Enrico Mariotti (criminale): differenze tra le versioni

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Il duca, successivamente, venne rinchiuso in un appartamento di [[Primavalle]] dove iniziò la prigionia.
Il duca, successivamente, venne rinchiuso in un appartamento di [[Primavalle]] dove iniziò la prigionia.
Come se nulla fosse, Mariotti, dopo il sequestro, frequentò assiduamente palazzo Grazioli, arrivando addirittura a fornire alla famiglia un tecnologico apparecchio in grado di registrare le telefonate dei rapitori. all'inizio del 1978 la famiglia comincia a sospettare che ci sia una talpa, e a identificarla in Mariotti. Così, il figlio Giulio contattò i carabinieri, i quali però arrestarono un omonimo, con precedenti penali.<ref>{{cita web|url=http://ktplanet.blogspot.com/p/banda-della-magliana-il-sequestro.html|titolo=banda della Magliana:il sequestro Grazioli}}</ref>
Come se nulla fosse, Mariotti, dopo il sequestro, frequentò assiduamente palazzo Grazioli, arrivando addirittura a fornire alla famiglia un tecnologico apparecchio in grado di registrare le telefonate dei rapitori. All'inizio del 1978 la famiglia cominciò a sospettare che ci fosse una talpa, e a identificarla in Mariotti. Così, il figlio Giulio contattò i carabinieri, i quali però arrestarono un omonimo, con precedenti penali.<ref>{{cita web|url=http://ktplanet.blogspot.com/p/banda-della-magliana-il-sequestro.html|titolo=banda della Magliana: il sequestro Grazioli}}</ref>


Prima della conclusione del sequestro, Mariotti fuggì all'estero, ma rimase in contatto con Giulio Grazioli, negando ogni tipo di accusa.
Prima della conclusione del sequestro, Mariotti fuggì all'estero, ma rimase in contatto con Giulio Grazioli, negando ogni tipo di accusa.
Tornato in Italia qualche anno dopo, ricominciò ad occuparsi di attività del gioco d'azzardo, oramai scagionato dalle accuse.
Tornato in Italia qualche anno dopo, ricominciò ad occuparsi di attività del gioco d'azzardo, oramai scagionato dalle accuse.
nel 1992, inseguito alle dichiarazioni di Abbatino, il processo per la morte del duca venne riaperto, così si diede alla latitanza a [[Londra]].<ref>{{cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/12/27/banda-della-magliana-un-arresto-londra.html#:~:text=Enrico%20Mariotti%2C%20romano%2C%20cinquantacinque%20anni,alla%20volta%20di%20lidi%20sconosciuti}}</ref>.
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Nel 1995 verrà condannato, e nel 2007, grazie al parlamento inglese, verrà estradato, e gli verrà inflitta una pena di 26 anni di carcere.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/maggio/19/Banda_della_Magliana_torna_Mariotti_ga_10_070519116.shtml!|titolo=Banda}}</ref>
Nel 1995 fu condannato a 26 anni di carcere e nel 2007 fu [[Estradizione|estradato]] e riportato in Italia.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/maggio/19/Banda_della_Magliana_torna_Mariotti_ga_10_070519116.shtml|titolo=Banda della Magliana: torna Mariotti, 30 anni dopo|data=19 maggio 2007|accesso=30 aprile 2023}}</ref>


==Note==
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Versione delle 17:39, 30 apr 2023

Enrico Mariotti (Roma, 27 gennaio 1940) è un criminale italiano noto come membro della Banda della Magliana, particolarmente noto per essere stato la talpa del rapimento Grazioli.

Biografia

Nato a Roma, svolse per diversi anni l'attività di meccanico. Questo mestiere gli consentì di entrare in contatto con la Famiglia Grazioli, della quale divenne uomo di fiducia, nonchè autista personale del duca Massimiliano, e, nel frattempo, era entrato come investitore nel giro di scommesse capitolino.[1]

Il rapimento del duca

Fu proprio Mariotti che, la sera del 7 novembre 1977, consegnò di fatto il duca Massimiliano Grazioli ai rapitori. Secondo una deposizione del pentito Abbatino, i fatti si svolsero in questa maniera:

«Fu Franco Giuseppucci a proporci il sequestro del duca Massimiliano Grazioli, operazione alla quale aderimmo e che effettivamente portammo a compimento. Giuseppucci aveva avuto a sua volta l'indicazione dell'ostaggio da tal Enrico (Mariotti, n.d.r.) gestore di una sala corse a Ostia, il quale frequentava il figlio del duca Massimiliano con cui condivideva la passione per le armi. Si trattava di un salto di qualità rispetto alle rapine che sino a quel momento costituivano la nostra principale attività. Ovviamente il sequestro di persona richiedeva una maggiore organizzazione sia logistica che di impegno personale. Pertanto, mentre iniziavano i pedinamenti del sequestrando prendemmo anche contatto, da un lato, con Giorgio Paradisi, il quale conosceva il Giuseppucci a ragione della comune passione per i cavalli e frequentazione di ippodromi, sale corse e bische, con il predetto "Bobo", nonché con altra persona, di cui non ricordo le generalità e dall'altro lato, con una banda di Montespaccato, della quale ricordo facevano parte Antonio Montegrande, siciliano»

Il duca, successivamente, venne rinchiuso in un appartamento di Primavalle dove iniziò la prigionia. Come se nulla fosse, Mariotti, dopo il sequestro, frequentò assiduamente palazzo Grazioli, arrivando addirittura a fornire alla famiglia un tecnologico apparecchio in grado di registrare le telefonate dei rapitori. All'inizio del 1978 la famiglia cominciò a sospettare che ci fosse una talpa, e a identificarla in Mariotti. Così, il figlio Giulio contattò i carabinieri, i quali però arrestarono un omonimo, con precedenti penali.[3]

Prima della conclusione del sequestro, Mariotti fuggì all'estero, ma rimase in contatto con Giulio Grazioli, negando ogni tipo di accusa. Tornato in Italia qualche anno dopo, ricominciò ad occuparsi di attività del gioco d'azzardo, oramai scagionato dalle accuse. Nel 1992 tuttavia, in seguito alle dichiarazioni di Abbatino, il processo per la morte del duca venne riaperto, così Mariotti si diede alla latitanza a Londra.[4]. Nel 1995 fu condannato a 26 anni di carcere e nel 2007 fu estradato e riportato in Italia.[5]

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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