Irlandese arcaico

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Irlandese Arcaico
Parlato inIsole britanniche
PeriodoTra il IV secolo D.C e il VI Secolo D.C
Locutori
Classificaestinta
Altre informazioni
Scritturaalfabeto ogamico
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue celtiche
  Lingue celtiche insulari
   Irlandese arcaico
Codici di classificazione
ISO 639-3pnl (EN)
Glottolognessuna (EN)

L'irlandese arcaico[1] o irlandese primitivo (in irlandese Gaeilge àrsa o Gaeilge chianach) o proto-goidelico,[2][3][4] è la lingua più antica conosciuta del gruppo goidelico delle lingue celtiche.

Questa lingua è conosciuta solo in parte, la maggior parte nomi propri scritti in memoriali in pietra.

Forma di scrittura[modifica | modifica wikitesto]

La forma di scrittura dell' Irlandese arcaico era l'alfabeto ogamico, era scritto su delle pietre risalenti ad un periodo tra il IV secolo ed il VI secolo d.C. trovate nelle isole britanniche,[5] queste scritture sono chiamate ogamico ortodosso, sebbene l'uso della scrittura sia continuato fino al XIX secolo.

L' uso di questo alfabeto può essere diviso in due fasi: ogamico ortodosso e ogamico scolastico.[6] Mentre il primo rappresenta l'originale tradizione nei memoriali,[7] il secondo è risultato di una tradizione di una tradizione di restauro accademico del sistema di scrittura come parte dello sviluppo di uno stile celtico nell' arte cattolica, parallelamente all' uso dell'alfabeto latino nella scrittura ordinaria.[8]

L'Irlandese arcaico è conosciuto soltanto grazie alle scritture in ogamico, normalmente nomi personali, la più recente di queste, secondo gli studiosi risalirebbe al IV secolo D.C ( sebbene alcune stime risalgano le prime ad un periodo tra il I ed il V secolo D.C).

Gli studiosi concordano che la tradizione scritta dell' ortodosso è più antica delle iscrizioni sopravvissute.[9][10][11]

Le più recenti iscrizioni ortodosse risalgono al VI secolo D.C.[12]

L' uso scolastico dell' Ogamico continuò fino al XIX secolo, l' ultima iscrizione fu trovata nella tomba di Mary Dempsey ad Ahenny, nella contea di Tipperaty, che è scritta sia in inglese che irlandese.[13]

Le inscrizioni ogamiche ( a cui manca un simbolo per /p/) dimostrano come, nella morfologia e nelle inflessioni, l'irlandese arcaico sia simile al gallico, latino, greco antico ed al sanscrito.

(Molte delle caratteristiche dell' Irlandese moderno e medievale (irlandese medio e antico ) come le mutazioni iniziali, le consonanti ''larghe'' e ''snelle'' distinti da un gruppo di consonanti non sono ancora visibili)

Più di 300 iscrizioni ogamiche ritrovate sono in Irlanda, di cui 121 nella contea di Kerry e 81 nella conta di Cork e più di 75 ritrovate nella britannia occidentale ( tra cui 40 in Galles, e 30 in Scozia ) e nell' isola di Man, sebbene alcune sono scritte in pittico.

La gran parte delle inscrizioni in Gran Bretagna sono bilingui in irlandese e latino, però, nessuna mostra alcuna influenza dal Cristianesimo o della tradizione epigrafica cristiana, suggerendo che queste sia risalenti a prima del 391 D.C anno in cui il cristianesimo divenne religione ufficiale dell'Impero romano.

Solo una dozzina di queste scritture Irlandesi mostrano alcuni segni del genere.[14]

C'è una ipotesi sull' ortodossia di una inscrizione nell'Hampshire e due in Scozia, ma non c'è consenso scientifico su il problema.[15]

Grammatica[modifica | modifica wikitesto]

La brevità della gran parte delle inscrizioni in alfabeto ogamico rende difficile la comprensione della lingua nel profondo, ma è possibile comprendere le basi della sua fonologia e morfologia nominale.

