Tempio maggiore israelitico di Firenze

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La facciata

La principale Sinagoga di Firenze o Tempio Maggiore Israelitico si trova nel centro storico di Firenze in Via Farini. La sua cupola verde rame è un punto celebre del panorama cittadino.

La comunità ebraica fiorentina

La comunità israelitica di Firenze non è molto numerosa (circa duemila persone) ma molto antica, risale infatti all'epoca romana, quando nella zona di Oltrarno, appena fuori dalle mura sull'altra sponda della città, abitava una piccola comunità. le pime notizie certe risalgono comunque al XIII secolo, quando fu costruita una sinagoga nell'attuale Via de' Ramaglianti, in Oltrarno vicino a Borgo San Jacopo, che un tempo si chiamava Via de' Giudei.

Furono comunque i Medici ad far sì che la comunità potesse accrescersi, particolare con Cosimo il Vecchio che diede una prima concessione per un banco di prestito nel 1437, quando giunsero prestatori da Pisa, da Rieti, da Tivoli, ma anche dalla Spagna e dal Portogallo, protetti affinché esercitassero il mestiere del prestito.

Nonostante ciò Cosimo I tolse presto loro la libertà costringendoli a vivere nel ghetto, che era situato dove sorge oggi Piazza della Repubblica. Durante l'Inquisizione Cosimo III promulgò delle leggi che proibivano ai cristiani di lavorare per gli ebrei. L'apertura del ghetto risale invece al 1848, quando con la scomunica dello stato italiano da parte di Pio IX si creò di riflesso un clima più tollerante verso le minoranze religiose.

La nuova sinagoga

Nel 1868, David Levi, presidente dell'Università Israelitica, con legato testamentario destinava i suoi beni alla realizzazione di una nuova sinagoga fiorentina e di un luogo di culto ebraico "degno della città". Cominciò con l'acquisto di un terreno nei pressi del nuovo quartiere della Mattonaia e di piazza d'Azeglio e sorse così fra il 1874 e il 1882 il Tempio Maggiore Israelitico, costruito sulla base di progetti di Marco Treves, coadiuvato dagli architetti Mariano Falcini e Vincenzo Micheli, per la notevole spesa di un milione di lire di allora.

L'edificio ha una struttura in travertino (bianco) e pomato rosa, è in stile moresco a pianta centrale con cupola mediana e torri laterali con cupolette in facciata. Rientra fra le sinagoghe dette "dell'emancipazione" legate al periodo storico del laicismo statale dopo la Breccia di Porta Pia e la scomunica del Regno d'Italia da parte di Papa Pio IX, che limitando gli influssi del cattolicesimo nella vita pubblica ebbe come conseguenze anche quella di favorire le minoranze religiose, fino ad allora ostacolate o per quanto possibile ostracizzate. Le sinagoghe di questa stagione furono in genere progettate quindi come costruzioni indipendenti e non nascoste in edifici per civile abitazione, come avveniva nei ghetti.

L'edificio

Sorgendo in un giardino verdeggiante un tempo ricco di piante esotiche, chiuso da una cancellata di ghisa opera del senese Pasquale Franci, il tempio sospinge il visitatore in una lontana atmosfera orientaleggiante. Il giardino ospita anche la scuola della comunità. La cupola centrale, che si innalza su un alto tamburo circolare, è rivestita di lastre di rame dal caratteristico colore verde e segna un'inconfondibile presenza nel panorama fiorentino.

L'interno

L'interno della Sinagoga, inondato da una luce dorata, è completamente rivestito da motivi decorativi di Giovanni Panti dipinti ad arabeschi rossi e blu, in origine lumeggiati a oro. Le vetrate policrome ricordano scene bibliche. Circondano il settore mediano della sala i matronei superiori chiusi da cancellate in ferro battuto, ornate da candelabri a sette braccia, i cui modelli furono dati da Francesco Marini. Nel presbiterio, l'arca, rivestita a mosaici, è incorniciata dal baldacchino, a sua volta sormontato dalle Tavole della Legge, che si trovano anche sulla facciata esterna del tempio. Le porte dell'arca santa - davanti alle quali è accesa una luce perpetua - portano ancora i segni profanatori dei colpi di baionetta inferti dai fascisti che tentarono di abbatterle. Durante l'occupazione nazista il tempio era stato utilizzato come garage e fu poi minato dai tedeschi in fuga, ma per fortuna non saltò miracolosamente in aria.

In fondo alla navata di destra si apre una porta per la quale si accede ad un oratorio di rito ashkenazita intitolato al rabbino Samuel Zvi Margulies, in cui sono situate due arche.

Al centro del pavimento si trova una stella in marmo nero e giallo proveniente dalla confraternita Mattir Assurim nell'antico ghetto.

Il giardino

I nomi di 248 ebrei residenti a Firenze uccisi dai nazisti sono elencati in una grande lapide nel giardino del tempio, dove è anche una lapide più piccola in ricordo degli ebrei fiorentini caduti nella prima guerra mondiale. Una targa simile è anche esposta nella Stazione di Santa Maria Novella al binario dal quale parì il treno di prigionieri ebrei diretto verso i campi di concentramento.

Il Museo

La storia della comunità fiorentina può essere ripercorsa nel museo al primo piano, fondato nel 1981 e diviso in due parti: una ricostruisce la storia degli ebrei a Firenze, con particolare riguardo alla ricostruzione della zona del vecchio ghetto, l'altra propone oggetti cerimoniali ebraici, con numerosi esempi di argenteria liturgica e di preziosi tessuti, alcuni dei quali risalgono al Seicento.

Voci correlate

Fonti

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