Partito Liberal Democratico (Giappone)
Partito Liberal Democratico | |
---|---|
(JA) Jiyū-Minshutō 自由民主党 / 自民党 | |
Presidente | Yoshihide Suga |
Segretario | Toshihiro Nikai |
Stato | ![]() |
Sede | 1-11-23 Nagata-cho, Chiyoda, Tokyo |
Fondazione | 15 novembre 1955 |
Ideologia | Conservatorismo[1][2] Nazionalismo giapponese[3][4][5][6][7] Populismo di destra[8][9][10] Neoliberismo[8][9] |
Collocazione | Destra[11][12] |
Affiliazione internazionale | Nessuna (aderisce formalmente alla UDI e alla Lega Mondiale per la Libertà e la Democrazia) |
Seggi Camera dei rappresentanti |
284 / 465 |
Seggi Camera dei consiglieri |
115 / 242 |
Seggi |
1247 / 2733 (Prefetture) |
Seggi |
1763 / 31397 (Municipalità) |
Iscritti | 1 068 560 (2017) |
Colori | Verde, blu e rosso |
Sito web | www.jimin.jp |
Il Partito Liberal Democratico (自由民主党 Jiyū-Minshutō?), frequentemente abbreviato in Jimintō (自民党?) o LDP (dalla sigla inglese Liberal Democratic Party), è il primo partito giapponese, appartenente alla frangia conservatrice. Dal 1955 al 2009 è stato alla guida praticamente incontrastata del paese, salvo una parentesi di governo dal 1994 al 1996 con il Partito Socialista Giapponese. L'attuale presidente è il primo ministro Yoshihide Suga, eletto il 14 settembre 2020 in sostituzione di Shinzō Abe. Alle elezioni del settembre 2005 il partito ottenne un successo imprevisto da tutti e poté per la prima volta dal 1990 governare da solo, ma alla carica di premier si sono alternati in quattro: Koizumi, poi nell'ordine Abe, Fukuda e Asō.
Il 30 agosto 2009, il Jimintō subisce una brutta sconfitta alle elezioni per la camera bassa, finendo così per la prima volta all'opposizione. In seguito agli interventi poco efficaci al contrasto della crisi economica, all'imminente superamento economico della Cina, all'incapacità di mantenere un esecutivo stabile (in tre anni il Partito Democratico ha nominato tre governi diversi, in aggiunta ai quattro precedenti degli ultimi quattro anni) e alla impreparazione del governo nel gestire in modo efficiente il Disastro nucleare di Fukushima, i Democratici (centro-sinistra), che per la prima volta governavano dalla loro nascita (nel 1998), perdono più di dieci milioni di voti alle elezioni anticipate del 2012 garantendo così la vittoria al centro-destra che dopo soli tre anni di opposizione torna al governo del paese guidato da Shinzō Abe, delfino di Jun'ichirō Koizumi e primo ministro dal 2006 al 2007.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il Partito Liberal Democratico è nato nel 1955 come frutto dell'unione di due partiti contrapposti, il Partito Liberale (自由党 Jiyutō?), guidato da Shigeru Yoshida e il vecchio Partito Democratico Giapponese (日本民主党 Nihon Minshutō?) guidato da Ichirō Hatoyama. Entrambi appartenenti all'ala conservatrice, i due partiti si unirono per fronteggiare l'allora Partito Socialista Giapponese. Dopo aver vinto le elezioni, la nuova coalizione formò il primo governo a maggioranza conservatrice della storia del Giappone nel 1955 ed avrebbe continuato a governare nella maggioranza fino al 1993.
Tra i suoi dirigenti di spicco vi sono Nobusuke Kishi, primo ministro tra il 1957 e il 1960, e Jun'ichirō Koizumi, capo del governo dal 2001 al 2006.
Presidenti dell'LDP[modifica | modifica wikitesto]
L'attuale presidente è Shinzō Abe, della corrente più conservatrice, che il 26 settembre 2012 è subentrato a Sadakazu Tanigaki. Quest'ultimo è stato, assieme a Yōhei Kōno, uno dei due soli presidenti dell'LDP a non avere anche ricoperto la carica di Primo Ministro giapponese. Inoltre Abe è il primo ad aver ricoperto per due occasioni la carica di presidente del partito. Le date fra parentesi si riferiscono al periodo di governo del relativo presidente.
