Rosewood (film)

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«Nel 1923, una cittadina nera della Florida fu rasa al suolo, i suoi abitanti assassinati a causa di una bugia. Alcuni sono fuggiti e sono sopravvissuti grazie al coraggio e alla compassione di alcune persone straordinarie. Questo film è per loro.»

Rosewood
Titolo originaleRosewood
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1997
Durata140 min
Rapporto2,39:1
Generestorico, drammatico
RegiaJohn Singleton
SoggettoGregory Poirier
SceneggiaturaGregory Poirier
ProduttoreJon Peters
Casa di produzioneWarner Bros.
Distribuzione in italianoWarner Bros.
FotografiaJohnny E. Jensen
MontaggioBruce Cannon
MusicheJohn Williams
Interpreti e personaggi

Rosewood è un film storico del 1997 di John Singleton.

La pellicola racconta il terribile fatto del Massacro di Rosewood, che per molti decenni è stato dimenticato, e che portò alla distruzione della cittadina afroamericana di Rosewood, in Florida, e l'uccisione di parte dei suoi abitanti.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Florida, fine dicembre-inizio gennaio 1923. La piccola comunità nera della giovane e minuscola Rosewood vive tranquillamente, nonostante l'oppressione e le ripetute angherie dei bianchi della zona. Sono tempi duri, con le leggi di Jim Crow e la segregazione razziale che rendono legale e gratuita qualsiasi forma di aggressione e violenza verso i cittadini neri della nazione. Ed è proprio in questo clima che inizia quello che sarà tramandato come il massacro di Rosewood, con nel mezzo Mann, un misterioso reduce dalla prima guerra mondiale appena arrivato, e i cittadini, tra cui figurano Sylvester Carrier e la sua famiglia.

Tutto inizia quando Funny Taylor, una donna bianca di Sumter, viene sedotta e poi violentata dall'amante, un collega del marito, mentre questo, James Taylor, è al lavoro. Sconvolta, per non affrontare la vergogna dei lividi e del tradimento, Fanny esce di casa gridando di essere stata violentata da un nero. Le autorità e gli abitanti le credono immediatamente e questo fa uscire tutta la tensione e la rabbia razziale accumulate. Anche se ad alimentare il tutto, è in parte la notizia di un carcerato afroamericano che è scappato lì vicino; in realtà esso è solo un pretesto per compiere violenze e linciaggi impuniti, appropriandosi anche di quello che i cittadini neri possiedono, tra cui le loro case.

La comunità di Rosewood, sapendo di essere nel mirino, organizza la difesa ma, in un vero e proprio pogrom, la cittadina viene in tempi record rasa al suolo dalle fiamme. Tutti quegli che hanno la pelle nera sono un bersaglio per i fucili, compresi donne e bambini: i bianchi, tra cui esponenti del Ku Klux Klan, molto diffuso specialmente al Sud, e della polizia, uccidono qualsiasi afroamericano gli capiti davanti; però ci sono anche bianchi, come il negoziante John Wright, che salvano alcuni sopravvissuti nelle loro case o gli mandano in salvo su un treno tentando anche, senza successo, di fermare la violenza.

Mann, partito prima dell'assalto, decide di ritornare e aiutare a portare in salvo i pochi residenti chi si erano nascosti nelle paludi. Sylvester Carrier riesce a far fuggire la sua famiglia ma perde sua zia Sarah. Quando spunta il giorno e la violenza si è esaurita, ciò che resta di Rosewood non è che un insieme di lotti messi in vendita e un cumulo di cenere dove prima c'erano le case.

Alla fine Fanny Taylor, l'inizio di tutto, verrà picchiata dal marito James quando egli verrà a sapere gradualmente la verità su di lei (ossia che a stuprarla non era mai stato un nero, ma l'amante), mentre Sylvester e Mann si ritrovano nella boscaglia e iniziano insieme il camminino di uscita dalla contea di Alachua. Il bilancio "approssimativo" di quei giorni sarà di due bianchi e sei neri morti, ma in realtà le cifre sono molte di più. Rosewood è ormai scomparsa dalla faccia della terra.

