Nibbio (esploratore)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Nibbio
NMS Mărășești
Legkij
Il Nibbio dopo la cessione alla Romania, con il nuovo nome di Mărășești
Descrizione generale
Tipoesploratore leggero (1917-1920)
cacciatorpediniere (1920-1963)
ClasseAquila
Proprietà Regia Marina (1918-1920)
Forțele Navale Române (1920-1963)
Raboče-Krest'janskij Krasnyj Flot (1944-1946)
CostruttoriPattison, Napoli
Impostazione15 luglio 1914
Varo30 gennaio 1918
Entrata in servizio15 maggio 1918
Radiazione1º luglio 1920
Destino finaleceduto alla Romania nel 1920, incorporato nella Marina sovietica nel 1944, restituito alla Romania nel 1946, radiato nel 1963 e demolito
Caratteristiche generali
Dislocamentonormale 1750 t
a pieno carico 1820 t
Lunghezza94,69 m
Larghezza9,47 m
Pescaggio3,54 m
Propulsione5 caldaie
2 turbine a vapore
potenza 40.000 hp
2 eliche
Velocità34,2 nodi (63,34 km/h)
Autonomia1700 miglia a 15 nodi
Equipaggio8 ufficiali, 137 tra sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
  • 5 Pezzi da 152/40 mm
  • 2 Pezzi da 76/40 mm
  • 2 Mitragliere
  • 4 Tubi lanciasiluri da 450 mm
  • Attrezzature per il trasporto e la posa di 68 mine[1]
fonte warshipsww2.eu, pbworks.com
voci di cacciatorpediniere presenti su Wikipedia

Il Nibbio è stato un esploratore leggero della Regia Marina e poi della Forțele Navale Române con il nome di NMS Mărășești.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il servizio per la Regia Marina[modifica | modifica wikitesto]

Ordinato dalla Marina rumena nel 1913[2] ed impostato nei cantieri Pattison di Napoli nel 1914, avrebbe dovuto chiamarsi Vârtej[3].

Il 5 giugno 1915, in conseguenza dell'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, l'unità fu requisita dalla Regia Marina e ribattezzata Nibbio, entrando in servizio nel 1918[3]. Fu impiegata principalmente in Adriatico, in azioni di «guerriglia navale» (scontri tra siluranti e supporto ad attacchi di aerei e mezzi d'assalto).

Il 5 settembre 1918 il Nibbio ed i gemelli Aquila e Sparviero furono inviati a fornire appoggio alle torpediniere 8 PN e 12 PN, mandate ad una quindicina di miglia da Punta Menders per attaccare mercantili austriaci a Durazzo: compito degli esploratori era tenersi circa 15 miglia ad ovest delle torpediniere, per intervenire se necessario[4]. Alle 12.35, infatti, l’8 PN individuò tre navi avversarie al largo di Dulcigno e si portò all'attacco insieme all'unità gemella; l'intervento degli esploratori indusse le tre navi k.u.k. austroungariche a ritirarsi ripiegando verso la costa[4].

Il 2 ottobre 1918 Aquila, Nibbio e Sparviero furono inviati con numerose altre unità al largo di Durazzo per contrastare un eventuale contrattacco di navi nemiche provenienti da Cattaro volto ad impedire il bombardamento di Durazzo da parte di altre unità italiane ed inglesi[4].

Il 4 novembre 1918 il Nibbio, al comando del capitano di fregata Grixoni, lasciò Valona con a bordo reparti del Battaglione di fanteria di marina «Grado» e, alle due del pomeriggio dello stesso giorno, giunse a Curzola, di cui prese possesso a nome dell'Italia (l'occupazione fu peraltro osteggiata dalla forte componente slava locale)[5].

Il giorno seguente l'unità fornì supporto a distanza all'occupazione di Sebenico, avvenuta ad opera delle torpediniere Albatros e Pallade e di due MAS[5].

Il servizio per le Marine rumena e sovietica[modifica | modifica wikitesto]

Un’altra foto del Mărășești

Terminata la guerra, il 1º luglio 1920, il Nibbio venne venduto alla Marina rumena (insieme al gemello Sparviero), ricevendo il nuovo nome di Mărășești[3][6]..

Dopo la cessione alla Marina rumena, nel 1921, l'unità venne sottoposta a radicali lavori di modifica dell'armamento, che venne a constare di quattro cannoni da 120/45 mm, due da 76/40 mm e 2 mitragliere Fiat da 6,5 mm[3]. Ebbe l'impiego di un conduttore di flottiglia.

Il Mărășești partecipò anche alla seconda guerra mondiale, durante la quale svolse principalmente missioni di scorta convogli sulle rotte tra il Bosforo e la Crimea. Subì più volte infruttuosi attacchi subacquei: il 7 settembre 1942 (ad opera del sommergibile sovietico SHCH 207) ed il 7 luglio 1943 (da parte del sommergibile sovietico SHCH 201)[7]. Nel 1944 il cacciatorpediniere venne modificato con l'aggiunta di 4 mitragliere da 37 mm e due da 20 mm[3].

Il 29 agosto 1944, con l'occupazione sovietica della Romania, il Mărășești fu catturato a Costanza dalle truppe sovietiche[3].

Incorporato nella Marina sovietica (14 settembre 1944) e ribattezzato Legkij (in cirillico Легкий), il cacciatorpediniere fu assegnato alla Flotta del Mar Nero[3].

Il 12 ottobre 1945, conclusasi la guerra, il Legkij venne restituito alla Marina della Romania – frattanto divenuta una Repubblica socialista e “stato vassallo” dell'URSS – e ricevette la denominazione di D 11[3].

Radiato nel 1963, il D 11 venne avviato alla demolizione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Navi da guerra | R. N. Aquila 1916 | esploratore leggero | Regia Marina Italiana.
  2. ^ Pier Paolo Ramoino, Gli esploratori italiani 1919-1938 su Storia Militare n. 204 – settembre 2010.
  3. ^ a b c d e f g h Italian Nibbio, NMS Marasti, Soviet Lovki (Black Fleet) - Warships 1900-1950 Archiviato il 15 luglio 2015 in Internet Archive..
  4. ^ a b c Franco Favre, La Marina nella Grande Guerra. Le operazioni navali, aeree, subacquee e terrestri in Adriatico, pp. 191-197-222-253-255.
  5. ^ a b Renato Battista La Racine, In Adriatico subito dopo la vittoria su Storia Militare n. 210 – marzo 2011.
  6. ^ (EN) MĂRĂȘTI (VIFOR) destroyers (1917-1918/1920), su navypedia.org. URL consultato il 14 giugno 2019.
  7. ^ Soviet Submarine Victories - Part 2, Black sea - Soviet-Empire.com U.S.S.R Archiviato il 5 luglio 2020 in Internet Archive..

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Marina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di marina