- Ichirō Hatoyama (04/05/1956 ~ 14/12/1956)
- Tanzan Ishibashi (14/12/1956 ~ 21/03 1957)
- Nobusuke Kishi (21/03/1957 ~ 14/07/1960)
- Hayato Ikeda (14/07/1960 ~ 01/12/1964)
- Eisaku Satō (01/12/1964 ~ 05/07/1972)
- Kakuei Tanaka (05/07/1972 ~ 04/12/1974)
- Takeo Miki (04/12/1974 ~ 23/12/1976)
- Takeo Fukuda (23/12/1976 ~ 01/12/1978)
- Masayoshi Ōhira (01/12/1978 ~ 12/06/1980)
- Eiichi Nishimura (12/06/1980 ~ 15/07/1980)
- Zenkō Suzuki (15/07/1980 ~ 25/11/1982)
- Yasuhiro Nakasone (25/11/1982 ~ 31/10/1987)
- Noboru Takeshita (31/10/1987 ~ 02/06/1989)
- Sōsuke Uno (02/06/1989 ~ 08/08/1989)
- Toshiki Kaifu (08/08/1989 ~ 30/10/1991)
- Kiichi Miyazawa (31/10/1991 ~ 29/07/1993)
- Yōhei Kōno (30/07/1993 ~ 30//09/1995)
- Ryūtarō Hashimoto (01/10/1995 ~ 24/07/1998)
- Keizō Obuchi (24/07/1998 ~ 05/04/2000)
- Yoshirō Mori (05/04/2000 ~ 24/04/2001)
- Jun'ichirō Koizumi (24/04/2001 ~ 26/09/2006)
- Shinzō Abe (26/09/2006 ~ 26/09/2007)
- Yasuo Fukuda (26/09/2007 ~ 22/09/2008)
- Tarō Asō (22/09/2008 ~ 16/09/2009)
- Sadakazu Tanigaki (28/09/2009 ~ 26/09/2012)
- Shinzō Abe (26/09/2012 ~ 14/9/2020)
- Yoshihide Suga (14/09/2020-in carica)
Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]
Elezione | Voti | % | Seggi |
---|---|---|---|
Parlamentari 2009 |
119 / 475 | ||
Parlamentari 2012 |
294 / 475 | ||
Parlamentari 2014 |
291 / 475 | ||
Parlamentari 2017 |
284 / 465 |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Pradyumna P. Karan, Japan in the 21st century: environment, economy, and society, University Press of Kentucky, 2005.
- ^ Ray Christensen, Ending the LDP Hegemony: Party Cooperation in Japan, University of Hawaii Press, 2000, p. 232.
- ^ The Resurgence of Japanese Nationalism (the Globalist), su theglobalist.com, 22 luglio 2015. URL consultato l'11 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2016).
- ^ As Hiroshima's legacy fades, Japan's postwar pacifism is fraying, The Conversation UK, 6 agosto 2015. URL consultato il 21 febbraio 2020.
«Even though much of the Japanese public does not agree with the LDP’s nationalist platform, the party won big electoral victories by promising to replace the DPJ's weakness with strong leadership – particularly on the economy, but also in foreign affairs.». - ^ Why Steve Bannon Admires Japan, in The Diplomat, 22 giugno 2018.
«In Japan, populist and extreme right-wing nationalism has found a home within the political establishment.». - ^ Shinzo Abe and the rise of Japanese nationalism, New Statesman, 15 maggio 2019. URL consultato il 21 febbraio 2020.
«As a new emperor takes the throne, prime minister Abe is consolidating his ultranationalist “beautiful Japan” project. But can he overcome a falling population and stagnating economy?». - ^ A Weiss (31 May 2018). Towards a Beautiful Japan: Right-Wing Religious Nationalism in Japan's LDP.
- ^ a b Neo-Liberal Populism in Japan--Koizumi's Success in the LDP Presidential Election in Comparative Perspective (in Japanese), Okumi H.
- ^ a b http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract;jsessionid=F4C1DFFC93B6FEEB769C932AAC674A97.tomcat1?fromPage=online&aid=942948 How Junichiro Koizumi seized the leadership of Japan's Liberal Democratic Party, IKUO KABASHIMA and GILL STEEL, Japanese Journal of Political Science, Cambridge Journals Online
- ^ http://www.nytimes.com/2008/09/17/world/asia/17japan.html Memo From Tokyo - Populist Appeals in Election, and Claims of Political Theater , MARTIN FACKLER, New York Times, September 16, 2008
- ^ Unwelcome Change – A Cabinet Reshuffle Poses Risks For Japan's Ties with Neighbors, in The Economist, 30 agosto 2014.
- ^ In a Major Shift, South Korea Defies Its Alliance With Japan, The Nation, 27 agosto 2019. URL consultato il 19 febbraio 2020.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Profiles of new LDP leadership, The Japan Times; profili di Hidenao Nakagawa, Shōichi Nakagawa e Yuya Niwa.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 141332092 · ISNI (EN) 0000 0001 2170 9316 · LCCN (EN) n81126874 · GND (DE) 217289-6 · NLA (EN) 36353509 · NDL (EN, JA) 00263675 · WorldCat Identities (EN) lccn-n81126874 |
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