Morfogia[modifica | modifica wikitesto]

Le scritture sopravvissute di alfabeto ogamico sono scritte solo con nomi, ma è possibile dedurre alcune caratteristiche dei nomi dell' Irlandese arcaico da queste scritte.

Escluse alcuni testi in caso dativo singolare, due in caso genitivo plurale ed uno nel caso nominativo singolare, la gran parte dei nomi in alfabeto ogamico sono in caso genitivo singolare, quindi risulta difficile descrivere pienamente la loro morfologia.

il filologo tedesco Sabine Ziegler, però, tracciando parallelismi con la ricostruzione della morfologia del proto-celtico (di cui i nomi sono classificati in base alle vocali in funzione di suffissi) limita i suffissi del caso genitivo a -i, -as, -os e -ais.[16]

Il primo suffisso -i si trova nei nomi che equivalgono ai nomi proto-celtici che hanno come radice -o, questa categoria è stata trovata anche nei casi dativi con suffisso -u.

-os è uguale ai nomi con suffisso -i ed -u, mentre -as è uguale ad -a.

La funzione di -as rimane non chiara.[17]

Fonologia[modifica | modifica wikitesto]

è possibile, grazie a delle comparazioni con altre lingue ricostruire un degli stadi attestati della lingua usando i nomi usati nella tradizione scolasti ca per ogni lettera dell' alfabeto Ogamico [18][19]

Vocali[modifica | modifica wikitesto]

C'è un po' di oscurità nell' inventario vocalico dell' Irlandese arcaico, mentre le lettere Ailm, Onn e Úr sono tradotte dagli studiosi rispettivamente in /a(:)/, /o(:)/ e /u(:)/, ci sono delle difficoltà a ricostruire il significato di Edad e Idad.[20]

Sono poco attestate, e gli studiosi credono che la differenza tra le due potrebbe essere arbitraria, nello stesso modo delle rune peorð e cweorð nell' alfabeto anglo-sassone, ma loro sono tradotte in e ed o, rispettivamente e probabilmente hanno avuto le pronunce di /e(:)/ e /o(:)/ .[21]

C'erano anche due dittonghi che sono stati tradotti in AI e oi.

Consonati[modifica | modifica wikitesto]

L' inventario consonantico dell'irlandese arcaico è stato ricostruito dallo studioso dei celti Damian McManus.[22][23]

Consonanti dell'AFI usate nell'irlandese arcaico
Bilabiali Alveolare Palatale Velare Labiovelare
Nasale m n
Occlusativa b t d k g ɡʷ
Fricativa s, sᵗ
Approsimante j w
Laterale i
Trillica r

