Crauti: differenze tra le versioni

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La preparazione è a base di [[cavolo cappuccio]], le cui foglie sono tagliate a piccole strisce e sottoposte a [[fermentazione lattica]] naturale controllata, per circa due mesi, con aggiunte di [[sale da cucina]], pepe e aromi.<ref name=morricone /> Il procedimento, usato principalmente come metodo di [[Conservazione degli alimenti|conservazione]], modifica il [[profilo organolettico]] del vegetale e conferisce ai crauti il tipico [[Gusto|sapore]] deciso e leggermente aspro.
La preparazione è a base di [[cavolo cappuccio]], le cui foglie sono tagliate a piccole strisce e sottoposte a [[fermentazione lattica]] naturale controllata, per circa due mesi, con aggiunte di [[sale da cucina]], pepe e aromi.<ref name=morricone /> Il procedimento, usato principalmente come metodo di [[Conservazione degli alimenti|conservazione]], modifica il [[profilo organolettico]] del vegetale e conferisce ai crauti il tipico [[Gusto|sapore]] deciso e leggermente aspro.


Il risultato è un alimento ricco di [[vitamine]] e [[sali minerali]]. I crauti favoriscono la [[digestione]], poiché rinforzano la [[flora intestinale]], allontanando così batteri e virus patogeni. Questo risultato lo abbiamo solo se mangiati crudi. Infatti nella cottura tutti i fermenti vivi, sali minerali e vitamine, così importanti per la nostra flora intestinale e non solo, vengono compromessi.{{Citazione necessaria}}
Il risultato è un alimento ricco di [[vitamine]] e [[sali minerali]]. I crauti favoriscono la [[digestione]], poiché rinforzano la [[flora intestinale]], allontanando così batteri e virus patogeni. Questo risultato lo abbiamo solo se mangiati crudi. Infatti nella cottura tutti i fermenti vivi e le vitamine [[Termolabilità|termolabili]], così importanti per la nostra flora intestinale e non solo, vengono compromessi.{{Citazione necessaria}}


I crauti appartengono alla tradizione gastronomica non solo di aree di [[lingua tedesca]] come [[Austria]], [[Germania]], alcuni cantoni [[Svizzera|svizzeri]] e [[Trentino-Alto Adige]], ma anche di paesi come [[Slovenia]] ("kislo zelje"), [[Ungheria]], [[Croazia]], [[Polonia]] ("kapusta kiszona"), [[Russia]] (kvašenaja kapusta), [[Ucraina]], [[Bielorussia]], [[Repubblica Ceca]] (kysané zelí), [[Bosnia ed Erzegovina]] e [[Serbia]] (kiseli kupus). I crauti vengono usati nei piatti tradizionali anche in [[Romania]], chiamati in lingua romena ''varză murată''. In Italia sono diffusi nei territori ex-asburgici come il [[Lombardo-Veneto]] (in alcune varianti della "[[cassoeula]]") ed il [[Friuli-Venezia Giulia]], oltre che nell'Emilia occidentale (con il nome di "Sacrao").
I crauti appartengono alla tradizione gastronomica non solo di aree di [[lingua tedesca]] come [[Austria]], [[Germania]], alcuni cantoni [[Svizzera|svizzeri]] e [[Trentino-Alto Adige]], ma anche di paesi come [[Slovenia]] ("kislo zelje"), [[Ungheria]], [[Croazia]], [[Polonia]] ("kapusta kiszona"), [[Russia]] (kvašenaja kapusta), [[Ucraina]], [[Bielorussia]], [[Repubblica Ceca]] (kysané zelí), [[Bosnia ed Erzegovina]] e [[Serbia]] (kiseli kupus). I crauti vengono usati nei piatti tradizionali anche in [[Romania]], chiamati in lingua romena ''varză murată''. In Italia sono diffusi nei territori ex-asburgici come il [[Lombardo-Veneto]] (in alcune varianti della "[[cassoeula]]") ed il [[Friuli-Venezia Giulia]], oltre che nell'Emilia occidentale (con il nome di "Sacrao").

Versione delle 06:10, 5 gen 2019

Crauti
Crauti che accompagnano un Bratwurst insieme alle patate
Origini
Luogo d'origineBandiera della Germania Germania
RegioneGermania
Zona di produzionetutto il territorio
Dettagli
Categoriacontorno
RiconoscimentoP.A.T.
Settoreprodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

I crauti (in tedesco Sauerkraut, letteralmente "erba acida" o "verdura acida") sono un contorno tipico della cucina tedesca, ottenuto dal cavolo tedesco, tagliato finemente e sottoposto a fermentazione lattica.[1]

Sono detti anche salcrauti o sarcrauti (come adattamento dell'origine tedesco), oppure cavoli acidi o anche, in Venezia Giulia, cappucci acidi.[2]

Caratteristiche

I crauti sono così frequenti nella dieta germanica che in Italia formano, insieme a patate e salsicce, il cliché nutrizionale generalmente attribuito ai tedeschi.

La preparazione è a base di cavolo cappuccio, le cui foglie sono tagliate a piccole strisce e sottoposte a fermentazione lattica naturale controllata, per circa due mesi, con aggiunte di sale da cucina, pepe e aromi.[2] Il procedimento, usato principalmente come metodo di conservazione, modifica il profilo organolettico del vegetale e conferisce ai crauti il tipico sapore deciso e leggermente aspro.

Il risultato è un alimento ricco di vitamine e sali minerali. I crauti favoriscono la digestione, poiché rinforzano la flora intestinale, allontanando così batteri e virus patogeni. Questo risultato lo abbiamo solo se mangiati crudi. Infatti nella cottura tutti i fermenti vivi e le vitamine termolabili, così importanti per la nostra flora intestinale e non solo, vengono compromessi.[senza fonte]

I crauti appartengono alla tradizione gastronomica non solo di aree di lingua tedesca come Austria, Germania, alcuni cantoni svizzeri e Trentino-Alto Adige, ma anche di paesi come Slovenia ("kislo zelje"), Ungheria, Croazia, Polonia ("kapusta kiszona"), Russia (kvašenaja kapusta), Ucraina, Bielorussia, Repubblica Ceca (kysané zelí), Bosnia ed Erzegovina e Serbia (kiseli kupus). I crauti vengono usati nei piatti tradizionali anche in Romania, chiamati in lingua romena varză murată. In Italia sono diffusi nei territori ex-asburgici come il Lombardo-Veneto (in alcune varianti della "cassoeula") ed il Friuli-Venezia Giulia, oltre che nell'Emilia occidentale (con il nome di "Sacrao").

Note

  1. ^ cràuti, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  2. ^ a b Achille Morricone; Vincenzo Pedicino, Dizionario dietetico degli alimenti, Milano, A. Vallardi, 1986, p. 263.

Voci correlate

Altri progetti

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