Miano (Medesano)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Miano
frazione
Miano – Veduta
Miano – Veduta
Chiesa di San Nicolò
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Medesano
Territorio
Coordinate44°44′12.8″N 10°05′04.6″E / 44.736889°N 10.084611°E44.736889; 10.084611 (Miano)
Abitanti100[2]
Altre informazioni
Cod. postale43014
Prefisso0525
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Miano
Miano

Miano è una frazione del comune di Medesano, in provincia di Parma.

La località dista 6,61 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La montuosa frazione sparsa è caratterizzata dall'alternanza di zone coltivate a boschi fitti, attraversati dai rii Campanara, Bargello, Lombasino, Fontane e Lidani. Nel sottosuolo si trovano inoltre i residui dei giacimenti di petrolio, scoperti nel XV secolo.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima testimonianza dell'esistenza del castello di Miano risale al 1189, quando l'imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa lo assegnò al marchese Oberto I Pallavicino.[4]

Nel 1249 l'imperatore Federico II di Svevia confermò l'investitura al marchese Oberto II Pallavicino, che nel 1267 fu costretto ad abbandonare il maniero nelle mani dei guelfi parmigiani.[5]

Nel 1360 il marchese Oberto Pallavicino ottenne la restituzione del feudo di Miano e di numerosi altri nel Parmense, dei quali fu investito dall'imperatore Carlo IV di Lussemburgo.[6]

Nell'ottobre del 1427 Pietro de' Rossi attaccò la fortificazione, appartenente a Rolando il Magnifico, e, dopo averla depredata e averne arrestato gli occupanti, la diede alle fiamme, distruggendola completamente e abbandonandola;[7] gli abitanti di Miano furono portati nel vicino castello di Sant'Andrea, ma agli inizi dell'anno successivo aprirono le porte del maniero al marchese Pallavicino, che lo occupò, rientrando in tal modo in possesso anche di Miano.[8]

Tuttavia, nel 1441 Niccolò Piccinino convinse Filippo Maria Visconti del tradimento di Rolando e si fece incaricare di conquistarne lo Stato Pallavicino; il Marchese fu costretto alla fuga[9] e tutte le sue proprietà furono incamerate dal Duca di Milano, che nel 1442 assegnò al condottiero il feudo di Miano e numerosi altri nel Parmense.[5]

Miano rimase per anni conteso tra i Rossi e i Pallavicino. Nel 1449, in seguito alla presa del potere da parte di Francesco Sforza, Pier Maria II de' Rossi attaccò il castello di Sant'Andrea, da cui dipendeva Miano, e se ne rimpossessò,[10] ricevendone l'investitura da parte del Duca di Milano.[11]

Nel 1457, alla morte di Rolando il Magnifico, Miano fu invece assegnato, unitamente ai castelli di Castelguelfo, Gallinella e Varano Marchesi, al figlio primogenito Niccolò Pallavicino, che ne fu investito da parte di Francesco Sforza.[12]

Nel testamento del 1464 redatto da Pier Maria II de' Rossi, il feudo di Miano fu destinato al figlio Guido, insieme ai castelli di Felino, San Secondo, Bardone, Neviano de' Rossi, Carona, Segalara, Roccalanzona, Taro e Sant'Andrea.[13]

Nel XVIII secolo Miano fu assegnato ai Sanvitale,[14] che ne mantennero i diritti fino all'abolizione del feudalismo sancita da Napoleone per il ducato di Parma e Piacenza nel 1805.[15]

Nei primissimi anni del XIX secolo iniziarono le operazioni sistematiche di estrazione del petrolio attraverso l'escavazione di pozzi nei dintorni del piccolo borgo. L'"olio di sasso" era conosciuto fin dal XV secolo a Miano,[3] in quanto ne sgorgava liberamente dal terreno, e ne erano stati scavati tre pozzi, di cui uno profondo 93 m, sicuramente già prima del 1770,[16] come testimoniato dal botanico Auguste Denis Fougeroux de Bondaroy.[17] Dal 1816 al 1847 l'imprenditore Giulio Strinati, proprietario dei pozzi, gestì l'appalto dell'illuminazione pubblica di Parma;[18] grazie alla sua purezza,[19] il petrolio fu per anni utilizzato anche nelle città di Fidenza e di Genova.[3]

