Ruddik, Wells on The Time Machine, in The Time Machine: An Invention, Broadview Press, 12 febbraio 2001, p. 249. URL consultato il 10 maggio 2019.
    «it was never the writer’s own peculiar idea»
  30. ^ (EN) Simon Wells, Old father time, su theguardian.com. URL consultato il 10 maggio 2019.
  31. ^ (EN) Charles Howard Hinton, su higherspace.wordpress.com. URL consultato il 10 maggio 2019.
  32. ^ (EN) Charles H. Hinton, What Is the Fourth Dimension? By Charles H. Hinton 1884 (PDF), in Scientific Romances, Speculations on the Fourth Dimension, Selected Writings of Charles H. Hinton, vol. 1, Dover Publications, 1884, pp. 1-22, ISBN 0-486-23916-0. URL consultato il 10 maggio 2019.
  33. ^ [Racconti scientifici, a cura di Jorge Luis Borges, Milano, F. M. Ricci, 1993, ISBN 88-216-0211-7]
  34. ^ Gli Argonauti del tempo, p. 32.
  35. ^ (EN) H.G. Wells, The Early H. G. Wells, su isfdb.org, University of Toronto Press, 1961. URL consultato il 13 marzo 2017.
  36. ^ (EN) H.G. Wells, Strange Signposts: An Anthology of the Fantastic, su isfdb.org, Holt, Rinehart and Winston, giugno 1966, OCLC 891111.. URL consultato il 13 marzo 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gianni Montanari, Ieri, il futuro. Origini e sviluppo della Fantascienza inglese, Milano, Editrice Nord, 1977.
  • Alessandro Monti, Invito alla lettura di H. G. Wells, Milano, Ugo Mursia Editore, 1982
  • Burt Franklin, A Bibliography of the works of H.G.Wells 1887-1925 part one: Books and Pamhplets(in en), New York N.Y., Franklin Burt, 1922, pp. 273. ISBN 978-0-8337-5190-4
  • Frederick Wilse Bateson, A Dictionary of the Characters and Scenes in the Novels, Romance and Short (in en), New York, Haskell House Publisher Ltd-Scarce Scholarly Books, 1926, pp. 489.
  • Bernard Bergonzi. The early H. G. Wells. A study of the scientiftc romances, Manchester, Manchester University Press, 1961 ISBN 978-0-7190-0126-0
  • (EN) H.G. Wells, Experiment in Autobiography - Discoveries and Conclusions of a Very Ordinary Brain (Since 1866) (PDF), I°ª ed., Londra, Victor Gollancz Ltd, settembre 1934, p. 840. URL consultato il 22 febbraio 2013.
  • Maria Teresa Franza, Gli Argonauti del Tempo (PDF), Roma, Aracne Editrice, maggio 2001, ISBN 978-88-548-4125-3. URL consultato il 28 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2014).

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