Teatro romano di Mérida

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Teatro romano di Mérida
Ubicazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
LocalitàMérida
Dati tecnici
Capienza5.800-6.000 posti
Coordinate: 38°55′00.01″N 6°19′59.99″W / 38.91667°N 6.33333°W38.91667; -6.33333
 Bene protetto dall'UNESCO
Complesso archeologico di Mérida
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1993
Scheda UNESCO(EN) Archaeological Ensemble of Mérida
(FR) Ensemble archéologique de Mérida
Le colonne corinzie che sorreggono parte della struttura

Il Teatro romano di Mérida è uno storico teatro della città spagnola di Mérida, in Estremadura (Spagna meridionale), costruito nel 15-16 a.C.[1][2][3] per volere di Marco Vipsanio Agrippa[1][2]. Tra i teatri romani meglio conservati al mondo[4] e considerato il teatro romano meglio conservato in Europa[5], è annoverato - unitamento al contiguo anfiteatro romano - dall'UNESCO nel patrimonio dell'umanità[5].

È tuttora utilizzato per rappresentazioni classiche, in particolare durante il Festival de Teatro Clásico che si svolge ogni estate dal 1933[4][5] ed è visitato da circa 100.000 turisti l'anno[5].

Ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

Il Teatro romano di Mérida si trova a sud dell'anfiteatro romano e nelle vicinanze di altri monumenti cittadini, quali il Museo Nacional de Arte Romano, il Museo de Arte Visigodo, l'Arco di Traiano, ecc.[4]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il teatro ha un diametro di 95 metri[1][2] e può ospitare circa 6.000 persone[1][5].

La scena, che si deve ad un rifacimento della fine del I o degli inizi del II secolo, è stata ricostruita per due ordini di colonne corinzie.[2] L'orchestra è costituita da un semicerchio del diametro di 30 metri.[2]

Dietro al teatro, si trova un giardino.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Scavi[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1910 e il 1915, iniziarono gli scavi, che riportarono alla luce la struttura, che si svolsero sotto la guida dell'archeologo José Ramón Mélida Alinari.[1]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN159528686 · LCCN (ENn86055572 · J9U (ENHE987007364285605171 · WorldCat Identities (ENlccn-n86055572