Riccardo Roveda

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Riccardo Roveda
NascitaCosta Volpino, 25 maggio 1909
MorteSan José, 11 giugno 1949
Cause della morteIncidente aereo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Militare Italiana
CorpoAviazione Legionaria
Corpo Aereo Italiano
SpecialitàCaccia
Anni di servizio1929-1945
GradoTenente colonnello
GuerreGuerra d'Etiopia
Guerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia d'Inghilterra
Comandante di353ª Squadriglia, 20º Gruppo, 51º Stormo Caccia Terrestre
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
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Riccardo Roveda (Costa Volpino, 25 maggio 1909San José, 11 giugno 1949) è stato un militare e aviatore italiano, che partecipò alla guerra d'Etiopia, alla guerra civile spagnola e alla seconda guerra mondiale, dove divenne un Asso della Regia Aeronautica con cinque vittorie aeree confermate. Decorato cinque Medaglie d'argento e tre di bronzo al valor militare, oltre alla Croce di Ferro di seconda classe tedesca.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Fiat G.50 del capitano Roveda in Spagna, durante la guerra civile.
Un Fiat G.55 come quello con cui Roveda eseguì alcune missioni belliche nel corso della seconda guerra mondiale.

Nacque a Costa Volpino il 25 maggio 1909, e dopo aver frequentato la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, da cui uscì con il grado di sottotenente pilota, passò in servizio permanente effettivo (s.p.e.) il 1º ottobre 1929. Prese parte alle operazioni in Africa Orientale Italiana per la conquista dell'Etiopia inquadrato nella 110ª Squadriglia Ricognizione Strategica,[1] di cui fu comandante dal 25 settembre 1937 fino al novembre dello stesso anno. Ritornato in Italia decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare, transitò al 4º Stormo Caccia Terrestre basato sull'aeroporto di Gorizia-Merna. Partì volontario per la guerra di Spagna, rimanendo in terra iberica fino al dicembre 1938. Per il coraggio dimostrato in combattimento fu decorato di due Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare.

A partire dal 1939[N 1] fu comandante della 353ª Squadriglia, 20º Gruppo Caccia Terrestre,[2] di stanza a Ciampino-Sud.[2] Inquadrata nel 51º Stormo Caccia Terrestre in forza al Corpo Aereo Italiano,[3] la sua Squadriglia, equipaggiata con i caccia monoplani Fiat G.50 Freccia,[3] si trasferì a Maldegem in Belgio per prendere parte alla battaglia d'Inghilterra.[2] A partire dall'aprile del 1941 il 20º Gruppo combatté in Africa settentrionale italiana operando in seno alla 5ª Squadra aerea, rimanendovi fino al dicembre dello stesso anno[4] quando rientrò in Italia per essere riequipaggiato con i più moderni Aermacchi C.202 Folgore.[4] Il reparto si trasferì sull'Aeroporto di Trapani-Chinisia, in Sicilia, nel maggio del 1942, iniziando subito ad operare sui cieli dell'isola di Malta[4] e sul Canale di Sicilia.[4]

Il 2 febbraio 1943 fu promosso maggiore per meriti di guerra,[5] assumendo il comando del 20º Gruppo all'epoca di stanza sull'aeroporto di Chinisia.[2] A partire dal 21 marzo eseguì, con il prototipo del caccia Fiat G.55 Centauro,[4] alcune missioni di allarme decollando dall'aeroporto di Capoterra,[2] in Sardegna.[2] L'armistizio dell'8 settembre 1943 lo colse a Roma, presso il Ministero dell'aeronautica, mentre il suo reparto si trovava di stanza sull'aeroporto di Foligno.[6] Insieme al colonnello Aldo Remondino[N 2] comandante del 51º Stormo, cercò di raggiungere l'aeroporto del Littorio per decollare alla volta di Brindisi su un velivolo Savoia-Marchetti S.79 Sparviero[N 3] Purtroppo l'aereo era già stato preso dal maggiore Paolo Moci, del Reparto Sperimentale, coadiuvato da Fulvio Setti, che lo trasferì sull'aeroporto di Lecce-Galatina.[N 4] Rimasto nella Capitale entrò a far parte delle resistenza contro i nazi-fascisti, distinguendosi per il suo coraggio.

