Teatro romano di Sessa Aurunca
Teatro romano | |
---|---|
![]() | |
Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Località | Sessa Aurunca |
Indirizzo | vicino alla chiesa di San Giovanni a Villa |
Dati tecnici | |
Tipo | Teatro romano |
Capienza | 6000-7000 posti |
Realizzazione | |
Costruzione | I secolo d.C. |
Proprietario | Comune di Sessa Aurunca |
Teatro romano di Sessa Aurunca | |
---|---|
![]() | |
Civiltà | Romana |
Utilizzo | Teatro |
Epoca | I secolo d.C. |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Provincia | provincia di Caserta |
Dimensioni | |
Altezza | 24 metri |
Larghezza | 110 metri |
Scavi | |
Data scoperta | 1926 |
Date scavi | 1926-1930 circa; ripresi nel 1999-2006 |
Archeologo | Amedeo Maiuri Sergio Cascella |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza archeologia Campania |
Responsabile | Comune di Sessa Aurunca |
Visitabile | dal mese di maggio 2019 è aperto al pubblico quotidianamente |
Sito web | www.cir.campania.beniculturali.it/luoghi-della-cultura/criptoportico-teatro-romano-di-suessa |
Mappa di localizzazione | |
![]() | |
Il teatro romano di Sessa Aurunca si trova in provincia di Caserta.
Costruito nel I secolo d.C., fu poi restaurato sotto Antonino Pio nel II secolo d.C.[1] In seguito fu abbandonato e progressivamente sepolto sotto il terreno fino agli anni '20 del XX secolo, quando i lavori cominciarono sotto la guida dell'archeologo Amedeo Maiuri; interrotti per la seconda guerra mondiale, questi furono poi veramente ripresi solo nel 1999, per essere terminati nel 2003.[2]
Oggi il sito è completamente restaurato ed in buone condizioni.[3] È il secondo teatro romano più grande della Campania dopo quello di Napoli.[4]
Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del teatro risale al I secolo d.C. durante il regno di Augusto e venne poi ampliato nel secolo successivo sotto Antonino Pio. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, il teatro divenne un cumulo di rovine anche a causa di un precedente nuovo terremoto (avvenuto nel 346), che però causò il crollo di tutta la struttura e il definitivo abbandono dell'edificio. Dopo otto secoli di degrado fu però riscoperto; ma gli uomini del XII secolo vedevano quel teatro solo come una fonte di materiale per la costruzione del duomo e di altri edifici, e diedero il via a vere e proprie spoliazioni che cancellarono irrimediabilmente l'aspetto originario (gli effetti sono visibili ancora oggi).[5]
Dopo la fine dei lavori per la cattedrale, la vegetazione ebbe definitivamente la meglio e la struttura scomparve per altri otto secoli. Fu nel 1926 che l'archeologo Amedeo Maiuri cominciò gli scavi,[6] che dopo varie interruzioni finirono definitivamente tra il 2003 e il 2006.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il teatro fu costruito su di una collina per sfruttarne la naturale inclinazione. La cavea ha 110 metri circa di diametro[7] e poteva contenere tra i 6000 e i 7000 spettatori. L'edificio scenico aveva una lunghezza di 40 metri e un'altezza di 24, ed era composto di tre ordini soprapposti di 84 colonne. I marmi usati erano pregiati e venivano da varie parti dell'Impero, come la Numidia o Carrara. Dietro le scene si può ancora trovare la latrina degli attori, risalente al III secolo d.C.[2]
Criptoportico[modifica | modifica wikitesto]
Adiacente al teatro si trova un criptoportico risalente circa all'età sillana.[2] Anche la sua storia è abbastanza travagliata, in quanto fu parzialmente scavato nel 1926 per poi essere completamente abbandonato; a differenza del teatro, però, i lavori definitivi di recupero e restauro sono terminati solo nel 2014.[8]