Transizione all'antico irlandese[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Celtic culture: a historical encyclopedia, ABC-CLIO, 2006, ISBN 978-1-85109-440-0.
  2. ^ Antony Dubach Green, The Prosodic Structure of Irish, Scots Gaelic, and Manx, 1997, DOI:10.7282/T38W3C3K. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  3. ^ (EN) Joseph F. Eska, Interarticulatory Timing and Celtic Mutations, in Journal of Celtic Linguistics, vol. 21, n. 1, 1º gennaio 2020, pp. 235–255, DOI:10.16922/jcl.21.7. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  4. ^ Mary Yates, Working in harmony, in Nursing Standard, vol. 10, n. 28, 3 aprile 1996, pp. 24–25, DOI:10.7748/ns.10.28.24.s39. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  5. ^ The Celtic languages, collana Routledge language family series, 2ª ed., Routledge, 2010, ISBN 978-0-415-42279-6.
  6. ^ L HEMMINGS e D MCMANUS, The diagnostic value and molecular characterisation of an Echinococcus multilocularis antigen gene clone, in Molecular and Biochemical Parasitology, vol. 44, n. 1, 1991-01, pp. 53–61, DOI:10.1016/0166-6851(91)90220-z. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  7. ^ L HEMMINGS e D MCMANUS, The diagnostic value and molecular characterisation of an Echinococcus multilocularis antigen gene clone, in Molecular and Biochemical Parasitology, vol. 44, n. 1, 1991-01, pp. 53–61, DOI:10.1016/0166-6851(91)90220-z. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  8. ^ C. McManus, Genetic selection in farmed deer, in Veterinary Record, vol. 128, n. 5, 2 febbraio 1991, pp. 100–102, DOI:10.1136/vr.128.5.100. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  9. ^ Jacques Koch, Vreemde business, in Tandartspraktijk, vol. 44, n. 3, 2023-04, pp. 44–45, DOI:10.1007/s12496-023-0156-y. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  10. ^ A. E. Carney, T. Edman e W. Strange, Effect of consonantal environment on the identification of speakers' own vowels, in The Journal of the Acoustical Society of America, vol. 57, S1, 1º aprile 1975, pp. S48–S49, DOI:10.1121/1.1995267. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  11. ^ T. ZIEGLER e G. PANTKOWSKI, ChemInform Abstract: Preparation of 1‐O‐Acyl‐D‐glycopyranoses via Chloroacetylated Glycopyranosyl Donors., in ChemInform, vol. 25, n. 31, 2 agosto 1994, DOI:10.1002/chin.199431234. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  12. ^ Köberle, De Gruyter, 22 maggio 2018, pp. 45–46, ISBN 978-3-11-057902-4. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  13. ^ The Month in Review, in Current History, vol. 93, n. 580, 1º febbraio 1994, pp. 93–96, DOI:10.1525/curh.1994.93.580.93. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  14. ^ Nancy E. Thomas, BRAF somatic mutations in malignant melanoma and melanocytic naevi, in Melanoma Research, vol. 16, n. 2, 2006-04, pp. 97–103, DOI:10.1097/01.cmr.0000215035.38436.87. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  15. ^ Frank McManus, Industrial development's 20th anniversary, in World Development, vol. 1, n. 1-2, 1973-02, pp. 44–45, DOI:10.1016/0305-750x(73)90211-8. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  16. ^ Charles E. Ziegler e Dj. Peterson, Troubled Lands: The Legacy of Soviet Environmental Destruction, in Russian Review, vol. 53, n. 4, 1994-10, pp. 599, DOI:10.2307/131002. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  17. ^ Charles E. Ziegler e Dj. Peterson, Troubled Lands: The Legacy of Soviet Environmental Destruction, in Russian Review, vol. 53, n. 4, 1994-10, pp. 599, DOI:10.2307/131002. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  18. ^ Andrea Stieldorf, Heilige Patrone und weltliche Stifter, in Archiv für Diplomatik, vol. 56, JG, 2010-01, DOI:10.7788/afd.2010.56.jg.317. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  19. ^ Ralph-Hardo Schulz, Präfixcodes, Vieweg+Teubner Verlag, 1991, pp. 38–39, ISBN 978-3-528-06419-8. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  20. ^ Russell Ruthen, Quantum Pinball, in Scientific American, vol. 265, n. 5, 1991-11, pp. 36–38, DOI:10.1038/scientificamerican1191-36. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  21. ^ Recent references, in Burns, vol. 14, n. 2, 1988-04, pp. 163–165, DOI:10.1016/0305-4179(88)90232-x. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  22. ^ Ferdinand van Ingen, Band und Kette, DE GRUYTER, 31 dicembre 1996, pp. 58–74, ISBN 978-3-484-10719-9. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  23. ^ ERRATUM, in Journal of Jsee, vol. 39, n. 5, 1991, pp. 36–36, DOI:10.4307/jsee1953.39.5_36. URL consultato il 27 dicembre 2023.