Genealogia deorum gentilium: differenze tra le versioni

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Il '''''De genealogia deorum gentilium''''' è un'opera di [[Giovanni Boccaccio]], scritta in latino, come raccolta ''enciclopedica'' in 15 libri, in cui sono interpretati allegoricamente molti miti delle divinità pagane. Nel trattato si cerca di mettere ordine sui rapporti familiari aggrovigliati tra le divinità del classico pantheon dell'antica Grecia e di Roma.
Il '''''De genealogia deorum gentilium''''' è un'opera di [[Giovanni Boccaccio]], scritta in latino, come raccolta ''enciclopedica'' in 15 libri, in cui sono interpretati allegoricamente molti miti delle divinità pagane. Nel trattato si cerca di mettere ordine sui rapporti familiari aggrovigliati tra le divinità del classico pantheon dell'antica Grecia e di Roma.

Versione delle 16:32, 21 nov 2017

Giovanni Boccaccio
De genealogia deorum gentilium
Genealogia deorum gentilium, 1532
AutoreGiovanni Boccaccio
1ª ed. originale1360
Generetrattato
Lingua originalelatino

Il De genealogia deorum gentilium è un'opera di Giovanni Boccaccio, scritta in latino, come raccolta enciclopedica in 15 libri, in cui sono interpretati allegoricamente molti miti delle divinità pagane. Nel trattato si cerca di mettere ordine sui rapporti familiari aggrovigliati tra le divinità del classico pantheon dell'antica Grecia e di Roma.

Nella Prefazione l'autore asserisce di aver intrapreso il progetto su richiesta di Ugo IV di Cipro. La prima versione è stata completata nel 1360, ma successivamente Boccaccio ha continuamente corretto e rivisto il lavoro fino alla sua morte nel 1374. La prima edizione a stampa è del 1472 (Venezia, Vindelino da Spira), ma il successo dell'opera è legato soprattutto alla traduzione in volgare di Giuseppe Betussi, pubblicata la prima volta nel 1547 (Venezia, Comin da Trino) e più volte ristampata [1].

Mentre Boccaccio era vivo e anche nei due secoli successivi era diffusa l'opinione che la sua opera principale e quella da cui avrebbe tratto fama fossero le Genealogie deorum gentilium, mentre le opere in volgare erano trascurate.[2]

Note

  1. ^ Letteratura italiana. Dizionario delle opere, Torino, Einaudi, 1999, ad vocem
  2. ^ Bull, in Encyclopædia Britannica p.22

Bibliografia

Testo