Muhammad I ibn Abd al-Rahman

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Muhammad I ibn Abd al-Rahman
Dirham d'argento coniato durante l'emirato di Muhammad I
Emiro di al-Andalus
In carica852 –
886
Predecessoreal-Rahman II
Successoreal-Mundhir
NascitaCordova, aprile 823
MorteCordova, 4 agosto 886
Luogo di sepolturaalcazar di Cordova
DinastiaOmayyadi
PadreAbd al-Rahman II ibn al-Hakam
MadreBuheyr
Consortediverse concubine tra cui Ayel e Baher
Figlial-Mundhir
ʿAbd Allāh
altri cinquantaquattro figli
ReligioneIslam (Sunnismo)

Muḥammad I ibn ʿAbd al-Raḥmān, in arabo محمد بن عبد الرحمن الأوسط (Cordova, aprile 823Cordova, 4 agosto 886), fu il 5º emiro indipendente di al-Andalus (852-886).

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Muhammad era figlio del quarto emiro indipendente di Cordova, al-Rahman II, della dinastia degli Omayyadi e di una moglie o concubina, detta Buheyr, come riporta la Historias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos[1]; anche la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne conferma, chiamando la madre Boheyr[2].
Abd al-Rahman II era figlio del terzo emiro indipendente di Cordova, al-Ḥakam I, della dinastia degli Omayyadi e di una moglie o concubina, detta Heloa, come riporta la Historias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos[3]; anche la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne conferma, chiamando la madre H'alâwa[4].
Gli ascendenti di entrambi sono citati nella Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi[5].

La penisola iberica, nell'875, durante l'emirato di Muhammad I ibn Abd al-Rahman

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Muhammad era nato a Cordova, sia secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia[6], che secondo La web de las biografias[7], nel mese di aprile dell'823[1], mentre la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne riporta tra marzo e aprile[2].

Durante il regno di suo padre, nell'844, fu nominato governatore di Saragozza e nell'846, condusse l'assedio di León[8].

Suo padre, ʿAbd al-Raḥmān II morì il 22 settembre 852[9][10] e, nonostante gli intrighi della moglie, Tarūb, gli succedette Muhammad I ibn Abd al-Rahman[1][2], come riporta anche, lo storico Rafael Altamira, che lo dipinge come insensibile, egoista, avaro e di scarsa intelligenza, che godeva dell'appoggio dei Fuqaha', i quali miravano a farne un sovrano devoto e lo istigarono a odiare i cristiani; tanto che, per l'intolleranza dell'emiro, si ebbero continue rivolte e movimenti separatisti dei mozarabi, Cristiani che vivevano in zone a maggioranza musulmana[11] e dei meticci (muladì).

Toledo, nell'853, appoggiata dal re delle Asturie Ordoño I si ribellò, ma subì una sconfitta nella battaglia di Guazalete[7], un fiume a sud-est di Toledo. Toledo resistette alcuni anni, ma all'abbandono degli alleati cristiani, nell'858, chiese un'amnistia, concessa dall'emiro[7].
Dopo circa vent'anni, una nuova ribellione fu immediatamente soffocata, con durezza[7].

I Banu Qasi, con a capo Musa ibn Musa, alleatisi con la famiglia Arista della Navarra, si ribellarono all'emirato di Cordova e proclamarono la loro indipendenza, occupando Saragozza e Musa si autoproclamò: «Terzo re di Spagna» (dopo Muhammad I e Ordoño I delle Asturie)[7][11].
Dopo la morte di Musa II, Muhammad I riprese Saragozza e Tudela, ma, nell'871, i figli di Musa II le rioccuparono[11], e verso la fine dell'emirato di Muhammad I fu trovata una soluzione pacifica, mediante un accordo economico che consentì ai Banu Qasi di mantenere il controllo di parte della valle dell'Ebro[7].

Nell'868, Ibn Marwan, approfittando della ribellione dei Banu Qasi, e, con l'appoggio dei mozarabi e dei Muladi, si era ribellato all'autorità dell'emiro, ma, affrontato da un potente esercito era stato catturato e condotto a Cordova[7].
Ibn Marwan, nell'875, riacquistata la libertà, rientrò nella sua terra di origine (Mérida), alleatosi con Alfonso III, re delle Asturie, si ribellò all'emiro, Muhammad I, che non riuscendo a reprimere la ribellione, permise a Ibn Marwan di costruirsi una città libera da imposte ed indipendente dall'emirato di Cordova[7]. Ibn Marwan fondò la città di Badajoz[11], nel bosco della Muela, situata su una sponda del fiume Guadiana, dotata di una alcazaba e, dopo la morte di Ibn Marwan, i suoi discendenti mantennero l'autonomia sino al 929, quando il primo califfo, ʿAbd al-Raḥmān III ibn Muḥammad, riportò quei territori all'obbedienza del califfato[7].

Nell'880, il bandito ed avventuriero, Umar ibn Hafsun, partendo da Ronda diede inizio ad una rivolta, che ebbe il suo centro a Barbastro, città arroccata sulle impervie montagne a nord di Malaga[7], divenendo il capo degli andalusi del sud[11]; la ribellione sarà soffocata soltanto nel 928, dopo la morte di Umar ibn Hafsun, al tempo dell'emiro e futuro califfo ʿAbd al-Raḥmān III ibn Muḥammad.

Muḥammad I sconfisse le truppe della Navarra nella battaglia di Lumbier, nell'882, in cui morì il re di Pamplona, García I Íñiguez[12].

Secondo la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne Muhammad I morì il 4 agosto 886[13], fu sepolto nell'alcazar di Cordova e gli succedette il figlio al-Mundhir, come riporta la Historias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos[14].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Muhammad I ebbe cinquantaquattro figli (33 maschi e 21 femmine[1]), tra cui i suoi due successori: il primo, nato da una sua concubina, Ayel, come riportano la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne[15] e la Historias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos[16]:

il secondo, nato da un'altra sua concubina, Baher, come riportano la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne[18] e la Historias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos[19]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • Rafael Altamira, Il califfato occidentale, in Storia del mondo medievale, vol. II, 1999, pp. 477–515.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Emiro indipendente di al-Andalus Successore
ʿAbd al-Raḥmān II ibn al-Ḥakam 852– 886 al-Mundhir ibn Muhammad I
Controllo di autoritàVIAF (EN599151965315600470007 · GND (DE115316888X · WorldCat Identities (ENviaf-599151965315600470007