Marco Aquila Giuliano

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Marco Arrunzio Aquila Giuliano
Console dell'Impero romano
Nome originaleMarcus Arruntius Aquila Iulianus
Nascita5 a.C. circa
Mortedopo il 41?
FigliMarco Arrunzio Aquila; Lucio Arrunzio Stella?
GensIulia? o Arruntia
Gens d'adozioneArruntia?
PadreGaio Giulio Aquila? (biologico);
Marco Arrunzio Aquila? (adottivo)
Consolatogennaio-giugno 38 (ordinario)

Marco Arrunzio Aquila Giuliano (in latino: Marcus Arruntius Aquila Iulianus; 5 a.C. circa – dopo il 41?) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nome e origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene nella documentazione il nome di Giuliano si presenti sempre come Marco Aquila Giuliano[1][2][3][4][5][6][7][8][9] o Marco Aquila[10] o Marco Giuliano[11] o Aquila Giuliano[12], è stato da tempo ipotizzato che Aquila fosse un altro elemento della sua nomenclatura tradizionalmente utilizzato al posto del nomen gentile[13]. Grazie in particolare alle ricerche di Ronald Syme[14], è ormai dato per assodato[15][16] che la gens di appartenenza di Giuliano fosse la gens Arruntia e che il suo nome completo fosse Marco Arrunzio Aquila Giuliano[15]: la struttura del nome porterebbe a pensare[14][17][18] che egli, originariamente membro della gens Iulia e forse figlio biologico del prefetto d'Egitto augusteo del 10/11[19] Gaio Giulio Aquila[14] (ritenuto appartenente alla famiglia degli Iulii Aquilae della città bitinica di Amastris[19][20]) sia stato adottato da un Marco Arrunzio Aquila, forse il figlio del legato augusteo di Galazia del 6 a.C.[21][22] Cornuto Arrunzio Aquila[14].

Per questo ramo della gens Arruntia è stata anche proposta una parentela con il Lucio Arrunzio console ordinario del 22 a.C. e con suo figlio omonimo, console ordinario del 6[23][24]: entrambi i rami, appartenenti alla tribus Teretina[25], proverrebbero dalla città laziale di Atina[24] e, in particolare, il legato augusteo di Galazia sarebbe figlio o figlio di un fratello del console del 22 a.C. e quindi fratello o cugino del console del 6[24].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Della carriera di Giuliano, non molto è noto. L'unico incarico attestato lo vede però al vertice dello stato romano: Giuliano fu infatti console ordinario per il primo semestre del 38 insieme al nobile Publio Nonio Asprenate[1][2][3][4][5][6][7][8][9][11][12], la cui coppia consolare fu poi sostituita a luglio dai suffetti Servio Asinio Celere e Sesto Nonio Quintiliano[4]. Il consolato di Giuliano e Asprenate, designati già da Tiberio[11][26], vide la ripresa del princeps Caligola dalla gravissima malattia che lo aveva colpito nell'autunno precedente[27], l'inizio dell'eliminazione di personaggi non allineati come Tiberio Gemello, Marco Giunio Silano e forse già Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone[28][29], l'inizio di un allontanamento dall'aristocrazia senatoria[30] e la morte dell'amatissima sorella Drusilla il 10 giugno[4][31].

Gennaio 41[modifica | modifica wikitesto]

È stato ipotizzato che proprio Giuliano si celi dietro al tràdito "Aquila" nel racconto di Flavio Giuseppe[32] degli ultimi momenti di vita di Caligola[16][33]: secondo lo storiografo di età flavia, Aquila avrebbe inferto il colpo di pugnale fatale al princeps in un criptoportico del Palatium in cui Caligola si era infilato per osservare dei giovani della provincia d'Asia in attesa di esibirsi nei Ludi Palatini[32]. L'ipotesi, che vede Giuliano agire per vendicare la condanna a morte dell'amico di famiglia Marco Emilio Lepido nel 39[24], rimane ancora dibattuta: Barbara Levick[34], Isabelle Cogitore[35] e Pierangelo Buongiorno[36], nei loro studi sulla congiura contro Caligola, ritengono infatti che l'Aquila citato da Flavio Giuseppe fosse un pretoriano, esattamente come gli altri due assalitori del princeps, Cassio Cherea e Cornelio Sabino[37].

