Piazzale Loreto
Piazzale Loreto | |
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Piazzale Loreto | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Città | Milano |
Circoscrizione | Zona 2 di Milano |
Codice postale | 20127 |
Informazioni generali | |
Tipo | piazza |
Intitolazione | Madonna di Loreto |
Collegamenti | |
Intersezioni | via Padova, viale Monza, viale Brianza, corso Buenos Aires, via Andrea Costa, via Antonio Porpora, viale Abruzzi |
Trasporti | Loreto (metropolitana di Milano) |
Mappa | |
Piazzale Loreto è un piazzale di Milano (situato alla fine di corso Buenos Aires, nella zona 2 ai confini con la zona 3) e all'inizio di viale Monza e di via Padova, è un importante snodo per la viabilità cittadina, essendo posto lungo la circonvallazione esterna.
Storia
Nei pressi dell'attuale piazzale, al tempo dei Borromeo, sorgeva un santuario dedicato alla Madonna di Loreto molto frequentato dagli abitanti di Greco e delle zone vicine. Successivamente, pur essendo stato demolito il santuario, rimase il toponimo del luogo il quale, sistemato a rondò, venne chiamato rondò di Loreto, sullo storico tracciato prospettico che da Milano arrivava alla Villa Reale di Monza. Il luogo passò infine ad essere denominato piazzale Loreto.
Nell'immediato dopoguerra, dopo la liberazione di Milano, la piazza venne per un breve tempo chiamata piazza dei Quindici martiri a ricordo dei partigiani fucilati, per poi riprendere la sua precedente denominazione. Nel maggio del 2005, Stefano Zecchi, allora assessore alla Cultura del Comune di Milano, propose di ribattezzare il piazzale in piazza della Concordia.
La strage di piazzale Loreto e la morte di Mussolini
È noto soprattutto per essere stato teatro di due eventi della Seconda guerra mondiale. Nella strage di Piazzale Loreto, il 10 agosto del 1944, i soldati della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti fucilarono quindici partigiani antifascisti sul marciapiede compreso tra viale Andrea Doria e corso Buenos Aires (l'attuale stele commemorativa si trova leggermente spostata al centro di viale Andrea Doria).
I corpi di Mussolini, che era stato ucciso a Giulino di Mezzegra il 28 aprile 1945, di Claretta Petacci e di altri esponenti della Repubblica Sociale Italiana, arrivati a Milano la sera stessa, vennero esposti in piazzale Loreto verso le 3 della notte[1], dove vennero scaricati nello stesso luogo in cui il 10 agosto 1944 erano stati fucilati e lasciati esposti al pubblico i quindici partigiani[2] Sappisti della 110ª Brigata Garibaldi montarono la guardia fino alle 7 del mattino.[1] Col passare delle ore sempre più gente si radunò in piazzale Loreto per assistere al truce spettacolo, tanto che il servizio d'ordine, composto di pochi partigiani e vigili del fuoco, decise di appendere i corpi a testa in giù alla pensilina del distributore di benzina all'angolo con corso Buenos Aires per poter essere visti da tutti. I corpi, ai quali si aggiunse quello di Achille Starace (già segretario del PNF ma caduto in disgrazia e privo di cariche nella RSI) fermato per le strade di Milano mentre faceva jogging e fucilato alla schiena dopo un processo sommario[3][4], rimasero esposti per diverse ore, in una rassegna di insulti, sputi e oltraggi, finché su pressione delle autorità militari alleate, preoccupate per la tutela dell'ordine pubblico, i corpi vennero trasportati all'obitorio.[5]
Edifici notevoli
- all'angolo con viale Monza n. 2 il cosiddetto Palazzo di Fuoco, costruito dal 1959 al 1962 su progetto di Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi[6].
Trasporti
Il piazzale ospita la stazione omonima della metropolitana milanese, una delle più grandi e frequentate dell'intera rete essendo punto d'incontro delle linee Rossa e Verde. Nelle ore di punta le banchine della stazione del metrò sono molto affollate. È inoltre capolinea delle linee bus urbane 55, 56, 39, ed è lambita dal percorso della filovia circolare 90/91 che attraversa l'adiacente piazza Argentina.
Note
- ^ a b Fondazione ISEC - cronologia dell'insurrezione a Milano 24-30 aprile 1945
- ^ Vincenzo Costa L'ultimo federale, il Mulino 1999, p. 107
- ^ Giorgio Pisanò, Storia della guerra civile in Italia, cfr. fotografie alle pp. 1586 e 1587
- ^ Ibidem, p. 1606
- ^ Fra i molti testimoni, era presente anche il giornalista Indro Montanelli.
- ^ Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1980, p. 327, ISBN 88-08-05210-9.
Voci correlate
Altri progetti
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