Onofrio del Grillo: differenze tra le versioni

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Egli, infatti, volendo apparire alla società come un uomo moderno e non per forza attaccato alle vecchie tradizioni romane, è favorevole all'entrata dell'imperatore [[Napoleone Bonaparte]] e dei suoi francesi in [[Italia (regione geografica)|Italia]] affinché riportino un po' d'ordine. Durante le peregrinazioni e le beffe dello stravagante aristocratico, il film offre al pubblico anche un accurato spaccato di storia della tipica società romana di inizio Ottocento, tra preti scomunicati e abitudini di rozzi popolani, sottolineando in maniera particolare la loro condizione d'inferiorità in quanto ignoranti e ridotti in "schiavitù" dal potere clericale.
Egli, infatti, volendo apparire alla società come un uomo moderno e non per forza attaccato alle vecchie tradizioni romane, è favorevole all'entrata dell'imperatore [[Napoleone Bonaparte]] e dei suoi francesi in [[Italia (regione geografica)|Italia]] affinché riportino un po' d'ordine. Durante le peregrinazioni e le beffe dello stravagante aristocratico, il film offre al pubblico anche un accurato spaccato di storia della tipica società romana di inizio Ottocento, tra preti scomunicati e abitudini di rozzi popolani, sottolineando in maniera particolare la loro condizione d'inferiorità in quanto ignoranti e ridotti in "schiavitù" dal potere clericale.


Dopo la cattura di Pio VII da parte di Napoleone, Onofrio del Grillo, con la complicità di un'attrice teatrale venuta dalla [[Francia]] e con il fedele Ricciotto, organizza l'ultimo strabiliante scherzo mediante ripetuti scambi di persona con un suo sosia carbonaio: Gasperino. Accade però che questi, dopo la liberazione di Pio VII, scambiato per Onofrio, viene arrestato dagli emissari di San Pietro in Vaticano, in quanto il marchese del Grillo, catturato il Papa, non aveva fatto nulla per difenderlo perché impegnato in una questione di donne. Ma si tratta solo di un'altra beffa e il povero carbonaio ne fa le spese.<ref>Morandini, p. 50</ref>
Dopo la cattura di Pio VII da parte di Napoleone, Onofrio del Grillo, con la complicità di un'attrice teatrale venuta dalla [[Francia]] e con il fedele Ricciotto, organizza l'ultimo strabiliante scherzo mediante ripetuti scambi di persona con un suo sosia carbonaio: Gasperino. Accade però che questi, dopo la liberazione di Pio VII, scambiato una volta di più per Onofrio, viene fatto arrestare dal Papa, che vuole punire il comportamento apertamente filofrancese del nobile, oltre alla circostanza di essere stato responsabile della cattura del Pontefice da parte dei francesi, perché impegnato in una questione di donne invece di essere al suo posto di guardia in Vaticano. Ma si tratta solo di un'altra beffa e il povero carbonaio ne fa le spese.<ref>Morandini, p. 50</ref> Dopo la messinscena dell'esecuzione il Marchese viene reintegrato nei suoi possessi e nelle funzioni di [[Guardia Nobile]] pur non rinunciando ai suoi tiri burloni.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 20:40, 20 mar 2019

Onofrio del Grillo
Il marchese Onofrio del Grillo
(ritratto di anonimo)
Marchese di Santa Cristina
e conte di Portula
In carica1757-1787
Trattamentomarchese
NascitaFabriano, 5 maggio 1714
MorteFabriano, 6 gennaio 1787
SepolturaRoma: basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini
DinastiaDel Grillo
PadreBernardo Giacinto del Grillo
MadreMaria Virginia Possenti
FigliMaria Virginia
Religionecattolicesimo
Il palazzo della famiglia del Grillo, a Roma, con l'omonima torre medievale annessa
San Giovanni dei Fiorentini, Roma: tomba di Onofrio del Grillo.

