Taro (fiume)
Template:Infobox fiume Il Taro è un fiume dell'Emilia-Romagna, affluente di destra del Po, che con un corso lungo 126 km scorre interamente nella Provincia di Parma.
Il corso del fiume
Il fiume nasce dall'Appennino Ligure sul monte Penna (1735 m), nella zona di confine fra la Provincia di Genova e la Provincia di Parma scorrendo inizialmente con corso estremamente accidentato. Da qui bagna svariati centri fra i quali Casale, Bedonia e Compiano.
Nei pressi della la cittadina di Borgo Val di Taro il fiume riceve rispettivamente da destra il torrente Gotra e presso l'abitato, il torrente Tarodine. Da qui il fiume bagna Ostia Parmense incrementando le dimensioni del proprio letto e scorrendo accanto all'autostrada della Cisa. Il fiume giunge poi a Fornovo di Taro dove raddoppia di dimensioni e portata grazie alla confluenza da sinistra del Ceno, suo fiume gemello nonché principale tributario, anch'esso proveniente dal monte Penna. Da questo punto in poi il fiume diviene assai ampio raggiungendo in alcuni punti il Km di larghezza e diramandosi in svariati bracci minori. Raggiunto poi il centro di Ponte Taro il fiume viene scavalcato prima dalla Via Emilia e poi dall'Autostrada Milano Bologna, dopodiché riceve da sinistra il torrente Recchio. Qui placa il suo impeto restringendo il proprio letto e bagnando con corso meandriforne il centri di Viarolo, Trecasali e Sissa. Un ultimo affluente raggiunge il fiume presso Fontanelle: il torrente Stirone dopodiché il Taro sfocia da destra nel Po nelle vicinanze di Gramignazzo.
Regime Idrologico
Il fiume, pur a fronte di una portata media copiosa di circa 30 m3/s, ha un regime estremamente torrentizio con importanti variazioni a seconda della stagione. In estate nel suo basso corso, il fiume è frequentemente in secca a causa sia della forte permeabilità del suo ampio greto sia a causa del prelievi idrici, mentre nei periodi più piovosi (autunno) può raggiungere facilmente piene di oltre 1000 m³/s, che possono anche raddoppiare in caso di piene eccezionali (dette centennali), come quella del 9 novembre 1982.
Storia
La valle del Taro era un tempo un passaggio importante attraverso gli Appennini. Era essa infatti percorsa dalla via Francigena, che conduceva a Roma i pellegrini e viaggiatori del nord-Europa.
Il fiume ha dato anche il nome al Taro, vecchio dipartimento francese.
Nel corso dei secoli il letto del fiume ha subito alcune deviazioni: la più nota è quella nelle vicinanze di Sissa. Infatti nel Medioevo si hanno documenti che ci ricordano come il Taro fosse a est di Palasone e sfociasse nelle vicinanze di Coltaro.
Ponti
I principali ponti che attraversano il Taro sono:
- Il Ponte sul Taro lungo la via Emilia in località Ponte Taro. Realizzato tra il 1816 e il 1819, rappresenta la prima delle grandi opere di ingegneria volute dal governo di Maria Luigia, duchessa di Parma e Piacenza. Ritenuto all'epoca della sua costruzione il ponte più lungo d'Europa.[1]
- Il ponte Arturo Montanini, inaugurato nel 2008, che collega Collecchio con Medesano travalicando il tato e l'autostrada A15. Arturo Montanini fu il presidente della Provincia di Parma 1975 al 1985 e fu lui a dare il via alla progettazione di quest'opera. Il ponte è costituito da 22 campate di 54 metri ciascuna e ha richiesto per la realizzazione 21000 giornate lavorative.
- Il "ponte del Diavolo", situato a Gramignazzo, chiamato così perché venne bombardato più volte ma resistette.
- Il ponte di San Secondo dedicato a Giovanni Faraboli, inaugurato il 22 aprile 2004.
Natura
Un tratto del corso del Taro lungo 20 km compreso fra Fornovo di Taro e Ponte Taro, sulla via Emilia vicino a Parma, attraversa la zona protetta del Parco fluviale regionale del Taro, istituito nel 1988. Questa zona si trova ai piedi degli Appennini, dove il letto del fiume si allarga ed è pieno di isolotti di sabbia e ghiaia. Questa è una fascia che si estende subito dopo la confluenza col Ceno, nel cono di deiezione del fiume, dove si ha una grande varietà botanica e ornitologica. Oltre il Taro si insinua nella Pianura Padana con i suoi meandri.