Kiril Živković

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Kiril Živković
vescovo della Chiesa ortodossa
Ritratto di Kiril Živković dipinto da Arsenije Teodorović, 1799
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1730 a Pirot, Impero ottomano
Nominato abate ordinario1778 da Vićentije Jovanović Vidak
Consacrato vescovo20 giugno 1786 da Mojsije Putnik
Deceduto12 agosto 1807 a Pakrac, Impero austriaco
 

Kiril Živković (in bulgaro Кирил Живкович?; in serbo Кирил Живковић?; Pirot, 1730Pakrac, 12 agosto 1807) è stato uno scrittore e vescovo della Chiesa ortodossa serba. Sebbene nato nei territori dell'attuale Serbia e nonostante abbia scritto la maggior parte delle sue opere in lingua serba, egli si considerava bulgaro e identificava come bulgara la propria lingua natia.[1][2][3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i suoi stessi scritti, Živković nacque "nella città di Pirot, nella terra di Bulgaria, nell'estate dell'anno 1730".[4] Pirot infatti, all'epoca sotto il controllo ottomano, era parte del sangiaccato di Niš, considerato allora come parte della Bulgaria (Bulgaristan).[5] Nel 1737, durante la guerra russo-turca, fuggì con i suoi genitori nei territori della monarchia asburgica, stabilendosi nel villaggio di Futog in Bačka (oggi in Serbia).[6]

Nel 1748, Živković entrò nel monastero bulgaro-ortodosso di Zografu del Monte Athos, dove due anni dopo divenne ieromonaco.[6] Nel 1750 si trasferì al vicino monastero serbo-ortodosso di Hilandar e da lì entrò al servizio del patriarcato serbo di Peć.[7] Al tempo, il patriarcato di Peć non aveva infatti ancora una connotazione prettamente etnica[8] e raccoglieva sotto di sé non solo serbi, ma anche diversi bulgari.[9]

Nel corso degli anni seguenti, viaggiò e studiò in vari paesi dei Balcani, in Austria, in Russia e in Italia, e operò come insegnante prima in Dalmazia, dal 1756 al 1759, e poi, dal 1760 al 1765, presso il monastero di Temska, nella sua terra natia ancora sotto il dominio turco. Nel 1778 il metropolita Vićentije Jovanović Vidak lo nominò prima protosincello e poi egumeno del monastero di Grgteg. Otto anni dopo, il 20 giugno 1786, il metropolita Mojsije Putnik (che già il 1º giugno 1784 gli aveva concesso il titolo onorifico di archimandrita) lo consacrò vescovo dell'eparchia serbo-ortodossa di Pakrac.[10]

Nel corso della sua vita, entrò in contatto con il metropolita di Karlovci Stefan Stratimirović, del quale divenne amico e confidente e con il quale intrattenne un lungo carteggio privato.[11]

Kiril Živković morì il 12 agosto 1807[6] e fu seppellito nella cattedrale della città.[12]

Attività letteraria[modifica | modifica wikitesto]

Živković scrisse e pubblicò varie opere nel corso della sua vita. Di queste, i due libri considerati più importanti, pubblicati nei territori asburgici, furono: un'edizione delle Vite dei Santi e Benefattori Serbi Simeone e Sava di Domentijan, pubblicata a Vienna nel 1794 (in seguito tradotta anche in francese),[2] e una redazione degli scritti di Giovanni Damasceno, pubblicata a Buda nel 1803.[13][14]

Scrisse inoltre numerose lettere e diversi manoscritti mai pubblicati. La più rilevante di queste opere inedite è il cosiddetto Manoscritto di Temska del 1764: un importante documento nel quale è attestato per la prima volta in forma scritta il dialetto torlacco, definito dall'autore "lingua bulgara semplice"[15] (fino al XIX secolo, infatti, le parlate torlacche erano comunemente identificate come varietà del bulgaro).[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (BG) Ivan Bogdanov, Кратка историа на българската литература, Vol. 1: Стара българска литература, Литература на Възраждането, Народна просвета, 1969, p. 213.
    «Българинът Кирил Живкович от Пирот прави приноси на български език към сръбската литература»
  2. ^ a b (BG) Стоян Райчевски, Нишавските българи, collana Памет, Sofia, Балкани, 2004, p. 136, ISBN 9548353792.
  3. ^ (BG) Боян Пенев, Начало на Българското възраждане, 5ª ed., Кама, 2005, p. 43.
    «В историята на южнославянското възраждане ние срещаме и други българи от XVIII в., които се грижат за сръбската просвета, като Панкрацкият епископ Кирил Живкович»
  4. ^ (BG) Георги Нешев, Борба за извоюване на църковнонационална независимост, in AA. VV., Из историята на българската народност и държава 681–1948 г.: Изследвания, анализи, преоценки, Sofia, Пеликан Алфа, 1993.
  5. ^ (EN) Mark Pinson, Ottoman Bulgaria in the First Tanzimat Period — The Revolts in Nish (1841) and Vidin (1850), in Middle Eastern Studies, vol. 11, n. 2, maggio 1975, p. 103.
  6. ^ a b c (BG) Василка Радева, Българският език през 20-ти век, Pensoft Publishers, 2001, p. 280, ISBN 954-642-113-8.
  7. ^ (SR) Sava Vuković, Манастир Гргетег: прилози монографији, Novi Sad, Матица српска, 1990, pp. 9-39.
  8. ^ (EN) Frederick F. Anscombe, State, Faith, and Nation in Ottoman and Post-Ottoman Lands, Cambridge, Cambridge University Press, 2014, p. 151, ISBN 110772967X.
  9. ^ (EN) John Van Antwerp Fine Jr., When Ethnicity did not Matter in the Balkans: A Study of Identity in Pre-Nationalist Croatia, Dalmatia, and Slavonia in the Medieval and Early-Modern Periods, Ann Arbor, MI, University of Michigan Press, 2005, pp. 542-543, ISBN 0472025600.
  10. ^ (SREN) Serbian Orthodox Church: its past and present, vol. 8, Belgrado, Patriarcato serbo, 1991, p. 97.
  11. ^ (SR) Кирил Живковић, su istorijskabiblioteka.com.
  12. ^ (SR) Патријарх српски Иринеј посетио Епархију славонску, su Српска православна црква, 25 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2019).
  13. ^ (SR) М. Грујић, Пакрачка епархија, Novi Sad, 1930.
  14. ^ (BG) Боян Пенев, Начало на Българското възраждане, Sofia, Кама, 2005, p. 43.
  15. ^ (BG) Kiril Živković, Из душевного обреда в’ неделных днех слова избрана. На прости язык болгарскій (Parole raccolte dai riti spirituali dei giorni domenicali. In lingua bulgara semplice), 1764.
  16. ^ (EN) Keith Brown e Sarah Ogilvie, Concise encyclopedia of languages of the world, Elsevier Science, 2008, pp. 119-120, ISBN 0-08-087774-5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Egumeno del monastero di Grgeteg Successore
titolo creato 1778 – 20 giugno 1786 Danil Plevicki
Predecessore Vescovo di Pakrac Successore
Pavle Avakumović 20 giugno 1786 – 12 agosto 1807 Josif Putnik
Controllo di autoritàVIAF (EN265232905 · ISNI (EN0000 0003 8229 4198 · CERL cnp01092800 · LCCN (ENn2015070015 · GND (DE132407183 · WorldCat Identities (ENlccn-n2015070015