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Il principale sostenitore dell'identità tra assassino e console, Bernard Kavanagh[16], ha poi avanzato anche delle ipotetiche proposte sul fato di Aquila, che scompare dalla narrazione di Flavio Giuseppe e non è citato da altre fonti[38]: probabilmente non ucciso negli scontri immediatamente successivi all'assassinio di Caligola - ma forse ferito -[38], e altrettanto probabilmente non giustiziato da Claudio all'alba del suo insediamento come princeps[38], Kavanagh propone che Giuliano si sia trovato di fronte alla scelta se suicidarsi o andare in esilio e che, alla fine, abbia scelto di andare in esilio nella città veneta di Patavium[38], dove sono attestati altri membri dei rami degli Arruntii Aquilae[39] e degli Arruntii Stellae[40], ritenuti imparentati tra loro[41][42]. Infine, Kavanagh ipotizza[38] che Giuliano fosse il padre di Marco Arrunzio Aquila, console suffetto nel 66[43] e padre dell'omonimo console suffetto nel 77[38][44][45], e di Lucio Arrunzio Stella, cavaliere[46] nominato curator ludi magni nel 55[46][47] e padre o più probabilmente nonno dell'omonimo console suffetto del 101[38][41][48].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cassio Dione, Storia Romana, indice al libro LIX.
  2. ^ a b Frontino, De Aquis, XIII.
  3. ^ a b CIL VI, 811.
  4. ^ a b c d Fasti Ostienses, frgm. Ch (Vidman).
  5. ^ a b AE 1922, 126.
  6. ^ a b CIL X, 6638.
  7. ^ a b AE 1971, 92.
  8. ^ a b AE 1997, 1221.
  9. ^ a b AE 1994, 923.
  10. ^ CIL VI, 10288.
  11. ^ a b c Cassio Dione, Storia Romana, LIX, 9, 1.
  12. ^ a b Frontino, De Aquis, CII.
  13. ^ PIR2 A 982 (Groag).
  14. ^ a b c d R. Syme, Roman Papers, II, Oxford 1979, pp. 535 e 685-686; IV, Oxford 1988, pp. 384 e 386 e 646.
  15. ^ a b W. Eck, Neue Pauly, II (2003), s.v. Arruntius II.7.
  16. ^ a b c B.J. Kavanagh, The identity and fate of Caligula's assassin, Aquila, in Latomus, vol. 69 (2010), pp. 1007-1017.
  17. ^ O. Salomies, Adoptive and Polyonymous Nomenclature in the Roman Empire, Helsinki 1992, p. 22 nota 4.
  18. ^ B.J. Kavanagh, The identity and fate of Caligula's assassin, Aquila, in Latomus, vol. 69 (2010), pp. 1007-1017, in particolare p. 1013, ritiene invece che i cognomina Cornutus, Aquila e Iulianus possano essere stati dati ai figli del Lucio Arrunzio console del 22 a.C. per il suo ruolo nella battaglia di Azio, dove, secondo Velleio Patercolo, (Historiae, II, 85, 2), guidò il laevum navium Iulianarum cornu.
  19. ^ a b D. Faoro, I prefetti d'Egitto da Augusto a Commodo, Bologna 2015, p. 27.
  20. ^ R. Syme, The Roman Revolution, Oxford 1939, pp. 367 e 411.
  21. ^ CIL III, 6974.
  22. ^ CIL III, 6834.
  23. ^ R. Syme, Anatolica. Studies in Strabo, Oxford 1995, p. 282.
  24. ^ a b c d B.J. Kavanagh, The identity and fate of Caligula's assassin, Aquila, in Latomus, vol. 69 (2010), pp. 1007-1017, in particolare p. 1013.
  25. ^ CIL V, 2819 per gli Arruntii Aquilae, CIL VI, 5931 per il ramo senza cognomen dei consoli del 22 a.C. e del 6.
  26. ^ A. A. Barrett, Caligula. The Abuse of Power, London-New York 2015, p. 255.
  27. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LIX, 8, 1.
  28. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LIX, 8-10.
