Questo sovrano non compare nella lista di Abido e neppure nel Canone Reale, che però inserisce 7 anni nel computo della lunghezza della dinastia. Questo fatto ha portato a ritenere che Mentuhotep IV sia stato un usurpatore malgrado il suo nome sia riportato nella Sala degli antenati di Thutmose III.
Il nome di Mentuhotep IV ricorre in un'iscrizione dell'Uadi Hammamat dove è chiamato figlio di Imi, forse una sposa secondaria del suo predecessore.
Nel secondo anno del suo regno inviò il suo visir Amenemhat, che sarà il suo successore, alle cave di arenaria dello Uadi Hammamat.
A questo sovrano viene attribuita la costruzione della fortezza di El-Gezira tra la 1ª e la 2ª cateratta del Nilo avente fa funzione di proteggere la pista che conduceva alle miniere d'oro di Berenice Pancrisia nello Uadi Allaqi.
La successione di Nebtawy presenta elementi complessi e poco chiari, per alcuni anni nelle regioni nubiane sotto controllo egiziano regnarono contemporaneamente tre pretendenti al trono che adottarono la tradizionale titolatura regale completa.
^(con John Baines), Atlante dell'antico Egitto, ed. italiana a cura di Alessandro Roccati, Istituto geografico De Agostini, 1980 (ed. orig.: Atlas of Ancient Egypt, Facts on File, 1980)
^Chronologie des Pharaonischen Ägypten (Chronology of the Egyptian Pharaohs), Mainz am Rhein: Verlag Philipp von Zabern. (1997)
Hayes, W.C. - Il Medio Regno in Egitto: dall'ascesa dei sovrani di Herakleopolis alla morte di Ammenemes III - Storia antica del Medio Oriente 1,4 parte seconda - Cambridge University 1971 (Il Saggiatore, Milano 1972)
Wilson, John A. - Egitto - I Propilei volume I - Monaco di Baviera 1961 (Arnoldo Mondadori, Milano 1967)