Onofrio del Grillo (Fabriano, 5 maggio 1714Fabriano, 6 gennaio 1787) è stato un alto dignitario pontificio, marchese di Santa Cristina e conte di Portula.

Appartenente ad un'aristocratica famiglia di origine genovese, trascorse la maggior parte della vita nella Roma papalina, ricoprì i ruoli di Sediario pontificio, Cameriere di cappa e spada di Sua Santità e Guardia nobile.[1]

Biografia

Nacque a Fabriano da Bernardo Giacinto e Maria Virginia Possenti che, dopo di lui, ebbero Giuseppe e Caterina. Lo zio Bernardo II, fratello del padre, lo indusse a frequentare giurisprudenza presso l'università di Urbino, dove conseguì la laurea. La scomparsa della madre e la situazione economica familiare non florida gli imposero il trasferimento a Roma presso il suddetto congiunto, proprietario di un palazzo nel quartiere di Monte Cavallo. Morto lo zio nel 1757, essendo nominato da lui unico erede, divenne ricchissimo grazie all’importante eredità: fu ammesso nella Corte Pontificia dove svolse la funzione di Sediario e si rese celebre in Anticamera per il suo carattere eccentrico. Iscritto pertanto al patriziato romano, il papa Benedetto XIV gli conferì il rango di marchese di Santa Cristina (Gubbio) e conte di Portula.[2] Sempre nel 1757 sposò Faustina Capranica, la cui ricca dote fu da lui superficialmente dissipata in poco tempo. Due anni dopo nacque la figlia Maria Virginia che, in futuro, avrà come consorte Augusto Scarlatti:[2] era l'ultima della famiglia che si estinguerà con Giuliano (1824-1892) nei Capranica del Grillo, la cui discendenza è rimasta fiorente.[3][4]

Le sue gesta e la fama dei suoi colossali scherzi si diffusero in tutta Roma e furono notevolmente ampliate dalla voce popolare che probabilmente fuse episodi attribuibili a diversi membri della famiglia. Ritiratosi in età avanzata nella città natale, acquistò e fece restaurare nel 1771 una grande villa con parco, ancora esistente, dove trascorse l'ultimo periodo della vita. In quello stesso anno ricoprì nell’Urbe la prestigiosa carica civica di Priore dei Caporioni e due anni più tardi divenne Conservatore. Morì a Fabriano, a 73 anni, nella sua residenza estiva,[5] ma la sua salma è sepolta nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma dove vennero celebrati solenni funerali alla presenza del Delegato papale.[6]

Resta dubbia l'identificazione di questo personaggio storico con quello protagonista di tanti aneddoti popolari romani: oltretutto quest'ultimo, secondo alcuni, sarebbe vissuto nella prima metà dell'Ottocento, quindi quando il nobile fabrianese era già morto.

La famiglia Capranica del Grillo risiede tuttora in un sontuoso palazzo settecentesco collegato con un sovrappasso a un'adiacente torre medievale, nel cuore del centro storico dell'Urbe, nei pressi dei mercati di Traiano. La via dove è situato si chiama ancora salita del Grillo, così come il torrione: un suggestivo scorcio della vecchia Roma pontificia.[7]

Cinema

Lo stesso argomento in dettaglio: Il marchese del Grillo.
Alberto Sordi in una famosa scena del film

Il film Il marchese del Grillo di Mario Monicelli, interpretato da Alberto Sordi nel 1981 si è ispirato non tanto alla vita del nobile fabrianese, realmente esistito, quanto a una serie di leggende romane che avevano come protagonista un presunto "marchese del Grillo".

«Me dispiace. Ma io so' io, e voi nun siete un cazzo!»