Il fatto, secondo la didascalia di conclusione, rimarrà taciuto fino al 1980, quando i sopravvissuti al massacro e i loro discendenti citeranno in giudizio lo stato della Florida, ottenendo da esso un risarcimento.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Un'anziana donna afroamericana sopravvissuta al massacro, Minnie Lee Langley, è stata una fonte molto importante per sceneggiatori, per la sua testimonianza dei fatti, e scenografi, per le sue descrizioni del paesaggio, oggi soltanto campagna; anche il figlio di una sopravvissuta, tale Arnett Doctor, è stato chiamato dal regista John Singleton come consulente.[1]

Sul motivo per cui aveva deciso di affrontare proprio questo argomento non molto trattato, John Singleton spiegò:

Avevo un profondo - non tanto timore - ma disprezzo per gli Stati [Uniti] del Sud, perché sentivo che gran parte del dolore e delle atrocità subìte dai neri deriva da qui… Quindi in un certo senso questo è il mio modo di elaborare l'orrore per trasformarlo in qualcosa di migliore, come un film!

Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Lo sceneggiatore del film, Gregory Poirier, volle inserire alla storia un tipo di "eroe riluttante" in classico stile occidentale, così creò il personaggio di Mann, interpretato da Ving Rhames. Tutti i personaggi vennero ideati prendendo spunto da personaggi storici reali.

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

La ricostruzione dell'obsoleta Rosewood e Sumner (altro paesino nelle vicinanze) tramite scenografie avvenne in Florida, proprio nella contea di Levy, a pochi chilometri da dove si sono svolti fatti. Le riprese si svolsero qui dal 29 gennaio al 27 aprile 1996.[2] Il budget del film ammontò a circa 17 milioni di dollari.

Promozione[modifica | modifica wikitesto]

Tagline promozionali[3][modifica | modifica wikitesto]

  • «Nigger is not another word for guilty. (Aunt Sarah, Esther Rolle
    • «Negro non è sinonimo di colpevole. (Zia Sarah, Esther Rolle)»

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 21 febbraio 1997 dalla Warner Bros.,[4] mentre non arrivò mai nei cinema italiani.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film complessivamente in tutto il mondo incassò oltre 13 milioni di dollari.[5]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Sul sito web Rotten Tomatoes il film riceve l'87% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 7,3/10, basato su 55 recensioni.[6]

Su Metacritic il film ottiene un punteggio medio i 71 su 100, basato su 20 critiche, indicando "recensioni generalmente favorevoli";[7] anche il pubblico intervistato da CinemaScore apprezzò il film, assegnando un voto corrispondente ad una "A" su una scala da A+ a F.[8]

Il New York Times definì il film come "il miglior lavoro di Singleton",[9] così come Roger Ebert, apprezzando molto il film, offrì un punteggio di 3,5 stelle su 4, accompagnato da questa recensione: "Rosewood non è facilmente riassumibile in un solo trailer e, ovviamente, non piace né ai neri (poiché documenta un capitolo della loro storia molto deprimente) né ai bianchi (raffigurati come degli omicidi e insensibili)… ma forse piacerà a chi cerca semplicemente un film ben fatto che racconti una storia vera, avvincente, importante."[10]

Più tardi lo sceneggiatore del film Gregory Poirier dichiarò, per Deadline:

Rosewood non ha incassato molto, tuttavia le recensioni erano generalmente buone, sia Siskel che Ebert ne sono rimasti entusiasti… ma John [Singleton] aveva ragione, avrei dovuto ascoltarlo: il film era per molti versi troppo pesante da guardare, un capitolo della storia americana con cui la maggior parte degli americani, anche neri, non vuole avere a che fare.[11]

Lo stesso regista John Singleton ha dichiarato:

La gente dice che questo film è violento. Io non pensa che sia violento, o comunque lo è molto meno rispetto ai fatti su cui è basato! Volevo solo che il pubblico si sentisse all'interno della scena, lì. Ma forse gli americani hanno troppa paura a causa dei problemi "razziali" che hanno!.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ROSEWOOD HISTORY - Remembering Rosewood - The Most Thorough Site, su rememberingrosewood.org. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  2. ^ Rosewood (1997) - IMDb. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  3. ^ Quotes from "Rosewood", su IMDb. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  4. ^ Rosewood (1997) - Informazioni sull’uscita - IMDb. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  5. ^ Rosewood, su Box Office Mojo. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  6. ^ (EN) Rosewood. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  7. ^ Rosewood. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  8. ^ (EN) Home, su Cinemascore. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  9. ^ (EN) Stanley Crouch, FILM; A Lost Generation And Its Exploiters, in The New York Times, 26 agosto 2001. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  10. ^ (EN) Roger Ebert, Rosewood movie review & film summary (1997) | Roger Ebert, su https://www.rogerebert.com/. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  11. ^ (EN) Gregory Poirier, John Singleton And The Making Of ‘Rosewood:’ Screenwriter Gregory Poirier On Memories & Regrets, su Deadline, 12 luglio 2020. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  12. ^ Film Scouts Interviews, su www.filmscouts.com. URL consultato il 3 febbraio 2023.

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