Aldo Brancher: differenze tra le versioni
Annullata la modifica 33341856 di 79.41.242.50 (discussione) |
giorno in cui il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto di dimissioni |
||
Riga 5: | Riga 5: | ||
|carica = [[Dipartimento per la Sussidiarietà e il Decentramento|Ministro per la Sussidiarietà e il Decentramento]] |
|carica = [[Dipartimento per la Sussidiarietà e il Decentramento|Ministro per la Sussidiarietà e il Decentramento]] |
||
|mandatoinizio = [[18 giugno]] [[2010]] |
|mandatoinizio = [[18 giugno]] [[2010]] |
||
|mandatofine = [[ |
|mandatofine = [[6 luglio]] [[2010]] |
||
|presidente = [[Silvio Berlusconi]] |
|presidente = [[Silvio Berlusconi]] |
||
|predecessore = - |
|predecessore = - |
Versione delle 10:53, 7 lug 2010
Aldo Brancher | |
---|---|
Ministro per la Sussidiarietà e il Decentramento | |
Durata mandato | 18 giugno 2010 – 6 luglio 2010 |
Presidente | Silvio Berlusconi |
Predecessore | - |
Dati generali | |
Partito politico | Il Popolo della Libertà |
Template:Membro delle istituzioni italiane Aldo Brancher (Trichiana, 30 maggio 1943) è un politico italiano.
Carriera ecclesiastica
Prima di intraprendere la carriera politica è stato sacerdote paolino e collaboratore di don Emilio Mammana, il sacerdote che ha aperto il primo ufficio pubblicità di Famiglia Cristiana, ed ha portato il settimanale dalle parrocchie ad essere uno dei periodici italiani più venduti.
Carriera commerciale in Fininvest
Dal 1982 Brancher passa a Fininvest, di cui è dirigente. Negli anni novanta è coinvolto nello scandalo di Tangentopoli.
Carriera politica
Deputato e sottosegretario di Forza Italia (2001-2008)
La carriera politica di Aldo Brancher è iniziata nel 1999. Nel maggio 2001 venne eletto alla Camera. Durante la XIV Legislatura, sotto entrambi i governi Berlusconi, è stato sottosegretario di Stato nel Dipartimento per le riforme istituzionali e la devoluzione.
Rieletto alla Camera nell'aprile 2006, è stato vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera durante la XV Legislatura.
Deputato e ministro del PdL
Nel 2008 è stato rieletto nelle liste del Popolo della Libertà.
Dal 18 giugno al 5 luglio 2010 è stato Ministro senza portafoglio del quarto governo Berlusconi, inizialmente per l'attuazione del federalismo[1], poi per la sussidiarietà e il decentramento. Tuttavia le sue deleghe non sono mai state ufficializzate tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, creando così una notevole confusione e diverse critiche[2]. A 5 giorni dalla nomina a Ministro, Aldo Brancher ha eccepito in base alla legge il legittimo impedimento nel procedimento a suo carico per lo scandalo Antonveneta, a cui ha poi deciso di rinunciare in seguito alla contrarietà dell'opposizione e di settori della stessa maggioranza. Le polemiche intorno al suo incarico e alle vicende giudiziarie in cui Brancher è coinvolto hanno portato infine alle sue dimissioni dopo soltanto 17 giorni di mandato[3], prima che il Parlamento votasse una mozione di sfiducia nei suoi confronti[4]
Procedimenti giudiziari
Falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti (Tangentopoli)
Detenuto per tre mesi nel carcere di San Vittore[5], fu uno dei pochissimi inquisiti di Mani pulite a ricevere solidarietà dall'ambiente esterno: lo rivelò il suo datore di lavoro Silvio Berlusconi raccontando che "quando il nostro collaboratore Brancher era a San Vittore, io e Confalonieri giravamo intorno al carcere in automobile: volevamo metterci in comunicazione con lui"[6].
Scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, è stato condannato con giudizio di primo grado e in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti. In Cassazione il secondo reato va in prescrizione (per riduzione dei termini decisa dal governo Berlusconi), mentre il falso in bilancio è stato depenalizzato dal Governo Berlusconi II, del quale faceva parte[5].
Ricettazione (scandalo Antonveneta)
Viene indagato a Milano per ricettazione nell’indagine sullo scandalo della Banca Antonveneta e la scalata di Gianpiero Fiorani all’istituto creditizio[5]: la Procura ha rintracciato, presso la Banca Popolare di Lodi, un conto intestato alla moglie di Brancher con un affidamento e una plusvalenza sicura di 300mila euro in due anni[7].
Controversia sull'opposizione del legittimo impedimento
A 5 giorni dalla nomina a Ministro avvenuta il 18 giugno 2010, Aldo Brancher ha eccepito in base alla legge il legittimo impedimento. Il 26 giugno era prevista l'udienza del processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi in cui il ministro era imputato[8]. Brancher ha motivato la richiesta di sospensione del processo con la necessità di organizzare il nuovo ministero. Ma il Quirinale, con una nota, ha fatto presente che essendo Brancher ministro senza portafoglio, la struttura ministeriale non è prevista[9][10]. A seguito della riprovazione da parte delle principali forze politiche (compresi molti esponenti del suo partito, il PDL), della stampa e dell'opinione pubblica, Brancher ha affermato di voler rinunciare al legittimo impedimento e di essere pronto a presentarsi all'udienza del 5 luglio 2010[11], nel corso della quale ha annunciato le proprie dimissioni da ministro[12][13].
Note
- ^ Governo, Aldo Brancher ministro al Federalismo, su ilgiornale.it. URL consultato il 18-6-2010.
- ^ Il ministro del nulla, su ilpost.it, 29-6-2010. URL consultato il 5-7-2010.
- ^ Brancher va dai giudici: «Mi dimetto» Berlusconi: «Ho condiviso la sua scelta», su corriere.it, Corsera.it, 05-07-2010.
- ^ Brancher, il Pd sul piede di guerra «Mozione di sfiducia». Ok dell'Idv, Corriere della Sera, 29 giugno 2010
- ^ a b c Brancher ministro del Federalismo Tutta l'opposizione all'attacco, in repubblica.it, 18-6-2010. URL consultato il 19-6-2010.
- ^ Marco Travaglio, Aldo Brancher, la tripla vita di uno spretato, l'Unità, 21-12-2005
- ^ Marco Travaglio, Peter Gomez, Se li conosci li eviti, Chiarelettere, 2008
- ^ Bpi, Brancher invoca il legittimo impedimento, in corriere.it, 24-6-2010. URL consultato il 24-6-2010.
- ^ Brancher, interviene il Quirinale "Non ha legittimo impedimento" - La Repubblica 25/6/2010
- ^ Non c'è il legittimo impedimento Su Brancher lo stop del Quirinale su adnkronos.com
- ^ A sera il ministro getta la spugna "Troppi attacchi dai miei alleati", La Repubbblica, 27 giugno 2010
- ^ Brancher getta la spugna in aula: "Mi dimetto", La Repubblica, 5 luglio 2010
- ^ Brancher, 17 giorni da ministro, Corriere della Sera, 5 luglio 2010
Collegamenti esterni
- Scheda sul sito del Governo Italiano (non operativa)
- Pagina personale alla camera (XV legislatura)
- Aldo Brancher, su Openpolis, Associazione Openpolis.