Pedicularis gyroflexa

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Pedicolare spiralata
Pedicularis gyroflexa
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Orobanchaceae
Tribù Pedicularideae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Scrophulariales
Famiglia Orobanchaceae
Genere Pedicularis
Specie P. gyroflexa
Nomenclatura binomiale
Pedicularis gyroflexa
Vill., 1786

La pedicolare spiralata (nome scientifico Pedicularis gyroflexa Vill., 1786) è una pianta parassita appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Pedicularis) deriva da un termine latino che significa "pidocchio" e si riferisce alla convinzione che queste piante infestino di pidocchi il bestiame al pascolo; altri giustificano l'etimologia del nome del genere all'opposto, ossia in quanto si pensa che queste piante liberino la testa dai pidocchi.[2][3][4] L'epiteto specifico (gyroflexa) deriva dal greco "gyros" e significa "rotondo, un cerchio"[5], mentre "flexa" deriva dal latino e significa "flessibile"[6] e fa riferimento alla corolla a forma di spirale (vedi il nome comune italiano).[7]

Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal botanico francese Domínique Villars (1745-1814) nella pubblicazione "Histoire des Plantes de Dauphiné: Contenant une Préface Historique, un Dictionnaire des Termes de Botanique, les Classes, les Familles, les Genres, & les Herborisations des Environs de Grenoble, de la Grande Chartreuse, de Briançon, de Gap & de Montelimar. Paris - 1: 275, 353" del 1876.[8]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento

Queste piante sono alte da 10 a 35 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono inoltre piante parassite: le radici mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante.[2][9][10][11]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici, spesso fusiforme o fascicolate, grosse e carnose, si distribuiscono a raggiera cercando di raggiungere le radici di altre piante per succhiarne la linfa.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è eretta o arcuato-ascendente. La superficie del fusto è pubescente (più o meno lanosa).

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie hanno un contorno lanceolato-lineare a forma due volte pennatosetta con segmenti dentati; la superficie è pubescente. Le foglie cauline sono progressivamente ridotte e meno divise. Dimensione delle foglie: larghezza 1 - 1,5 cm; lunghezza 7 – 10 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Le infiorescenze sono delle spighe con fiori subsessili; breve alla fioritura, più allungata e densa in seguito. Alla base di ogni fiore sono presenti delle brattee fogliacee più lunghe del calice e a forma tri-partita. Lunghezza finale dell'infiorescenza: 10 – 15 cm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calicecorolla - androceogineceo) e pentameri (la corolla e il calice sono a 5 parti). Lunghezza del fiore: 20 – 30 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[9]
  • Calice:il calice è gamosepalo con cinque denti diseguali (il dente dorsale è abbreviato); la base del calice è un tubo campanulato; la superficie è lanosa. I denti del calice sono simili alle brattee (sono fogliacei) e sono lunghi quanto il tubo calicino. Lunghezza del calice: 11 – 15 mm.
  • Corolla: la corolla, a forma più o meno cilindrica, è gamopetala bilabiata a fauci aperte. Il tubo è lungo il doppio del calice e spesso è ricurvo a falce o a spirale. Delle due labbra, quello superiore termina in un breve becco non dentato; quello inferiore è cigliato con tre lobi. Il colore della corolla è rosa-chiaro (a volte più scuro oppure quasi bianco). Lunghezza della corolla: 20 – 28 mm. Lunghezza del becco: oltre 2 – 4 mm.
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli - quelli inferiori hanno i filamenti allungati). I filamenti sono inseriti più o meno alla base della corolla e sono pubescenti nella parte superiore. Le antere, dissimulate sotto il cappuccio del labbro superiore sono strettamente unite da una fitta peluria. La maturazione del polline è contemporanea allo stigma.[12]
  • Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli ed è biloculare. Lo stilo inserito all'apice dell'ovario è del tipo filiforme; lo stigma è semplice ed è protruso brevemente oltre il cappuccio della corolla in modo da evitare l'auto-impollinazione.[12]
  • Fioritura: da giugno a luglio (agosto).

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è una capsula loculicida bivalve a forma compresso-globosa (a maturità è di poco più lunga del calice). I semi sono pochi a forma angolosa.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la sottospecie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno-Seslerietea variae
Ordine: Seslerietalia variae
Alleanza: Seslerion variae

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[15][16]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Pedicularis comprende 400-500 specie (il genere più numeroso della famiglia con distribuzione quasi cosmopolita - manca in Africa e Australia) delle quali 23 sono presenti nella flora spontanea italiana.

Le tre sezioni del genere

La classificazione del genere è difficile in quanto la forma del fiore è molto simile tra specie e specie; inoltre il colore della corolla nel secco è indistinguibile. Pignatti nella "Flora d'Italia" divide le specie spontanee della flora italiana in tre gruppi in base alla forma del labbro superiore (vedi il disegno):[11]

  • Sez. Anodontae: l'apice del labbro superiore della corolla è arrotondato (né rostrato e né dentato).
  • Sez. Rhyncholophae: il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco allungato.
  • Sez. Pedicularis: il labbro superiore della corolla è provvisto di due dentini sotto la parte falcata.

La specie P. gyroflexa appartiene alla sez. Rhyncholophae. Questa pianta può essere facilmente confusa con un ibrido tra Pedicularis elongata A. Kern. e Pedicularis rostratocapitata Crantz presente nello stesso areale.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Pedicularis si trova nel quarto clade (relativo alla tribù Pedicularideae). All'interno della tribù il genere è in posizione "gruppo fratello" al resto dei generi della tribù.[17]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Per questa specie è riconosciuta come valida la seguente sottospecie (non presente in Italia):[1]

  • Pedicularis gyroflexa subsp. praetutiana (Levier ex Steininger) Kunz & E.Mayer, 1971

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Pedicularis gyroflexa var. praetutiana Levier ex Steininger (sinonimo della sottospecie praetutiana).
  • Pedicularis hugueninii Rchb. f.
  • Pedicularis gyroflexa Vill. subsp. gyroflexa
  • Pedicularis rostrata subsp. hugueninii (Rchb. f.) Nyman
  • Pedicularis gyroflexa Vill. var. gyroflexa

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La pedicolare spiralata in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Gedrehtes Läusekraut
  • (FR) Pédiculaire arquée

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Pedicularis gyroflexa, su The Plant List. URL consultato il 12 luglio 2015.
  2. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 236.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag.294.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 giugno 2015.
  5. ^ David Gledhill 2008, pag.187.
  6. ^ David Gledhill 2008, pag.167.
  7. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 12 luglio 2015.
  8. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 12 luglio 2015.
  9. ^ a b Judd, pag. 496.
  10. ^ Strasburger, pag. 852.
  11. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 595.
  12. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 237.
  13. ^ Conti et al. 2005, pag. 140.
  14. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 270.
  15. ^ Strasburger, p. 850.
  16. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  17. ^ McNeal, Bennet, Wolfe, Mathews.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 236.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 13 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 270.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 137, ISBN 88-7621-458-5.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 595, ISBN 88-506-2449-2.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, vol. 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol. 100, n. 5, maggio 2013, pp. 971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).

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