March CG 891

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March CG891
Descrizione generale
Costruttore Bandiera del Regno Unito  March Engineering
Categoria Formula 1
Produzione 1989
Squadra Leyton House March Racing Team
Progettata da Adrian Newey Gustav Brunner
Sostituisce March 881
Sostituita da Leyton House CG901
Descrizione tecnica
Meccanica
Telaio monoscocca in fibra di carbonio e kevlar
Motore Judd CV da 3,496 cc, 76º V8 longitudinale alle spalle del pilota
Trasmissione cambio manuale March 6 marce + RM
Dimensioni e pesi
Passo 2794 mm mm
Altro
Carburante BP
Pneumatici Goodyear
Risultati sportivi
Debutto Bandiera del Brasile Gran Premio di Monaco 1989
Piloti 15. Bandiera del Brasile Maurício Gugelmin
16. Bandiera dell'Italia Ivan Capelli
Palmares
Corse Vittorie Pole Giri veloci
14 0 0 0
Campionati costruttori 0
Campionati piloti 0

La March CG891 è la vettura con cui la scuderia Leyton House March Racing Team corse la stagione 1989 del Campionato del Mondo di Formula 1. Guidata da Maurício Gugelmin e da Ivan Capelli, si rivelò una vettura molto fragile e decisamente difficile da portare al limite, nonostante la presenza di Adrian Newey e Gustav Brunner tra i progettisti. Il telaio venne nominato CG in memoria di Cesare Gariboldi, manager della scuderia scomparso a seguito di un incidente stradale, che strinse amicizia proprio con Capelli.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

1989 Squadra Gomme Piloti BRA
Bandiera del Brasile
SMR
Bandiera di San Marino
MON
Bandiera di Monaco
MES
Bandiera del Messico
USA
Bandiera degli Stati Uniti
CAN
Bandiera del Canada
FRA
Bandiera della Francia
GBR
Bandiera del Regno Unito
GER
Bandiera della Germania
UNG
Bandiera dell'Ungheria
BEL
Bandiera del Belgio
ITA
Bandiera dell'Italia
POR
Bandiera del Portogallo
SPA
Bandiera della Spagna
GIA
Bandiera del Giappone
AUS
Bandiera dell'Australia
Punti WCC
Bandiera del Regno Unito Leyton House March Racing Team G 15. Bandiera del Brasile Maurício Gugelmin 3 Rit 4 12
16. Bandiera dell'Italia Ivan Capelli Rit Rit 0

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Schittone, Quando Adrian fece follie alla Leyton House, in Autosprint, n° 20 2011.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]