Teatro romano di Sessa Aurunca

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Teatro romano
Ubicazione
StatoItalia Italia
LocalitàSessa Aurunca
Indirizzovicino alla chiesa di San Giovanni a Villa
Dati tecnici
TipoTeatro romano
Capienza6000-7000 posti
Realizzazione
CostruzioneI secolo d.C.
ProprietarioComune di Sessa Aurunca
Coordinate: 41°14′03.73″N 13°55′50.12″E / 41.23437°N 13.93059°E41.23437; 13.93059
Teatro romano di Sessa Aurunca
CiviltàRomana
UtilizzoTeatro
EpocaI secolo d.C.
Localizzazione
StatoItalia Italia
Provinciaprovincia di Caserta
Dimensioni
Altezza24 metri
Larghezza110 metri
Scavi
Data scoperta1926
Date scavi1926-1930 circa; ripresi nel 1999-2006
ArcheologoAmedeo Maiuri Sergio Cascella
Amministrazione
EnteSoprintendenza archeologia Campania
ResponsabileComune di Sessa Aurunca
Visitabiledal mese di maggio 2019 è aperto al pubblico quotidianamente
Sito webwww.cir.campania.beniculturali.it/luoghi-della-cultura/criptoportico-teatro-romano-di-suessa
Mappa di localizzazione
Map

Il teatro romano di Sessa Aurunca si trova in provincia di Caserta.

Costruito nel I secolo d.C., fu poi restaurato sotto Antonino Pio nel II secolo d.C.[1] In seguito fu abbandonato e progressivamente sepolto sotto il terreno fino agli anni '20 del XX secolo, quando i lavori cominciarono sotto la guida dell'archeologo Amedeo Maiuri; interrotti per la seconda guerra mondiale, questi furono poi veramente ripresi solo nel 1999, per essere terminati nel 2003.[2]

Oggi il sito è completamente restaurato ed in buone condizioni.[3] È il secondo teatro romano più grande della Campania dopo quello di Napoli.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il teatro al tramonto

La costruzione del teatro risale al I secolo d.C. durante il regno di Augusto e venne poi ampliato nel secolo successivo sotto Antonino Pio. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, il teatro divenne un cumulo di rovine anche a causa di un precedente nuovo terremoto (avvenuto nel 346), che però causò il crollo di tutta la struttura e il definitivo abbandono dell'edificio. Dopo otto secoli di degrado fu però riscoperto; ma gli uomini del XII secolo vedevano quel teatro solo come una fonte di materiale per la costruzione del duomo e di altri edifici, e diedero il via a vere e proprie spoliazioni che cancellarono irrimediabilmente l'aspetto originario (gli effetti sono visibili ancora oggi).[5]

Dopo la fine dei lavori per la cattedrale, la vegetazione ebbe definitivamente la meglio e la struttura scomparve per altri otto secoli. Fu nel 1926 che l'archeologo Amedeo Maiuri cominciò gli scavi,[6] che dopo varie interruzioni finirono definitivamente tra il 2003 e il 2006.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Particolare interno

Il teatro fu costruito su di una collina per sfruttarne la naturale inclinazione. La cavea ha 110 metri circa di diametro[7] e poteva contenere tra i 6000 e i 7000 spettatori. L'edificio scenico aveva una lunghezza di 40 metri e un'altezza di 24, ed era composto di tre ordini soprapposti di 84 colonne. I marmi usati erano pregiati e venivano da varie parti dell'Impero, come la Numidia o Carrara. Dietro le scene si può ancora trovare la latrina degli attori, risalente al III secolo d.C.[2]

Criptoportico[modifica | modifica wikitesto]

Adiacente al teatro si trova un criptoportico risalente circa all'età sillana.[2] Anche la sua storia è abbastanza travagliata, in quanto fu parzialmente scavato nel 1926 per poi essere completamente abbandonato; a differenza del teatro, però, i lavori definitivi di recupero e restauro sono terminati solo nel 2014.[8]

Il criptoportico dall'esterno

Pur non avendo collegamenti diretti col teatro, o se c'erano sono andati persi,[9] il criptoportico gli era indubbiamente collegato. Non è ancora chiaro quale fosse il suo utilizzo, ma si presuppone che venisse usato dagli attori per spostarsi da un luogo all'altro; tuttavia, sono state trovate sui muri numerose iscrizioni in greco e latino, tra cui anche alcuni versi virgiliani, che lasciano presupporre il suo utilizzo come scuola e Gymnasium.[2] Inoltre, a causa della presenza di terreni privati, non tutte le parti del criptoportico sono state e saranno mai recuperate, lasciando così nel mistero la sua vera utilità.[10]

La struttura era composta da tre bracci disposti ad U, ma oggi si può visitare solo il settentrionale, in quanto l'occidentale è stato inglobato da un casolare di campagna mentre l'orientale è crollato;[9] la loro lunghezza era di 90 metri circa per il nord e di 70 per gli altri due. I corridoi sono divisi in due navate con volte a botte poggianti su pilastri di trachite vulcanica[11] e illuminate da finestre strombate. Le pareti, in opus incertum, conservano il rivestimento in stucco bianco con membrature architettoniche a rilievo, attribuibile ai primi decenni del I secolo d.C.,[2] su cui erano stati disegnati quadri geometrici con motivi floreali;[12] a ciò furono aggiunte le suddette iscrizioni scolastiche e anche dei veri e propri atti di vandalismo da parte di tifoserie gladiatorie.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Teatro e Criptoportico romano di Sessa Aurunca, su beniculturali.it, 2020. URL consultato il 16 luglio 2020.
  2. ^ a b c d e Teatro e Criptoportico romano di Sessa Aurunca, su CIR Campania. URL consultato il 13 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2016).
  3. ^ Giulia Lettieri, Sessa Aurunca: la città delle meraviglie archeologiche abbandonate, su interno18, 24 settembre 2012. URL consultato il 13 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2016).
  4. ^ Teatro Romano, su VisitSessa. URL consultato il 13 giugno 2016.
  5. ^ Sergio Cascella, Uso e riuso dell'antico a Sessa Aurunca (CE): il caso dei marmi del teatro romano, su Diagnosis of Cultural Heritage, 2015. URL consultato il 13 giugno 2016.
  6. ^ Rosario Serafino, Scheda informativa di Sessa Aurunca, su Archemail, 2012. URL consultato il 13 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2016).
  7. ^ Valeria Nerone, Segno di un’antica civiltà tra storia e spettacolo: Teatro romano di Sessa Aurunca…, su SoloCaserta, agosto 2011. URL consultato il 13 giugno 2016.
  8. ^ a b Apertura straordinaria del Criptoportico romano a Sessa, su Caserta News, 20 maggio 2014. URL consultato il 14 giugno 2016.
  9. ^ a b Criptoportico, su VisitSessa. URL consultato il 14 giugno 2016.
  10. ^ Criptoportico di Sessa Aurunca, su I Luoghi del Cuore. URL consultato il 14 giugno 2016.
  11. ^ N. Valenza, Sessa Aurunca, su Treccani. URL consultato il 14 giugno 2016.
  12. ^ Monumenti & chiese - Principali strutture relative al periodo romano, su sessaaurunca.net. URL consultato il 14 giugno 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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