Oltretutto il film è ambientato in epoca napoleonica e quindi nei decenni successivi a quelli in cui visse l'Onofrio del Grillo reale. Nel film Onofrio del Grillo appare come un ricco uomo di mezza età, annoiato dalla piatta situazione che il popolo di Roma sta vivendo, sempre ripetitiva e uguale nella sua visione delle cose. Sebbene accada ciò Onofrio non perde mai l'occasione di tirare qualche brutto scherzo alla povera plebe romana che, essendo nelle condizioni che le spetta, non può ribellarsi alla nobiltà, o perlomeno questa è l'idea che si fanno i politici e i nobili di allora. Il marchese, inoltre, fa di tutto per sfuggire ai suoi doveri nobiliari e fa sempre indispettire l'anziana madre, fedelissima alla religione cattolica e favorevole al potere spirituale e temporale di papa Pio VII.

Egli, infatti, volendo apparire alla società come un uomo moderno e non per forza attaccato alle vecchie tradizioni romane, è favorevole all'entrata dell'imperatore Napoleone Bonaparte e dei suoi francesi in Italia affinché riportino un po' d'ordine. Durante le peregrinazioni e le beffe dello stravagante aristocratico, il film offre al pubblico anche un accurato spaccato di storia della tipica società romana di inizio Ottocento, tra preti scomunicati e abitudini di rozzi popolani, sottolineando in maniera particolare la loro condizione d'inferiorità in quanto ignoranti e ridotti in "schiavitù" dal potere clericale.

Dopo la cattura di Pio VII da parte di Napoleone, Onofrio del Grillo, con la complicità di un'attrice teatrale venuta dalla Francia e con il fedele Ricciotto, organizza l'ultimo strabiliante scherzo mediante ripetuti scambi di persona con un suo sosia carbonaio: Gasperino. Accade però che questi, dopo la liberazione di Pio VII, scambiato una volta di più per Onofrio, viene fatto arrestare dal Papa, che vuole punire il comportamento apertamente filofrancese del nobile, oltre alla circostanza di essere stato responsabile della cattura del Pontefice da parte dei francesi, perché impegnato in una questione di donne invece di essere al suo posto di guardia in Vaticano. Ma si tratta solo di un'altra beffa e il povero carbonaio ne fa le spese.[8] Dopo la messinscena dell'esecuzione il Marchese viene reintegrato nei suoi possessi e nelle funzioni di Guardia Nobile pur non rinunciando ai suoi tiri burloni.

Note

Del Grillo
Blasonatura
Di rosso alla banda d'argento caricata di un grillo nero posto in banda
  1. ^ Annuario Pontificio - 1783 p. 318
  2. ^ a b Amayden, p. 54
  3. ^ Romano, pp. 27-28
  4. ^ Amayden, p. 55
  5. ^ Diario di Roma, 6 gennaro 1787
  6. ^ Giovagnoli, pp. 30-32
  7. ^ Miotti, p. 17
  8. ^ Morandini, p. 50

Bibliografia

  • Theodoro Amayden, La storia delle famiglie romane, Forni, Bologna 1914.
  • Domenico Bernardi, Il marchese del Grillo. Leggenda romana in 3 atti, Colombetti, Torino 1907.
  • Luca Desiato, Il marchese del Grillo, Mondadori, Milano 1996, ISBN 88-04-41268-2
  • Valentina Gallo, «GRILLO, Onofrio del». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 59, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 2003
  • Raffaello Giovagnoli, Marchese del Grillo, ed. Perino, Roma 1887
  • Paola Miotti (a cura di), Lazzi & sollazzi del marchese del Grillo, ed. Chisari, 1981.
  • Laura Morandini, Dizionario film, Zanichelli, Bologna 2007.
  • Pietro Romano, Il marchese del Grillo. Leggenda e realtà, A. R. S. Roma 1943.
  • Emilio Rufini, San Giovanni dei Fiorentini, Marietti, Roma 1957.

Voci correlate

Altri progetti

Predecessore Marchese di Santa Cristina e conte di Portula Successore
il titolo gli fu conferito dal Papa 1757 - 1787 Augusto Scarlatti del Grillo
Controllo di autoritàVIAF (EN304918749 · ISNI (EN0000 0004 1644 8408 · BAV 495/63318