Pugno precordiale

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Pugno precordiale
Procedura medica
Indicazionifibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare

Il pugno precordiale è una tecnica di defibrillazione meccanica manuale, caratterizzata dalla somministrazione di un pugno sullo sterno, all'altezza del cuore.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

James E. Pennington e Bernard Lown dell'Università di Harvard hanno il merito di aver formalizzato questa tecnica nella letteratura medica, infatti pubblicarono il loro rapporto sul New England Journal of Medicine all'inizio degli anni '70. Richard S. Crampton e George Craddock, dell'Università della Virginia, hanno contribuito a promuovere l'uso del pugno precordiale da parte dei paramedici attraverso un curioso incidente: nel 1970, la Charlottesville-Albemarle Rescue Squad (VA) stava trasportando un paziente con un ritmo cardiaco instabile in quella che allora veniva chiamata unità mobile di terapia coronarica, quando il veicolo ha urtato inavvertitamente un rallentatore nel parcheggio di un centro commerciale facendo scuotere il mezzo e i loro occupanti, questo movimento fece ripristinare il normale ritmo cardiaco del paziente. Ulteriori ricerche hanno confermato che i pazienti che ricevono il pugno precordiale e con aritmie potenzialmente letali potrebbero salvarsi.[2]

Principio[modifica | modifica wikitesto]

Questa manovra in rari casi ha permesso di convertire la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare in un ritmo cardiaco efficace, ma più frequentemente può non avere alcuna efficacia o addirittura causare una conversione opposta, provocando in ultimo un'asistolia.[3] Si ipotizza che il pugno precordiale funzioni grazie all'energia meccanica impressa (circa 20 joule), la quale si converte in energia elettrica sufficiente per una cardioversione nei primi secondi successivi ad un arresto cardiocircolatorio.[4][5][6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il pugno precordiale è una manovra caratterizzata da una singola esecuzione: un pugno, dato con la parte ulnare del polso, impresso nella metà inferiore dello sterno. La forza della manovra viene regolata e limitata facendo partire il pugno da una distanza di circa 20 centimetri dal petto; una volta scagliato il pugno, si deve subito ritrarre la mano.[3] Si tratta di una manovra che, oltre a non essere sostitutiva del defibrillatore e che non può essere ripetuta, è eseguibile solo da operatori sanitari opportunamente addestrati.[4][5][7]

Applicazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa tecnica è un intervento terapeutico con evidenza scientifica di classe II B (quindi ritenuta accettabile, possibilmente utile), per questo la manovra è raccomandata solo quando non si ha a disposizione un defibrillatore,[8] ed unicamente quando si ha testimonianza visiva diretta dell'insorgenza dell'arresto cardiaco: deve essere effettuata entro i primi 10 (massimo 30) secondi dal verificarsi del fenomeno.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Philippe Ritter, Wilhelm Fischer, La Stimolazione Cardiaca Nella Pratica Clinica, Milano, Springer-Verlag Italia, 2001, ISBN 88-470-0093-9.
  2. ^ Digby Diehl, The Emergency Medical Services Program, in To Improve Health and Health Care, Robert Wood Johnson Foundation Anthology, vol. 2000, Robert Wood Johnson Foundation, 2000, p. 21.
  3. ^ a b American Heart Association (a cura di), Sintesi delle linee guida del 2010 dell'American Heart Association per RCP ed ECC (PDF), su fctsa.ch (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2012).
  4. ^ a b c SSUEM 118 Milano (a cura di), TERAPIA ELETTRICA: DEFIBRILLATORE ESTERNO (SEMI) AUTOMATICO. DEFIBRILLAZIONE, CARDIOVERSIONE E PACING (PDF), in EUROPEAN RESUSCITATION COUNCIL GUIDELINES FOR RESUSCITATION 2005, ERC 2005: Linee guida per la Rianimazione Cardio-Polmonare e Defibrillazione Semiautomatica, Sezione 3.
  5. ^ a b Gianfranco Sanson, Giuseppe Nardi, Elvio De Blasio, Stefano Di Bartolomeo, Claudia Moroni, Carlo Serantoni, Prehospital Trauma Care - Approccio e trattamento al traumatizzato in fase preospedaliera e nella prima fase intraospedaliera, Bologna, IRC Italian Resuscitation Council, 2007, ISBN 978-88-95517-01-8.
  6. ^ Simple mechanical methods for cardioversion: defence of the precordial thump and cough version.
  7. ^ Pietro Marini, L'emergenza medica nello studio odontoiatrico: valutazione nel paziente critico e gestione delle emergenze nello studio odontoiatrico, SEE Editrice Firenze, 2003, ISBN 978-88-8465-086-3. URL consultato il 6 novembre 2021.
  8. ^ MALATTIE DELL'APPARATO CARDIOVASCOLARE: DEFIBRILLAZIONE, su msd-italia.it. URL consultato il 1º marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2010).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Linee guida europee (PDF), su fctsa.ch. URL consultato l'11 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2012).