Marco Taradash: differenze tra le versioni

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Versione delle 18:20, 23 lug 2018

Marco Taradash

Presidente della Commissione di Vigilanza Rai
Durata mandato15 aprile 1994 –
8 maggio 1996
PredecessoreLuciano Radi
SuccessoreFrancesco Storace

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato2 aprile 1987 –
29 maggio 2001
LegislaturaX, XI, XII, XIII
Gruppo
parlamentare
Partito Radicale e Forza Italia
CoalizionePolo delle Libertà
Polo per le Libertà
CollegioVerona (X Leg.), Milano (XI), 31-San Giuliano Milanese (XII), 16-Cava de' Tirreni (XIII)
Sito istituzionale

Eurodeputato
LegislaturaIII
Gruppo
parlamentare
Non iscritti
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPR (1977- )
CentroMotore (2018-)
Forza Italia (1994-2000)
Polo Laico (2000)
RL (2005-2009)
PdL (2009-2013)
NCD (2013-2015)
Titolo di studioLaurea in filosofia
Professionegiornalista

Marco Taradash (Livorno, 19 maggio 1950) è un giornalista e politico italiano.

Biografia

Taradash è nato a Livorno da madre livornese e padre statunitense (con cognome ucraino e nonni ebrei[1]) di professione militare.[2]

Da giovane era iscritto alla Gioventù Liberale, organizzazione giovanile del Partito Liberale Italiano, che lasciò per aderire al Partito Radicale negli anni '70. Dopo aver incominciato gli studi universitari alla Facoltà di Filosofia di Pisa, ha intrapreso una lunga esperienza giornalistica, cominciata a TVL Radiotelevisione Libera, emittente privata livornese attiva dal 1975 al 1977, per proseguire a Radio Radicale e che ha toccato L'Espresso, Prima Comunicazione e Il Foglio.

In seguito è diventato europarlamentare nel 1979 con i Radicali e deputato nel Parlamento italiano prima con i radicali e poi con Forza Italia diventando vice capogruppo alla Camera nel 1994.

Nel 1997 venne querelato per diffamazione da Gabriella Alletto, teste nel processo per l'omicidio di Marta Russo, e rinviato a giudizio nel 1999, ma non verrà condannato. Taradash aveva tacciato la donna di false dichiarazioni indotte dagli inquirenti.[3].

In televisione, ha condotto delle trasmissioni di approfondimento politico, Iceberg su Telelombardia e, in seguito, La Zona Rossa su Rete 4. Nel 2005 ha fondato, assieme a Peppino Calderisi (che come lui ha militato in FI), Benedetto Della Vedova e Carmelo Palma (ex Radicali Italiani) un nuovo movimento politico, chiamato Riformatori Liberali. Tra il 2007 e il 2008 conduce una rassegna stampa on-line chiamata 11 Minuti, comparendo in alcuni talk-show televisivi nazionali e locali in veste di politologo e opinionista. Collabora col quotidiano telematico L'Occidentale, organo della Fondazione Magna Carta. Tra il 2007 e il 2008 lavora all'effimera Tv delle Libertà, fondata da Michela Vittoria Brambilla.

A metà febbraio 2009 viene ufficializzata la candidatura di Taradash a sindaco della sua città natale, Livorno, con il sostegno tra gli altri del concittadino (per l'esattezza di Cecina) Altero Matteoli, Ministro delle infrastrutture e trasporti. Alle elezioni del 6 e 7 giugno 2009 ottiene una percentuale di voti di poco superiore al 28%[4], non riuscendo quindi ad arrivare al ballottaggio con il sindaco uscente Alessandro Cosimi, candidato per il Partito Democratico. Al termine delle elezioni annuncia comunque di voler restare in città a fare l'opposizione al sindaco vincitore. Si è candidato alle elezioni regionali toscane del 2010 ed è stato eletto consigliere. A novembre 2013 con la scissione del PdL aderisce al Nuovo Centrodestra, il partito fondato da Angelino Alfano, da cui si dimette dopo aver cessato il mandato regionale. È da sempre iscritto al Partito Radicale Transnazionale e agli altri soggetti della galassia radicale.

Conduce, da quando ha terminato il mandato parlamentare (2001), ogni sabato mattina la rassegna stampa di Radio Radicale "Stampa e Regime" di cui è stato l'iniziatore nel 1980.

Note

  1. ^ Un radicale sfida la città rossa
  2. ^ «Marco Taradash», su Catalogo dei viventi, Corriere della sera
  3. ^ Brogi Paolo, Gabriella Alletto ottiene il rinvio a giudizio di Taradash, su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 13 febbraio 1999. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2015).
  4. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni e Referendum

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN54282685 · ISNI (EN0000 0000 0036 0461 · BNF (FRcb13050139x (data) · WorldCat Identities (ENviaf-54282685