Mario Piovano

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Mario Piovano
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereFolk
Pop
Periodo di attività musicale1955 – 2013
EtichettaFonit Cetra, Excelsius, Fonola, Kansas, Signal, RCA Italiana, Joker, Pentagramma
Album pubblicati19
Studio19

Mario Piovano (Cambiano, 14 maggio 1927Cambiano, 23 dicembre 2013[1]) è stato un fisarmonicista, compositore e cantante italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Giuliano, sindaco di Cambiano per 25 anni, inizia la carriera come fisarmonicista alla fine degli anni quaranta, suonando nelle orchestre Zeme e Migliardi; negli anni cinquanta soggiorna, per un lungo periodo, in Francia, raggiungendo una certa notorietà come esponente della musica popolare italiana legata al liscio ed esibendosi con molti artisti, tra cui Gilbert Bécaud.

Tornato in Italia, nel 1958 ottiene un contratto con la Fonit Cetra, per cui pubblica i primi 45 giri.

Nel decennio successivo si avvicina alla musica leggera, lavorando con la Kansas come compositore e talent scout: scopre e lancia, tra gli altri, i Rogers, e compone canzoni per i Camaleonti e i Cavernicoli.

Ma non trascura l'attività in proprio e nel 1966 scrive la sua canzone più celebre, Cimitero di rose: reincisa da molti artisti, al punto da essere ritenuta, a torto, una canzone popolare, entra anche nel repertorio di molti cori.

Mario Piovano (alla fisarmonica) con Tino Zerbini, Luisella Guidetti e Paulin (dal vivo al "teatro Erba" di Torino nel 1971)

Nel 1969 scrive, insieme a Piero Novelli, molte delle canzoni contenute nell'album ...e poi domani ancora di Luisella Guidetti, primo album pubblicato dalla Numero Uno, l'etichetta di Mogol e Lucio Battisti.

Torna poi alla Fonit Cetra, per cui scrive le canzoni per l'album La strada che porta in città di Graziella Ciaiolo (nel 1970) e pubblica nel 1972 il 33 giri Torino cronaca, con testi tratti da episodi di cronaca nera; passa poi alla RCA Italiana, per cui inciderà altri dischi per tutto il decennio.

Nel 1971 Gigliola Cinquetti incide E qui comando io, canzone rielaborata musicalmente dal Maestro Piovano (insieme a Turi Golino), e la presenta con successo a Canzonissima 1971.

Nel 1980 viene nominato Cavaliere della Repubblica dal presidente Sandro Pertini.

Continua l'attività anche negli anni '80 e '90, esibendosi con la sua orchestra.

Il 12 marzo 2010 ha ricevuto il Premio alla Carriera durante lo Sparone Folk Festival[2].

Muore nella casa di riposo di Cambiano il 23 dicembre 2013 all'età di 86 anni a seguito di un tumore osseo[3].

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

33 giri[modifica | modifica wikitesto]

CD[modifica | modifica wikitesto]

45 giri[modifica | modifica wikitesto]

Le principali canzoni scritte da Mario Piovano[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Autori del testo Autori della musica Interpreti
1962 Bel Canavese Domenico Serengay Mario Piovano Domi Serengay
1965 Se sono in tempo Luigi Menegazzi, Miki Del Prete e Domenico Serengay Mario Piovano Diego Pepe
1966 Alla nostra età Luigi Menegazzi e Domenico Serengay Mario Piovano Camaleonti
1966 Ora ho capito Luigi Menegazzi e Domenico Serengay Mario Piovano e Mario Mellier Camaleonti
1966 Come baciare te Miki Del Prete e Domenico Serengay Mario Piovano e Bruno De Filippi Bruno De Filippi
1966 Se vuoi restare sola Miki Del Prete e Domenico Serengay Mario Piovano Cavernicoli
1968 Stelle Domenico Serengay Mario Piovano Emy Castellini
1968 Tu non mi vuoi Domenico Serengay Mario Piovano e Alfonso Corsini Emy Castellini
1969 Sole sole sole Domenico Serengay Mario Piovano e Robby Poitevin Tina Polito
1970 Un sabato o l'altro Leo Chiosso Mario Piovano Paulin
1971 E qui comando io Domenico Serengay e Mario Piovano Tradizionale; rielaborazione musicale di Turi Golino e Mario Piovano Gigliola Cinquetti
1972 L'ultimo bar Leo Chiosso Mario Piovano Donatella Moretti

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Domenico Seren Gay, Storia del teatro dialettale piemontese, 1971, Edizioni Piemonte in bancarella
  • Sergio Barbero, Polvere di stelle, Graphot editrice, 1998