  29. ^ J. Scheid, Commentarii fratrum Arvalium qui supersunt, Rome 1998, p. 31, frgm. 12c, ll. 29-37.
  30. ^ R. Cristofoli, Caligola. Una vita nella competizione politica, Firenze 2018, pp. 113-114.
  31. ^ Un ultimo riassunto degli eventi è in R. Cristofoli, Caligola. Una vita nella competizione politica, Firenze 2018, pp. 104-115.
  32. ^ a b Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XIX, 110.
  33. ^ A. Galimberti, I Giulio-Claudi in Flavio Giuseppe, Alessandria 2001, pp. 183-184.
  34. ^ B. Levick, Claudius, London 1990, p. 34.
  35. ^ I. Cogitore, La légitimité dynastique d'Auguste à Néron à l'épreuve des conspirations, Rome 2002, p. 72.
  36. ^ P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 50.
  37. ^ Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XIX, 109-110.
  38. ^ a b c d e f g B.J. Kavanagh, The identity and fate of Caligula's assassin, Aquila, in Latomus, vol. 69 (2010), pp. 1007-1017, in particolare pp. 1014-1017.
  39. ^ CIL V, 2819.
  40. ^ Marziale, Epigrammi, I, 61, 4.
  41. ^ a b PIR2 A 1151 (Groag).
  42. ^ J.D. Grainger, Nerva and the Roman succession crisis of A.D. 96-99, London-New York 2003, p. 130.
  43. ^ G. Camodeca, I consoli degli anni di Nerone nelle Tabulae Herculanenses, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, vol. 193 (2015), pp. 272-282.
  44. ^ R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, p. 384, sembra anch'egli ipotizzare che la "missing generation" tra il console del 66, assurto al consolato in età forse avanzata e padre del console del 77, e il Marco Arrunzio Aquila figlio del legato augusteo di Galazia fosse incarnata da Giuliano.
  45. ^ B.J. Kavanagh, The identity and fate of Caligula's assassin, Aquila, in Latomus, vol. 69 (2010), pp. 1007-1017, in particolare pp. 1014-1017, ritiene che il console del 66 sia identico al Marco Arrunzio Aquila attestato come procuratore di Licia e Panfilia nel 50 (CIL III, 6737). Già R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, pp. 384-386, aveva però rivelato come un'iscrizione della città licia di Xanthos (A. Ballard, Fouilles de Xanthos, VII, Paris 1981, n° 157) smentisse il legame con gli Arruntii Aquilae senatorii: il padre del procuratore aveva infatti come nome Lucio Arrunzio Ermacota, ed è attestato come "educatore di imperatori", ossia, secondo Syme, i figli di Germanico. Da ultimo, W. Eck, Neue Pauly, II (2003), s.v. Arruntius II.4 e II.5, separa il procuratore dal console del 66 e si dichiara incerto sulla loro parentela: Syme, loc. cit., sembra spiegare il legame tra gli Arruntii di Licia e il ramo senatorio con il conferimento della cittadinanza da parte di Cornuto Arrunzio Aquila.
  46. ^ a b W. Eck, Neue Pauly, II (2003), s.v. Arruntius II.11.
  47. ^ Tacito, Annales, XIII, 22.
  48. ^ R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, pp. 384-386

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • PIR2 A 982 (Groag).
  • R. Syme, Roman Papers, II, Oxford 1979, pp. 535 e 685-686; IV, Oxford 1988, pp. 384 e 386 e 646.
  • B.J. Kavanagh, The identity and fate of Caligula's assassin, Aquila, in Latomus, vol. 69 (2010), pp. 1007-1017.
Predecessore Console dell'Impero romano Successore
Aulo Cecina Peto gennaio-giugno 38 Servio Asinio Celere
con Gaio Caninio Rebilo con Publio Nonio Asprenate con Sesto Nonio Quintiliano