Il giacimento, piuttosto ricco inizialmente, si impoverì negli anni a causa dell'intenso e prolungato sfruttamento[19] e nel 1945 ne fu interrotta definitivamente l'estrazione, benché dagli antichi pozzi continui tuttora a sgorgare qualche traccia di petrolio frammisto a gas naturale.[3]

Dal secondo dopoguerra, quando contava 900 abitanti, la frazione ha subito un drastico spopolamento, a causa della lontananza dalle principali vie di comunicazione e dell'asperità del territorio.[3]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Nicolò[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Nicolò
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Nicolò (Medesano).

Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa originaria, elevata a parrocchia nel 1564, fu abbattuta nel 1869 e ricostruita nel 1876 in stile neoclassico, utilizzando le pietre delle rovine del castello; lesionata da un terremoto verso il 1920, fu successivamente ristrutturata; riparata nel 1928 per i danni causati da un fulmine, nel 2011 fu restaurata e consolidata strutturalmente. La piccola chiesa, affiancata da due cappelle, è decorata internamente con paraste doriche, cornici e archi realizzati nel 1920 da Dino Mora.[3][20]

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Miano.

Edificato in epoca medievale, il castello fu assegnato nel 1189 a Oberto I Pallavicino; conquistato dai parmigiani nel 1267 e demolito nel 1297, fu ricostruito e restituito nel 1360 ai Pallavicino; attaccato nel 1427 da Pietro de' Rossi, fu completamente distrutto e mai più riedificato; i suoi ruderi rimasero visibili fino al 1869, quando le ultime pietre furono utilizzate per la costruzione della nuova chiesa di San Nicolò.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La Frazione di Miano, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  2. ^ [1]
  3. ^ a b c d e f Comune di Medesano, p. 16.
  4. ^ Affò, pp. 289-290.
  5. ^ a b c Miano, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 18 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).
  6. ^ Orlandi, p. 408.
  7. ^ Pezzana, 1842, p. 287.
  8. ^ Pezzana, 1842, p. 292.
  9. ^ Pezzana, 1842, pp. 446-448.
  10. ^ Arcangeli, Gentile, p. 60.
  11. ^ Sant'Andrea, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 18 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).
  12. ^ Pezzana, 1847, p. 157.
  13. ^ Pezzana, 1852, pp. 308-309.
  14. ^ La dinastia Sanvitale, su xoomer.virgilio.it. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  15. ^ L'eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  16. ^ Pezzana, 1819, p. 47.
  17. ^ Di Buffon, pp. 19-20.
  18. ^ Giancarlo Gonizzi, La nascita dei servizi cittadini, su parmaelasuastoria.it. URL consultato il 18 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  19. ^ a b Molossi, pp. 214-215.
  20. ^ Chiesa di San Nicolò "Miano, Medesano", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 13 settembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Medesano (PDF), in Vivi la Città, n. 6, Reggio Emilia, Gruppo Media, febbraio 1999 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1792.
  • Letizia Arcangeli, Marco Gentile, Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, Firenze, Firenze University Press, 2007, ISBN 978-88-8453- 683-9.
  • Georges-Louis Leclerc de Buffon, Storia naturale de' minerali, Tomo terzo, Milano, appresso Giuseppe Galeazzi, 1787.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832.
  • Cesare Orlandi, Delle città d'Italia e sue isole adiacenti compendiose notizie sacre, e profane, Tomo quarto, Perugia, Stamperia Augusta, presso Mario Reginaldi, 1775.
  • Angelo Pezzana, Lettera di Angelo Pezzana bibliotecario ducale al prestantissimo signor conte Filippo Linati parmigiano circa le cose dette dal signor A. L. Millin intorno la città di Parma, Parma, Stamperia Ducale, 1819.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo terzo, Parma, Ducale Tipografia, 1847.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quarto, Parma, Reale Tipografia, 1852.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Emilia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Emilia