Lionello Balestrieri

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Lionello Arduino Balestrieri

Lionello Arduino Balestrieri (Cetona, 12 settembre 1872Cetona, 24 ottobre 1958) è stato un pittore e incisore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Cetona da Agnese Bassi e Torello, un muratore di mezzi modesti che tra il 1886 e 1887 trasferisce la famiglia prima a Roma e poi a Napoli, dove le capacità di Lionello gli consentono l'ammissione alle rispettive Accademie di Belle Arti, dove è allievo dei noti pittori veristi Domenico Morelli, Filippo Palizzi e, privatamente, di Gioacchino Toma.

Nel 1892 si trasferisce a Parigi, principale attrazione per molti artisti europei, dove lavora come assistente dell'illustratore fiorentino Osvaldo Tofani, contribuendo con le sue incisioni all'edizione della Divina Commedia pubblicata nel 1900 da Vittorio Alinari[1]; per ovviare alle carenti disponibilità economiche, collabora come illustratore con L'Illustration, Le Soleil du Dimanche, Petit Journal e Figaro Illustré. In questa fase, conosce il violinista Giuseppe Vannicola[2], che ritrae nella tela Aspettando la gloria, esposta al Salon di Parigi del 1897 e ne condivide le attitudini di vita bohémien.

Nel 1896 esordisce all'esposizione al Salon des artistes français con En attendant la gloire, mentre nel 1900 raggiunge una rilevante notorietà di critica e pubblico con l'opera Beethoven (Kreutzer Sonata)[3], premiata con una medaglia d'oro all'all'Esposizione Universale di Parigi e alla Biennale di Venezia dell'anno successivo, successivamente acquistata per 5000 lire dal Museo Revoltella di Trieste[4][5].

Beethoven, 1900

Identificato dal pubblico come Il pittore della musica[6], in questo periodo viene a contatto con compositori di spicco come Giacomo Puccini, Umberto Giordano e Francesco Cilea e viene nominato presidente della Società Artisti Italiani a Parigi.

Nel 1902 si reca a Napoli in occasione del decesso del mentore Morelli, che riproduce in Gli ultimi giorni di Domenico Morelli esposto nel 1902 a Monaco di Baviera e l'anno successivo a Venezia (1903)[7]; in questa fase di dedica allo studio di incisione e acquaforte, con le quali riproduce le sue opere traendone una fonte di reddito.

Nel 1910 ottiene un ulteriore successo con l'opera I lavori alla metropolitana di Parigi, esposto alla mostra del Salon della Société des Artistes Français[8] mentre l'anno successivo, a seguito di un viaggio in Bretagna e dei contatti con la Scuola di Pont-Aven, abbandona i soggetti musicali e si focalizza sulla riproduzione verista della vita bohémien parigina.

I lavori alla metropolitana di Parigi

Nel 1914, a causa del conflitto bellico, lascia Parigi e si stabilisce a Napoli, dove dirige il Museo d'Arte Industriale e l'Istituto di Arte Industriale[9]. Nel dopoguerra si avvicina agli ambienti futuristi[10] e partecipa ai numerosi tentativi di istituzionalizzazione del ruolo degli artisti con la creazione di sindacati, associazioni e corporazioni; viene nominato Segretario del Sindacato Belle Arti di Napoli e partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia. Nel 1925 tiene una mostra antologica di tutta la sua attività alla Galleria Pesaro di Milano con 86 quadri e 26 incisioni[11].

Nel 1928 si allontana dai principi del Futurismo fondando il Gruppo degli Ostinati, molto vicino agli ideali artistici del regime fascista, a cui aderiscono intellettuali quali Alberto Chiancone, Franco Girosi (1896-1987), Giovanni Brancaccio, Eugenio Viti[12], Manfredi Franco, Pietro Barillà, Nicola Fabbricatore[13] e Francesco Galante. Il luogo d'incontro prediletto è il Caffè Tripoli in Piazza del Plebiscito, famoso ritrovo di artisti ed esponenti della cultura, dove ispira l'introduzione dello stile Modernista nei circoli d'arte napoletani.

In questa ultima fase della sua attività si dedica alla riproduzione di paesaggi, autoritratti e alcune opere celebrative del regime fascista (Marcia vittoriosa, Penetrazione).

A seguito della Seconda guerra mondiale e della morte della moglie Giuditta, ritorna nella natia Cetona dove prosegue la sua attività artistica. Muore nel 1958.