Dopo la fine della guerra per la sua attività nella Resistenza romana fu promosso, con anzianità dal 18 marzo 1943, al grado di tenente colonnello e decorato con una quinta Medaglia d'argento al valor militare. Asso della Regia Aeronautica durante la Seconda guerra mondiale con cinque vittorie aeree confermate, risultava decorato con un totale di cinque Medaglie d'argento e tre di Bronzo al valor militare, oltre alla Croce di Ferro di seconda classe tedesca. Perse la vita insieme a Giovanni Vittore in un incidente aereo a San José, in Costa Rica, l'11 giugno 1949, quando il velivolo SAI Ambrosini Grifo "Angelo dei bimbi" precipitò al suolo causando la morte di entrambi i piloti.[N 5]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fervente patriota appartenente al Fronte della Resistenza, per nove lunghi mesi faceva rifulgere le sue doti di entusiasta combattente della Libertà ed attaccamento alla Causa Nazionale. Incurante dei rischi cui si esponeva, dava esempio di sereno coraggio portando a termine, abilmente e con alto rendimento, numerosissime missioni di guerra. Infaticabilmente potenziava e collegava le cellule della resistenza, alleate e nazionali, infondendo ai suoi compagni di lotta il suo spirito combattivo e la sua fede nella vittoria. Braccato dalla polizia nazi-fascista continuava imperterrito a minare il dispositivo bellico del nemico, contribuendo efficacemente, con la sua costante ed ardita attività, alla liberazione della Patria oppressa. Settembre 1943-giugno 1944
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capitano pilota comandante di squadriglia da caccia in azioni di scorta al bombardamento Italiano e Germanico impegnava col suo reparto numerosi combattimenti nel cielo di munitissima base avversaria contro forze da caccia molto spesso superiore di numero. Personalmente e con i suoi gregari contribuiva al conseguimento di numerose vittorie. In ogni circostanza dava prove esemplari di serenità, capacità e valore. Cielo di Malta, 1-14 luglio 1942-XX
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia di grande perizia ed ardimento portava nei cieli dell'Africa settentrionale la sicura fede dei cacciatori d'Italia. Durante la battaglia della Marmarica in aspri e violenti combattimenti, sostenendo valorosamente l'urto delle superiori forze nemiche, contribuiva all'abbattimento di numerosi velivoli avversari. Cielo della Marmarica, novembre-dicembre 1941-XX
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia giù distintosi in precedenza, partecipava a numerose azioni belliche, dando nuove prove di ardimento. Sosteneva impavido cinque combattimenti con la caccia nemica, contribuendo all'abbattimento di dieci avversari e rientrando per due volte alla base con l'apparecchio colpito. Cielo di Spagna, settembre-dicembre 1938-XVII
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, pilota da caccia ardito e valoroso, partecipava a numerose missioni di scorta e di crociera sulle linee nemiche,. In vari combattimenti sostenuti e conclusi con l'abbattimento di undici apparecchi avversari, si distingueva per ardimento e sereno sprezzo del pericolo. Cielo di Spagna, aprile-luglio 1938-XVI
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota di grande ardire ed entusiasmo, portava nel mitragliamento e combattimento di Sidi el Barrani la fede e lo slancio dei cacciatori d'Italia. Cooperava al mitragliamento di 12 apparecchi nemici, 50 mezzi meccanizzati, attendamenti e barraccamenti nemici portando la distruzione in campo avversario. In successivo combattimento cooperava all'abbattimento di quattordici apparecchi nemici. Cielo di Sidi el Barrani, 3 settembre 1941-XIX
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Abilissimo pilota da caccia giù distintosi in precedenza, partecipava a numerose azioni di guerra, riconfermando le sue doti di combattente sereno e coraggioso. Cielo di Spagna, luglio-agosto 1938-XVI
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Provetto pilota, in dodici mesi di operazioni dava prova costante di audacia e perizia. Durante le operazioni del Sidama, in condizioni atmosferiche proibitive, interveniva con una pattuglia di tre apparecchi in soccorso di una nostra colonna impegnata fortemente da preponderanti forze ribelli, riuscendo con ardito e preciso mitragliamento a disimpegnare e ad infliggere all'avversario perdite sensibili. Con l'apparecchio in più parti colpito e sotto violenta grandinata, persisteva nell'azione fino al completo esaurimento delle munizioni di bordo. Cielo dell'A.O., ottobre 1936-XIV - 23 febbraio 1937-XV
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Ferro di II classe - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Probabilmente dalla sua costituzione nel giugno di quell'anno, e fino all'ottobre-novembre del 1942.
  2. ^ Futuro Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare Italiana.
  3. ^ Si trattava del velivolo MM 22176, carico di documenti segreti del Servizio Informazioni Aeronautica.
  4. ^ Dopo la Liberazione di Roma, il 6 giugno 1944, Roveda accusò apertamente Moci di aver "rubato" l'aereo senza permesso, impedendo a lui e a Remondino di trasferirsi a sud.
  5. ^ Incidente aereo pilotando il famoso aereo Angelo dei Bimbi (Corriere della Sera 12 giugno 1949)

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lioy 1965, p. 90.
  2. ^ a b c d e f Dunning 1988, p. 28.
  3. ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 161.
  4. ^ a b c d e Dunning 1988, p. 29.
  5. ^ Bollettino Ufficiale del Ministero dell'aeronautica, Anno XXI, 27 febbraio 1943.
  6. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 163.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ferdinando D'Amico e G. Valentini, Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton, Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000, ISBN non esistente.
  • Paolo Ferrari e Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Gianni Rocca, I disperati-La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.

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