Pur non avendo collegamenti diretti col teatro, o se c'erano sono andati persi,[9] il criptoportico gli era indubbiamente collegato. Non è ancora chiaro quale fosse il suo utilizzo, ma si presuppone che venisse usato dagli attori per spostarsi da un luogo all'altro; tuttavia, sono state trovate sui muri numerose iscrizioni in greco e latino, tra cui anche alcuni versi virgiliani, che lasciano presupporre il suo utilizzo come scuola e Gymnasium.[2] Inoltre, a causa della presenza di terreni privati, non tutte le parti del criptoportico sono state e saranno mai recuperate, lasciando così nel mistero la sua vera utilità.[10]
La struttura era composta da tre bracci disposti ad U, ma oggi si può visitare solo il settentrionale, in quanto l'occidentale è stato inglobato da un casolare di campagna mentre l'orientale è crollato;[9] la loro lunghezza era di 90 metri circa per il nord e di 70 per gli altri due. I corridoi sono divisi in due navate con volte a botte poggianti su pilastri di trachite vulcanica[11] e illuminate da finestre strombate. Le pareti, in opus incertum, conservano il rivestimento in stucco bianco con membrature architettoniche a rilievo, attribuibile ai primi decenni del I secolo d.C.,[2] su cui erano stati disegnati quadri geometrici con motivi floreali;[12] a ciò furono aggiunte le suddette iscrizioni scolastiche e anche dei veri e propri atti di vandalismo da parte di tifoserie gladiatorie.[8]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Teatro e Criptoportico romano di Sessa Aurunca, su beniculturali.it, 2020. URL consultato il 16 luglio 2020.
- ^ a b c d e Teatro e Criptoportico romano di Sessa Aurunca, su CIR Campania. URL consultato il 13 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2016).
- ^ Giulia Lettieri, Sessa Aurunca: la città delle meraviglie archeologiche abbandonate, su interno18, 24 settembre 2012. URL consultato il 13 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2016).
- ^ Teatro Romano, su VisitSessa. URL consultato il 13 giugno 2016.
- ^ Sergio Cascella, Uso e riuso dell'antico a Sessa Aurunca (CE): il caso dei marmi del teatro romano, su Diagnosis of Cultural Heritage, 2015. URL consultato il 13 giugno 2016.
- ^ Rosario Serafino, Scheda informativa di Sessa Aurunca, su Archemail, 2012. URL consultato il 13 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2016).
- ^ Valeria Nerone, Segno di un’antica civiltà tra storia e spettacolo: Teatro romano di Sessa Aurunca…, su SoloCaserta, agosto 2011. URL consultato il 13 giugno 2016.
- ^ a b Apertura straordinaria del Criptoportico romano a Sessa, su Caserta News, 20 maggio 2014. URL consultato il 14 giugno 2016.
- ^ a b Criptoportico, su VisitSessa. URL consultato il 14 giugno 2016.
- ^ Criptoportico di Sessa Aurunca, su I Luoghi del Cuore. URL consultato il 14 giugno 2016.
- ^ N. Valenza, Sessa Aurunca, su Treccani. URL consultato il 14 giugno 2016.
- ^ Monumenti & chiese - Principali strutture relative al periodo romano, su sessaaurunca.net. URL consultato il 14 giugno 2016.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Sergio Cascella, Matidia Minore, la Bibliotheca Matidiana e il Foro di Suessa (Sessa Aurunca - Ce): considerazioni preliminari sullo scavo del cosiddetto "Aerarium" in Studi sulla Campania nell'antichità, 2013, pp. 148–150.
- Liceo linguistico-pedagogico "Taddeo da Sessa" + Scuola media statale "Convitto Agostino Nifo", Sessa Aurunca: appunti per un turista, 2009, pp. 8–13.
- Mauro Volante e Pasquale Stanziale, Sessa Aurunca in tasca, 2006, pp. 9, 12-13.
- AA. VV., Il Cammino dei Teatri 1 CITTA' METROPOLITANA DI NAPOLI, 2017, pp. 21–26.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file del teatro romano di Sessa Aurunca
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 247877779 |
---|