Presso la città natale di Cetona è attiva una fondazione omonima, con l'obiettivo di promuovere eventi culturali come una serie di retrospettive di Balestrieri e della sua cerchia, come nel 2015 a Palazzo Minutelli Ciolo[14].

Stile[modifica | modifica wikitesto]

«...L'arte di Lionello Balestrieri, prediletto scolaro di Domenico Morelli, ha ereditato dal Maestro qualcosa di elevato che è più della pittura - l'immaginativa, il sogno, la fantasia. In ogni sua manifestazione - nel dipinto a olio, nell'acquerello, nelle acqueforti - è arte di pensiero e di meditazione: e però è personale. Il suo sorriso si colora di gioia, e pure di melanconia»

Artista di chiaro stampo verista e meridionalista, derivato dagli anni di discepolato presso la scuola di Domenico Morelli, Balestrieri è particolarmente noto per la riproduzione di soggetti romantici, carichi di emozione, appartenenti alla vita bohémien parigina, trovando il successo nel 1900 con l'opera Beethoven (Kreutzer Sonata) che lo identifica per anni come Il pittore della musica.

Negli anni successivi il suo stile incorre in frequenti variazioni, influenzato da correnti come l'Impressionismo (Lavandaie sulla Senna), i Macchiaioli (Signora che ricama in giardino) e il Verismo sociale (Il pazzo e i savi, Mademoiselle Chiffon).

Negli anni '20, sotto l'influenza del Futurismo, dipinge opere celebrative del regime fascista, mentre negli anni '50 sperimenta tecniche moderniste e cubiste.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

La morte di Mimì, 1898

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dante's Divina Commedia, Vittorio Alinari publisher, 1903.
  2. ^ Cetona regala l’arte per sostenere l’arte con una mostra di Lionello Balestrieri, su https://www.gazzettadisiena.it. URL consultato il 25 agosto 2022.
  3. ^ https://books.google.com/books?id=L1E0BOMAGJ0C L'Illustrazione italiana, Part 2; page 28.
  4. ^ The Changing Image of Beethoven: A Study in Mythmaking, by Alessandra Comini, page 398.
  5. ^ L'imponente dipinto ha come soggetto l'amico Vannicola mentre esegue al violino una sonata, circondato da alcuni convitati affranti e infelici riuniti in un modesto appartamento: la musica viene utilizzata come rappresentazione fisica del dolore dei presenti.
  6. ^ Il pittore della Musica Il secolo 20. rivista popolare illustrata, 1909, Treves Editore pp. 957-959
  7. ^ L'arte a Venezia, review of Death of Morelli painting (1903).
  8. ^ I lavori alla metropolitana di Parigi, su https://www.accademiatadini.it. URL consultato il 25 agosto 2022.
  9. ^ L'Istituto di Arte Industriale di Napoli Roberto Minervini, Rivista d'Italia e di America, 1937, pp. 558-559
  10. ^ L'Arte a Napoli - La scuola di Posillipo Terra Utopiam, Le Parche, 2017, pp. 75-79
  11. ^ Mostra di Pesaro 1925, su https://fondazionebalestrieri.com. URL consultato il 25 agosto 2022.
  12. ^ Al via il Seminario di Storia dell’Arte “Eugenio Viti e il suo Novecento”, su https://www.avellinotoday.it. URL consultato il 26 agosto 2022.
  13. ^ Al via il Seminario di Storia dell’Arte Fabbricatore Nicola, su https://www.treccani.it. URL consultato il 26 agosto 2022.
  14. ^ Toscana900, announcement of Balestrieri exhibition.
  15. ^ Il Beethoven, su https://fondazionebalestrieri.com. URL consultato il 25 agosto 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mostra individuale del pittore Lionello Balestrieri, catalogo della mostra, Emilio Bestetti e Calogero Tumminelli, Galleria Pesaro, Milano, 1925);
  • Fondazione Lionello Balestrieri, Lionello Balestrieri, Comune di Cetona, Edizioni Pananti, Firenze, 2000;
  • Enrico Di Nola e Valentina Faudino, Lionello Balestrieri. Ricordi di un pittore romantico, Edisai, Ferrara, 2008;
  • Salvatore di Giacomo, Lettere a Lionello Balestrieri, Salerno Editrice, 2018.

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