Paolo da Perugia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Paolo da Perugia (Perugia, ... – Napoli, 1348) è stato un letterato italiano.

Vita[modifica | modifica wikitesto]

Protetto dal re Roberto d'Angiò, ebbe alcune cariche pubbliche tra cui, secondo la testimonianza di Boccaccio che lo frequentò nella sua giovanile presenza a Napoli, quella di bibliotecario della corte angioina: in particolare Boccaccio scrisse di lui: «diu magister et custos bibliothece Roberti...curiosissimus in perquirendis peregrinis undecunque libris, hystoriis et poeticis operibus»[1]. Risulta essere stato chierico coniugato, con numerosa prole, ed esser morto povero. La sua opera maggiore, citata ancora da Boccaccio e da lui stesso dichiarata perduta, doveva intitolarsi Collectiones e consisteva in una raccolta mitologica ordinata secondo un criterio genealogico. Restano però di lui due codici[2] con i suoi commenti alla Ars poetica di Orazio e alle Satire di Persio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Genealogie, p. 1532
  2. ^ F. Ghisalberti, Paolo da Perugia commentatore di Persio, "Rendiconti dell'Istituto lombardo" (1929)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie