Karl Wallinger

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Karl Wallinger
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
Strumentovoce, tastiere, batteria, chitarra, basso, organo
GruppiThe Waterboys, World Party

Karl Wallinger, all'anagrafe Karl Edmond De Vere Wallinger (Prestatyn, 19 ottobre 1957Hastings, 10 marzo 2024), è stato un cantante, compositore e polistrumentista britannico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Wallinger nacque nel Galles ma studiò nel Surrey. Fin da ragazzo fu influenzato dalla musica dei Beatles, dei Beach Boys, di Bob Dylan e dei Love.

Compì le sue prime esperienze nei gruppi Pax e Quasimodo, dopodiché per un periodo lavorò nell'editoria musicale.

Dal 1983 al 1985 fece parte del gruppo The Waterboys come tastierista.

Nel 1986 fondò la band World Party, della quale fu il cantante e frontman, oltre a suonare le tastiere, la batteria, la chitarra, il basso.

La band, che operò una fusione di folk, funk, soul e pop-rock alternativo, fece subito centro con l'album Private Revolution (1986), trainato dal singolo Ship of Fools. La cantante irlandese Sinéad O'Connor, che poco dopo avrebbe iniziato una carriera da solista, prese parte ai cori.

I World Party pubblicarono altri 4 album molto ben accolti: Goodbye Jumbo (1990), Bang! (1993), Egyptology (1997, contenente la canzone She's The One, coverizzata due anni dopo da Robbie Williams) e Dumbing Up (2000)

Wallinger contribuì alle colonne sonore dei film Giovani, carini e disoccupati (1993) e Ragazze a Beverly Hills (1995).

Durante la permanenza nei World Party, Wallinger fece parte della band di supporto di Bob Geldof.

Nel 2001 sopravvisse a un aneurisma, che tuttavia gli lasciò alcuni deficit visivi.

Wallinger è morto nel 2024 nella sua casa a Hastings a causa di un ictus. Aveva 66 anni.[1]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Era sposato con la scultrice Susie Zamit. La coppia, che viveva a Hastings, ebbe due figli: un maschio, Louis, e una femmina, Nancy.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Karl Wallinger (World Party, The Waterboys) Dead At 66, su Stereogum, 11 marzo 2024. URL consultato il 20 marzo 2024.

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Controllo di autoritàVIAF (EN39569171 · ISNI (EN0000 0000 6302 0552 · LCCN (ENno98027123 · GND (DE134550064 · BNE (ESXX1172908 (data) · BNF (FRcb13965394k (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no98027123